Edizioni di Storia e Letteratura: Pleiadi
Gli epiteti degli dèi nei «Posthomerica» di Quinto Smirneo
Alessia Ferreccio
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2018
pagine: XLVIII-362
Lo studio degli epiteti delle divinità nei Posthomerica di Quinto Smirneo, oltre a offrire un'analisi accurata del fenomeno della titolatura divina sia all'interno dell'opera sia in relazione con la produzione esametrica anteriore e successiva, si rivela un valido strumento per verificare le peculiarità della poetica di un autore, che da alcuni anni sta godendo di una rinnovata fortuna critica. Seguendo il filo degli epiteti attribuiti a dèi olimpi, divinità minori e personificazioni, Alessia Ferreccio porta alla luce la fitta trama di rimandi intertestuali, di variazioni e innovazioni che Quinto intreccia con il paradigma omerico e ci conduce alla scoperta dello stile, delle strategie allusive e dei meccanismi caratteristici della techne imitativa dell'autore dei Posthomerica. Materiale omerico e non omerico, imitatio e oppositio, emulazione e "infedeltà" convivono in un amalgama sapiente che sfida(va) il pubblico dell'epoca e gli interpreti di oggi a individuare i modelli esplicitamente richiamati o sottilmente evocati e a riconoscere l'originalità di Quinto Smirneo, autore che deve a buon diritto essere incluso nel novero dei poetae docti.
Erodoto sulla Scizia e il lontano Nord-Est. Contributo all'interpretazione del cosiddetto «logos» scitico
Benedetto Bravo
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2018
pagine: 356
Se gli Egiziani erano per Erodoto portatori di una esotica e antica sapienza, gli Sciti lo affascinavano per i loro costumi selvaggi. Egli non viaggiò in Scizia (lo fa capire egli stesso), ma ascoltò eccellenti informatori e tentò di conoscere e descrivere questa realtà geografica e sociale decisamente «altra». Le informazioni contenute nella sua opera sono una fonte preziosa per gli studiosi moderni della società e della cultura scitiche. Delle ricerche compiute in questo campo Benedetto Bravo ha fatto ampio uso, in primo luogo di quelle pubblicate da studiosi russi e ucraini. Tuttavia i suoi sforzi si sono concentrati sul testo erodoteo stesso. Egli ha cercato di interpretare esattamente singoli passi, di mettere in luce la struttura del cosiddetto logos scitico proponendo l'espunzione di passi ritenuti interpolati, di capire l'intenzione e l'orizzonte della "historie erodotea", di ricostruire, partendo dal testo, ciò che l'autore presupponeva noto al suo pubblico o ciò che i suoi informatori devono avergli detto, ma che egli non ha compreso.
Thucydides Anglicus. Gli eight bookes di Thomas Hobbes e la ricreazione inglese delle storie di Tucidide (1450-1642)
Luca Iori
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2016
pagine: 336
Composti una quindicina d'anni prima dei grandi trattati della maturità, gli 'Eight Bookes of the Peloponnesian Warre' furono dati alle stampe da Thomas Hobbes a Londra, tra 1628 e 1629, dopo molti anni di pratica segretariale al servizio di un influente membro dell'aristocrazia inglese, William Cavendish, Conte del Devonshire. La traduzione di Hobbes si presenta oggi come una raffinata e intrigante lettura delle vicende che riguardarono la guerra del Peloponneso, il cui racconto, narrato nelle pagine dello storico greco, offrì al filosofo un'originalissima lente da cui guardare all'attualità politica, dominata dalla crisi costituzionale e parlamentare dei primi anni del regno di Charles I. Il libro prende le mosse da un ampio inquadramento della fortuna di Tucidide nella cultura e nell'institutio inglese del periodo, per giungere a esaminare nel dettaglio la traduzione hobbesiana e i suoi ricchi apparati, nell'intento di chiarire sia le principali istanze che animarono l'operato di Hobbes sia le ragioni per cui gli 'Eight Bookes' possono legittimamente essere considerati il momento più significativo della ricezione inglese di Tucidide nella prima età moderna.
Scholia graeca in Odysseam. Ediz. bilingue. Volume Vol. 3
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2015
pagine: 260
Da oltre 150 anni si attende una nuova edizione di quanto rimane dell'esegesi antica all'Odissea: l'invecchiata edizione degli Scholia in Odysseam di W. Dindorf (Oxford 1855) è molto lontana dall'offrire agli studiosi uno strumento affidabile. L'edizione critica degli scolî, di cui questo volume costituisce il terzo tomo, raccoglie tutti gli scolî greci ai canti V e VI conservati dai manoscritti antichi e medievali, distinti - ove possibile - per provenienza e tipologia e corredati di un apparato critico e di un ricco apparato di testimonia e loci similes, essenziale per comprendere e collocare storicamente ogni singola spiegazione. Per la prima volta è stata condotta una collazione completa dei codici recanti scoliografia odissiaca: molto del materiale qui presentato era inedito e contribuirà a migliorare la nostra conoscenza del modo in cui i versi dell'Odissea sono stati letti e intesi dall'antichità fino all'epoca bizantina, nonché a far luce sulla storia della grammatica e della filologia nel mondo antico, che ebbero sempre al loro centro proprio i poemi omerici.
Scholia graeca in Odysseam. Volume Vol. 2
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2015
pagine: 436
Commento al libro II dei Posthomerica di Quinto Smirneo
Alessia Ferreccio
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2015
pagine: 456
Nell'ambito del crescente interesse per l'età tardoantica nei suoi vari aspetti, gli studi sull'epica tarda negli ultimi decenni hanno registrato un notevole successo e una cospicua produzione di studi. Nel quadro si inserisce organicamente questo commento al II libro dei 'Posthomerica' di Quinto Smirneo, un poema che in 14 libri racconta le vicende del mito troiano tra la fine dell''Iliade' e l'inizio dell''Odissea'. Il II libro comprende l'arrivo e le imprese di Memnone a Troia e l'uccisione dell'eroe da parte di Achille. Da tempo Quinto era considerato un mediocre imitatore di Omero, ma negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria "riscoperta" della sua poesia. Il commento di Alessia Ferreccio offre agli studiosi una grande mole di materiali di primario interesse per il nuovo corso di studi sul poeta e, attraverso l'analisi capillare del testo e dello stile, mostra come quella di Quinto sia a tutti gli effetti una 'poesia docta', che dietro l'apparentemente superficiale patina omerica nasconde, o meglio obbliga a scoprire un "cuore" di variazioni e scarti evocativi condotti con scaltrita perizia.
L'epistola a Erodoto e il Bios di Epicuro in Diogene Laerzio. Note testuali, esegetiche e metodologiche
Walter Lapini
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2015
pagine: 301
La "Lettera a Erodoto" è il testo epicureo di gran lunga più noto e studiato. L'argomento è la fisica: atomi e vuoto, struttura della materia, dottrina della sensazione, proprietà dell'anima. Tuttavia il linguaggio astruso e involuto ha condotto qualche interprete a parlare di "struggle with Epicurus' Greek" (R. M. Geer) e nella seconda metà dell'Ottocento il testo è stato sottoposto a una massiccia revisione da parte del filologo H. Usener. Ritenendo che Usener si fosse spinto troppo oltre, gli studiosi successivi si sono spesso orientati verso un recupero altrettanto massiccio della tradizione manoscritta. In questo libro Lapini cerca di percorrere una via intermedia, nella convinzione che il favore che si accorda alle lezioni tràdite non debba spingersi fino a violare regole di scrittura generali o a produrre un testo che si limiti a soddisfare le esigenze di una leggibilità esteriore. Rivalutando le analisi di Usener e aggiornandone metodi e procedure, Lapini avanza una serie di interessanti proposte di correzione sia alla Lettera stessa sia al bios di Epicuro di Diogene Laerzio, raggiungendo in qualche caso soluzioni di indubbio valore e difficilmente oppugnabili.
L'indovino Poliido. Eschilo «Le cretesi», Sofocle «Manteis», Euripide «Poliido»
Laura Carrara
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2014
pagine: 528
Un fanciullo, Glauco, figlio di Minosse, annegato in una giara di miele; un indovino errante, Poliido di Corinto, che risolve un enigma relativo ad un bovino multicolore e riporta in vita il defunto; un'erba miracolosa ed una coppia di serpi: quesi i protagonisti della singolare vicenda mitica soggetto di tre tragedie greche di età classica di cui sopravvivono solo frammenti, Le Cretesi di Eschilo, i Manteis di Sofocle ed il Poliido di Euripide. Il volume contiene il primo studio specifico dei disiecta membra di questi tre drammi: i frammenti superstiti ed i loro contesti sono presentati in un testo critico autonomamente stabilito ed accompagnati da traduzione italiana, commento esegetico ed ampie introduzioni. Completano il volume uno studio generale sulla figura di Poliido nella letteratura antica e nelle arti figurative e due appendici, dedicate rispettivamente ai frammenti di incerta attribuzione e ad un episodio di ripresa moderna del mito dell'indovino corinzio.
Testi frammentari e critica del testo. Problemi di filologia filosofica greca
Walter Lapini
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2013
pagine: 288
Scegliendo prevalentemente esempi da pensatori presocratici, Walter Lapini riafferma, in questo volume tanto vario e ricco nei contenuti quanto metodologicamente coeso, la necessità di affrontare i testi filosofici antichi innanzitutto attraverso l'accertamento delle fonti, l'aderenza alla lingua, la riflessione critico-testuale, e conseguentemente di respingere quelle letture semplificate e corrive, o anche volutamente deformate, che se da una parte conquistano ed entusiasmano il grosso pubblico risparmiandogli la delusione dell'incerto e dell'opinabile, dall'altra lo allontanano ulteriormente da una verità spesso già di per sé problematica e oscura. "Questo vorrebbe essere dice Lapini - non dico un libro di metodo, ché sarebbe presuntuoso il solo pensarlo, bensì un promemoria di regole; né ignote né nuove, ma che vanno però ristabilite e difese ogni volta daccapo, generazione dopo generazione".
I fondamenti della riflessione di Platone sul linguaggio: il Cratilo
Francesco Aronadio
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2011
pagine: 280
Nel "Cratilo" Platone getta le basi per l'elaborazione di una nuova concezione del linguaggio che sia compatibile con il dettato della sua ontologia e della sua epistemologia. Nel corso della trattazione il tradizionale tema della correttezza del nome si traduce rapidamente in un'indagine sulla possibilità, sulle modalità e sui limiti della relazione fra il nome e la cosa nominata. La particolarissima fisionomia di quest'opera impone l'adozione di una specifica strategia interpretativa: più che in altri dialoghi, infatti, struttura drammatica e struttura argomentativa si corrispondono nel "Cratilo" in modo assai stretto, talché è dato scorgere nelle successive fasi dello scambio dialogico gli scenari concettuali che lo sviluppo argomentativo via via disegna. Al fine di ricostruire la ratio dell'articolazione dell'opera e di decodificare il significato delle sue diverse parti nel quadro dell'argomentazione filosofica, l'analisi muove dall'ultima sezione del dialogo, ove si incontrano le formulazioni teoriche più significative e più trasparenti nelle loro implicazioni, per risalire all'ampia e cruciale sezione etimologica, e approdare all'iniziale impostazione del dibattito.