Edizioni Settecolori: Il battello ebbro
La condottiera Elsa
Pierre Mac Orlan
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori
anno edizione: 2023
pagine: 200
All’indomani della Rivoluzione d’Ottobre, liquidata la resistenza della cosiddetta Armata Bianca rimasta fedele alla monarchia, l’Armata Rossa, alleata a un risorto esercito cinese, volge il suo sguardo e il suo desiderio di conquista a ovest: la Germania prima, e poi la Francia. L’obiettivo finale è infatti Parigi, far sì che i cavalli dei suoi cosacchi e dei suoi «gialli» alleati e compagni possano abbeverarsi nella fontana di Place Vendôme e galoppare dai Campi Elisi all’Arco di Trionfo… E così sarà. Al comando di questa invasione da oriente nel cuore dell’occidente decadente e borghese, c’è un bel cavaliere biondo e di sesso femminile, bionda e bella, dunque, la Condottiera Elsa, idolatrata dai suoi soldati, coraggiosa e spietata, una Giovanna d’Arco materialista che proviene dalla steppa… Pubblicato nel 1921, La Condottiera Elsa sarà il romanzo sempre citato e sempre ammirato da Céline, ovvero i suoi peggiori incubi messi su carta, il Finis Europae sancito dalla marea «rossa» e dalla marea «gialla» che di colpo sommerge il vecchio ed esausto Continente… Ma nello scriverlo, il suo autore, Pierre Mac Orlan, va oltre il semplice romanzo distopico o di fantapolitica. Con perfetta conoscenza della storia ci guida lungo i sotterranei della propaganda di massa e delle allucinazioni ideologiche, e ci fa conoscere il complicato rapporto fra vincitori e vinti, nonché il potere di seduzione e di corruzione che una civiltà morente riesce comunque esercitare su una barbarie che si crede sana e che ne vorrebbe prendere il posto. Visionario e ironico, crudele eppure capace di speranza, La Condottiera Elsa ci mette di fronte a un nostro possibile futuro. Postfazione Leopoldo Carra.
La seconda morte di Ramón Mercader
Jorge Semprún
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori
anno edizione: 2022
pagine: 461
Quando Ramón Mercader si presenta al controllo passaporti dell'aeroporto di Zurigo, il suo destino è segnato. Tutto ha avuto inizio quattro giorni prima, una volta lasciata Madrid per un viaggio d'affari ad Amsterdam. Ramón non si occupa solo di import-export: è una spia dell'Urss in terra di Spagna. La sua copertura, però, sta rischiando di saltare, e i servizi americani sono sulle sue tracce. Anche i russi e i tedeschi dell'Est si interessano a lui, e Ramón, in quella partita di caccia, potrebbe essere esca o selvaggina. È per questo che dalla capitale olandese è volato a Zurigo, per cercare di prendere contatto con i suoi capi, scoprire chi sta tradendo chi... Jorge Semprún non ha scelto a caso il nome del suo protagonista: Ramón Mercader, quello «vero», è stato l'assassino di Trockij. Attraverso il suo personaggio romanzesco e il suo omonimo reale, l'autore rievoca l'intera storia del movimento comunista, dalla Terza Internazionale alla guerra di Spagna, dalle repressioni di Stalin alla burocratizzazione del mondo sovietico negli anni Sessanta. Intorno alla tragica epopea del protagonista e degli altri personaggi, maschili e femminili, teneri e violenti, si dipanano i ricordi personali di Semprún, ma soprattutto il filo collettivo di una grande meditazione storica sul destino delle rivoluzioni. Postfazione di Stenio Solinas.
La settimana santa
Louis Aragon
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori
anno edizione: 2022
pagine: 744
Pasqua 1815. Re Luigi XVIII è in fuga. L’usurpatore, l’imperatore, Napoleone insomma, ha lasciato l’isola d’Elba, è appena sbarcato in Francia, è in marcia verso Parigi. Molti generali, all’indomani della sua caduta, avevano prestato giuramento al potere legittimo dei Borboni, ma questo suo improvviso riapparire scombussola cuori e menti. Chi sono i traditori? Quelli che si raggruppano di nuovo intorno a chi donò loro la gloria o quelli che non vogliono abiurare il giuramento appena pronunciato? E gli ufficiali? E i soldati? E la corte, i salotti, gli intellettuali, le belle dame prima bonapartiste e dopo monarchiche? Con chi staranno? Con chi andranno? È la domanda che si pone anche il sotto-tenente Théodore Géricalut, un giovane che ancora ignora il suo destino di pittore, un giovane che ancora non sa che gli restano appena dieci anni di vita. Nell’attesa, cavalca con le truppe reali, in un paesaggio inzuppato di pioggia e reso scivoloso dal fango, ma non sa ancora fino a dove e fino a quando. Romanzo storico sui generis, in nome degli “imprescrittibili diritti della fantasia", "La Settimana Santa" coniuga il “mentire-vero” caro ad Aragon, che costruisce un Géricault felicemente di fantasia e però reale, con le date, i luoghi, gli avvenimenti, le uniformi dell’epoca perfettamente documentati e resi con uno stile vivace e febbrile, in cui risuonano gli zoccoli dei cavalli, l’atmosfera febbrile dei borghi dove inseguitore e inseguito si tallonano, i pensieri, le azioni, le chiacchiere e i pettegolezzi dei grandi personaggi storici: Fouché, Ney, Chateaubriand, Filippo d’Orléans, Madame Royale… Salutato all’epoca come “il nuovo Aragon”, la sua “resurrezione”, questo romanzo racconta il passato con un occhio sul futuro. Che cosa significava nel 1815 giurare fedeltà?. Che significato potrebbe significare oggi’ A quali fedeltà un domani potremmo dire sì o no? “È un’opera dove l’avvenire conta più del passato”, ha scritto con ragione François Nourrisier. Postfazione di Franco Cardini.
Il numero 31328. Il libro della schiavitù
Ilias Venezis
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori
anno edizione: 2022
pagine: 290
Anatolia, ottobre 1922. Con il tragico incendio di Smirne e la ritirata dell'esercito greco dal fronte lungo il fiume Sangario, dopo il velleitario sogno di marciare su Ankara, la popolazione greca dell'Asia Minore è lasciata in balia dell'esercito kemalista e di feroci truppe di irregolari. Nella città di Aivalì, di fronte all'isola di Lesbo, il giovane Ilias Mellos è nascosto in casa dai suoi. I turchi rastrellano tutti i maschi dai 18 ai 45 anni. Presto anche Ilias sarà catturato e inviato attraverso marce forzate a piedi nudi verso gli Amelè Taburù, i battaglioni di lavoro all'interno dell'Anatolia. Una cronaca cruda, immediata, priva di giudizi morali o sbavature retoriche, dell'abisso della violenza, della progressiva catabasi di uomini e donne nella disumanità della schiavitù. Pubblicato nella sua prima versione nel 1931 divenne un caso letterario nella Grecia ancora scossa da una tragedia che aveva visto riversarsi sulle isole e sulla terraferma più di un milione di profughi e morire centinaia di migliaia di greci anatolici nel corso di sistematiche violenze e rappresaglie. Scompariva definitivamente la millenaria presenza ellenica in Asia Minore, mentre la vita nei battaglioni di lavoro preannunciava l'inferno concentrazionario della Seconda guerra mondiale. Una dolente e corale testimonianza, un denuncia serrata degli orrori della guerra e dell'odio «questa potenza talmente deificata, ma che si rivela così sterile», tradotta per la prima volta in italiano in occasione del centenario di quella «Catastrofe dell'Asia Minore» che ha segnato la storia e la cultura greca.
Di notte, davanti alla parete con l'ombra degli alberi
Peter Handke
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori
anno edizione: 2022
pagine: 416
Nel tempo prolungato e sospeso che si confà alla durata e alle ore della sera, Peter Handke raccoglie frammenti di pensieri che brillano come pagliuzze d'oro e generano la luce magica più adatta ad animare gli arabeschi delle ombre. Scrive d'amore, "in cui ci si può solo perdere", scrive di quel sentimento che nasce dalla comunione di amore e di volontà, l'entusiasmo, "che si può solo condividere". Scrive anche delle "nefandezze della fretta", dell'impazienza e dell'altro tempo, il tempo della natura, quello che ha a che fare con il vorticare delle foglie, l'oscillare dell'erba, il tremolio della rugiada, soglie più precise dell'alternarsi delle stagioni... Scrive infine del ritmo dell'anima ("sta lì la durata")... Sono note che hanno il carattere della confessione, della rivelazione e i tratti, le vibrazioni della preghiera propria di un asceta laico. Note che Handke accompagna, intervalla, incastona con disegni (qui riprodotti e che fanno del volume un piccolo libro d'arte), diorama che sono danze di luce e pittura su vetro. Diario di uno scrittore autentico, preso di sorpresa, di notte, nell'ombra, taccuino di un cronista della durata, di un uomo che abita nella durata, che ha stretto amicizia con il tempo e si dice: "Smettila di immaginarti di essere giovane - Perché?". Proprio la semplicità, la chiarezza, il nitore costituiscono la cifra stilistica di questi appunti che fanno sussultare il cuore ad ogni passo.
La morte del Vazir-Muchtar
Jurij N. Tynjanov
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori
anno edizione: 2022
pagine: 600
Vazir Muchtar è il titolo ufficiale persiano di Alexsandr Griboedov, ministro russo in Persia, già autore di una commedia famosa e discussa, Che disgrazia l’ingegno, nonché figura interessante quanto enigmatica del panorama letterario moscovita. Nel 1828, prestato alla politica nonostante lo si sospetti di “sentimenti e amicizie liberali”, Griboedov torna in patria da Teheran con in tasca il Trattato di Turkmanchay, primo, ipotetico passo di un protettorato russo su quelle regioni. In quel momento la sua fama di diplomatico è all’apice, ma “l’acre odore di fatalità” aleggia intorno a lui e lo spinge di nuovo verso Teheran, dove il suo destino si compirà sanguinosamente. La morte del Vazir-Muchtar è dunque la storia di quest’uomo, dei suoi amori, delle sue indifferenze, delle sue audacie, delle sue avventure, ma è anche una fantastica sfilata di esseri umani, l’alta società pietroburghese e quella letteraria, i militari e i funzionari, i commercianti e gli spioni e, una volta passato il confine, gli eunuchi e i disertori, la corte dello Scià e i principi pronti a sgozzarsi l’un l’altro... Con una narrazione caleidoscopica che unisce la caricatura alla poesia, Tynjanov delinea un eroe tragico all’interno di una società russa che affronta la sua decadenza con inutili soprassalti di forza, il tutto nella soffocante e ambigua atmosfera del tradimento, del rinnegamento, della servilità.
La notte che arrivai al Café Gijón
Francisco Umbral
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori
anno edizione: 2022
pagine: 303
Negli anni Sessanta della Spagna franchista, il Café Gijón era una specie di parlamentino letterario, dove si facevano e si disfacevano le reputazioni degli scrittori, si tenevano a battesimo quelle dei pittori, si aggiravano toreri e avvocati, generali in pensione, ex repubblicani usciti dal carcere e poeti maledetti, qualche alcolizzato e un po’ di malavita. Quando Francisco, Paco per gli amici, Umbral sbarcò in quel caffè una notte di sabato, non aveva trent’anni e nemmeno una macchina per scrivere, nonostante si fosse autopromosso «periodista». Il Gijón divenne subito il suo porto: «Sapevamo che per le strade di Madrid non eravamo nessuno e tutti andavamo al Café Gijón per sentirci qualcuno». Così, questo libro è il racconto di un’età mitica, quando lentamente, sospettosamente, la Spagna comincia ad aprirsi alla modernità, la dissidenza politico-ideologica fa timidamente capolino fra il fumo dei sigari e il tintinnare della copitas di cava, cinema e letteratura cominciano a farsi conoscere al di fuori dei confini nazionali e il tutto ha un senso di nuovo, la fine di un dopoguerra durato troppo a lungo.
Il questionario
Ernst von Salomon
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni Settecolori
anno edizione: 2021
pagine: 892
Nel 1951, quando la Germania Ovest viveva ancora lo status di Paese occupato, a nemmeno sei anni dal crollo del regime hitleriano e a meno di due dalla nascita della Repubblica federale, uno scrittore che, ancora giovane, aveva conosciuto un grande successo sotto la Repubblica di Weimar, ma di cui negli anni Trenta si erano perse le tracce, pubblicò un libro che subito si impose al grande pubblico, sorta di best seller ante-litteram. L'autore, Ernst von Salomon, aveva allora 49 anni, "Der Fragebogen", "Il questionario", era il titolo, ricavato dai 131 quesiti elaborati e raccolti sotto quell'etichetta dalle autorità alleate nell'intento di stilare una «radiografia del nazismo» applicata al popolo tedesco, una sorta di screening-interrogatorio di massa nel nome della «denazificazione»... L'idea di servirsi di quel canovaccio per raccontare la propria vita e denunciare la miopia imbecille dei vincitori, per mostrare e dimostrare che non erano poi così migliori dei vinti, per rendere note le ingiustizie e i maltrattamenti inflitti ai tedeschi, era intelligentemente perversa e/o controcorrente, in rotta con tutti i conformismi, forte di una requisitoria che se non risparmiava il nazismo, non faceva però sconti agli americani e ai loro alleati. Tutto ciò farà di "Der Fragebogen" il primo libro veramente discusso, con traduzioni in più lingue, del dopoguerra tedesco. "Il questionario" torna ora ristabilito nel suo titolo originale e nella traduzione ormai classica di Pietro Gerbore e a settant'anni di distanza si rivela anche un ritratto in controluce dell'anima profonda tedesca, miserie e grandezze comprese.
Terra eolica
Ilias Venezis
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori
anno edizione: 2023
pagine: 344
È il 1942 e mentre per le vie di Atene imperversa la carestia causata dall'occupazione nazifascista, Ilias Venezis comincia pubblicare a puntate sul giornale Nea Estia, il romanzo Terra Eolica o, come amava chiamarlo, «il racconto degli uomini buoni». Non una fuga dalla tragica realtà della guerra, della morte e della desolazione, ma un modo per ricordare a se stesso e all'intero popolo greco che esiste anche la bontà, l'amore, il sogno, la bellezza di una terra ricolma di doni, anche se ormai distante e perduta. Quella Terra Eolica della sua infanzia, narrata con tono incantato, intrecciato a una millenaria saggezza. In questo capolavoro della letteratura greca del '900, Venezis conduce il lettore attraverso i rapsodici ricordi della fattoria dei nonni, ma esplora anche i primi turbamenti dei bambini protagonisti dell'opera, l'incontro con l'amore, con l'avventura, e con l'incipiente malvagità umana, quella che condurrà nel 1914 l'ellenismo dell'Asia Minore ad abbandonare per la prima volta la propria patria millenaria. Lontano dalle ombre di un'umanità nutrita di odio, il sole che illumina i monti Kimidenia, riscalda i cuori di uomini antichi ed umili, osserva le loro storie fatte di passioni semplici ed autentiche, colorate dai ritmi ciclici della natura, dalle sacre leggi dell'accoglienza e del rispetto fra popoli e culture. E continua ad indicarci la strada per la felicità nelle piccole cose: l'affetto devoto dei nonni, i frutti di una terra non certo rigogliosa, l'amicizia, il rispetto per i più deboli, l'amore, infine, per la propria terra perduta, custodita in un fazzoletto sgualcito, giusto un pugno di terra sufficiente a piantare del basilico: «Terra Eolica, terra del mio paese». Prefazione di Anghelos Sikelianos.
Speranza contro speranza. Memorie. Volume Vol. 1
Nadezda Mandel'stam
Libro
editore: Edizioni Settecolori
anno edizione: 2022
pagine: 550
Nadežda, in russo, vuol dire speranza, e mai come nelle Memorie di Nadežda Mandel’štam, sperare, nonostante tutto e contro tutto e tutti, è stato un imperativo e un insegnamento. Uscite per la prima volta clandestinamente dall’Urss negli anni Sessanta, e subito tradotte negli Stati Uniti, le Memorie della Mandel’štam, ora pubblicate in Italia per la prima volta in edizione integrale (in due volumi: il secondo uscirà nella primavera 2023), raccontano il dramma di una generazione intellettuale all’indomani della Rivoluzione: le illusioni prima, la paura poi, la menzogna come habitus mentale infine. Raccontano altresì gli anni Trenta dello stalinismo, quando un’intera generazione di narratori, critici, poeti, da Osip Mandel’štam a Anna Achmatova, due nomi per il tutto, viene ridotta al silenzio, alla deportazione, alla morte. Infine, gettano uno sguardo sullo sconvolgimento che la morte di Stalin provocherà in un Paese talmente asservito dal terrore dall’essere incapace di capire che cosa quella scomparsa possa significare. Sincerità d’accenti, semplicità tragica, dignità, humour fanno di queste Memorie un capolavoro senza tempo.
I cospiratori
Frederic Prokosch
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori
anno edizione: 2022
pagine: 280
Città d’ombre, passiva e sonnolenta, durante la Seconda guerra mondiale Lisbona diviene un frenetico bazar che l’invasione nazista dell’Europa riempie di profughi: in fuga, in cerca di asilo o di soccorso. La capitale portoghese è un luogo dove forse ci si può fermare o ci si può nascondere, un luogo da dove forse tutto può ricominciare. È l’unica porta che ancora l’Europa può chiudere dietro di sé, l’ultimo porto sull’Atlantico e il Nuovo mondo. Non tutti quelli che arrivano, riescono ad andarsene. Non tutti quelli che arrivano, vogliono andarsene. Ci sono spie e avventurieri, truffatori e truffati, doppiogiochisti portoghesi e agenti segreti d’ogni dove, diplomatici europei disposti a monetizzare i favori inerenti al loro status: passaporti, identità, nascondigli sicuri, la certezza di un volo o di un imbarco. E naturalmente ci sono femmes fatales e tavoli da gioco, dinner jackets e dry Martini, la ronda del sesso dove l’amore può uscire come lo zero alla roulette del casinò. Vincent, il protagonista di "I cospiratori", apolide suo malgrado, è appena evaso dalla prigione di Alfama, un’evasione «pilotata» che ha come obiettivo ultimo non la libertà, ma la morte. Deve uccidere, Vincent, uccidere chi ha tradito lui e i suoi compagni. Non ne conosce né il nome né il volto, e non ha molto tempo a disposizione. Non sa se chi ha tradito sia una «quinta colonna» interna, non sa neppure se possa veramente fidarsi della donna che ama… Analisi sottile delle mente e dei sentimenti di un killer suo malgrado, "I cospiratori" è un romanzo dove la suspense percorre ogni pagina e preda e cacciatore si danno il cambio. Uscito nel 1943, frutto di una conoscenza di prima mano di ciò che allora era la Lisbona neutrale eppure bellica e di cui qui viene dato un memorabile ritratto, "I cospiratori" inserisce Prokosch in quella ristretta cerchia di autori, Koestler, Malraux, Remarque, Silone che hanno saputo costruire romanzi di straordinario spessore avendo l’Europa e la sua «guerra civile» come sfondo privilegiato. Prefazione di Nanni Delbecchi. Postfazione di Raoul Maria de Gomera.
Una scimmia in inverno
Antoine Blondin
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori
anno edizione: 2022
pagine: 180
Sembra che in Cina, o nelle Indie, quando arrivano i primi freddi delle piccole scimmie compaiano nei luoghi più impensati. Sono arrivate lì per curiosità, per paura, per disgusto, e ora non sanno più come tornare nelle loro foreste. Così, poiché gli abitanti locali credono che esse abbiano un’anima, si ingegnano per trovare il modo di “rimpatriarle”, lì dove ci sono le loro abitudini e le loro amicizie… Anche il giovane Fouquet soffre di quella stessa sindrome: è arrivato fuori stagione e apparentemente senza un motivo, in una cittadina della Normandia, Tigreville, ha preso alloggio in un albergo che non ha altri clienti, è separato, è solo, è alcolizzato. Quentin, il vecchio proprietario, lo riconosce al primo sguardo perché è come lui, fa parte di quegli emarginati della società e della vita per i quali il bere non è un vizio, ma il tentativo di colorare l’esistenza, di renderle il suo senso più vero. L’alcol è in grado di riportare Fouquet in Spagna, lì dove fu felice prima che il suo matrimonio andasse a rotoli: è grazie all’alcol se può praticare l’autoromachia, trasformando una strada in un’arena, una macchina in un toro, la sua giacca in una muleta… Quentin tutto questo lo sa perché c’è già passato e la sua Spagna è stata la Cina della sua giovinezza, quando faceva il militare sulle rive dello Yang-tsè-kiang. Lui poi ne è uscito, ma sa anche che se vuole salvare Fouquet dai suoi demoni deve in qualche modo rimettere in gioco sé stesso. Romanzo d’amore e di amicizia, "Una scimmia in inverno" mette in scena la giovinezza, la paura di invecchiare, la solidarietà fra chi si sente escluso, l’eroismo quotidiano di chi ogni volta cerca di rimettersi in piedi. Prefazione di Massimo Raffaeli. Postfazione di Stenio Solinas.