Franco Angeli: Studi e ricerche
L'esperienza napoleonica in Italia. Un bilancio storiografico
Stefano Levati
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2023
pagine: 262
Il bicentenario della morte di Napoleone Bonaparte (1821-2021) ha riacceso ancora una volta i riflettori sul significato e l’impatto che la vicenda del generale còrso ha avuto sulla storia europea. Il presente volume si colloca all’interno di questo mai sopito interesse per le vicende rivoluzionarie e napoleoniche che rappresenta il fulcro dell’attività, ormai pluriennale, del Centro interuniversitario per lo studio dell’età rivoluzionaria e napoleonica in Italia. Il proposito è stato quello di indagare non tanto la figura e l’operato del re/imperatore, quanto piuttosto l’eredità che quella esperienza, per alcuni territori settentrionali quasi ventennale, ha lasciato agli Stati restaurati. La questione è già stato oggetto, in passato, di numerosi e validi studi, che si sono concentrati in prevalenza sull’aspetto della continuità e discontinuità in ambito legislativo, istituzionale e amministrativo del modello napoleonico. I saggi che seguono offrono invece una prospettiva di analisi in parte diversa che rinnova, arricchisce e sistematizza, ovviamente in maniera del tutto provvisoria, le nostre conoscenze sulla delicata e complessa fase di trapasso dal periodo napoleonico a quello della Restaurazione prima e risorgimentale poi nella Penisola italiana. Più che alle vicende normative e istituzionali, che inevitabilmente fanno da sfondo alle analisi proposte, l’attenzione si rivolge all’eredità latamente politica e culturale che molti dei protagonisti della esperienza napoleonica portarono con sé e trasmisero, con maggiore o minore successo, alla stagione che si aprì dopo il Congresso di Vienna.
«Dieu lui accorde un fils». Napoleone, il re di Roma e la legittimazione della dinastia imperiale
Riccardo Benzoni
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2023
Il 20 marzo 1811 centouno salve di cannone annunciarono ai parigini la nascita del figlio di Napoleone e dell’imperatrice Maria Luisa d’Asburgo. Momento di svolta per il regime napoleonico, la nascita del re di Roma offrì a Bonaparte l’opportunità di conferire centralità al principio della continuità dinastica affermato nelle costituzioni e di prospettare agli amministrati l’avvento di un’epoca feconda, caratterizzata dal rafforzamento dell’istituzione imperiale e dal perpetuarsi dei traguardi raggiunti dalla Francia sul piano politico e militare. Attraverso lo studio di una vasta documentazione sinora inedita, il volume analizza le strategie adottate da Napoleone per alimentare l’attaccamento nei confronti dell’erede diretto nei domini imperiali, indagando il legame fra le iniziative di carattere legittimante atte a esaltare il consolidamento dinastico e l’elaborazione del mito del fanciullo, celebrato come autentico dono celeste. Al contempo, il lavoro esamina l’evoluzione della legittimazione del re di Roma negli anni della Restaurazione, ponendo l’accento sugli insistiti richiami al suo ruolo di degno continuatore dell’opera paterna e sui fattori che, all’indomani della precoce dipartita, influirono sullo sviluppo della sua leggenda postuma.
Un'altra nobiltà. Storie di (in)distinzione a Milano. Secc. XIV-XV
Federico Del Tredici
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2017
pagine: 288
La seconda metà del Duecento segnò in Italia e in Europa l'avvio di un processo di profonda revisione dell'identità nobiliare. Ad affermarsi, non senza resistenze, fu un'idea di nobiltà fondata anzitutto su di un riconoscimento politico, quella che Bartolo di Sassoferrato in un suo celebre trattato avrebbe definito «nobilitas illata per principatum tenentem». In molte città italiane a questo cruciale passaggio avrebbe corrisposto nel lungo periodo una definizione del privilegio di stampo patrizio, derivata dalla partecipazione al governo del comune. Non però a Milano, città che pure nel 1377 ebbe una sua “matricola dei nobili”, tradizionalmente salutata dalla storiografia come pietra di fondazione del patriziato locale. Piuttosto che delimitare i confini di un ceto di governo relativamente omogeneo, la matricola milanese tracciava infatti il profilo di una nobiltà larghissima e tutta naturale, definita dall'appartenenza a determinate parentele, senza alcun riguardo per ruoli politici, ricchezze, e perfino per la stessa inclusione nei ranghi della cittadinanza. Una “strana” nobiltà, dunque, che questo libro intende illustrare, mostrando per prima cosa come essa potesse costituire un linguaggio di comunicazione intercetuale, un ponte tra uomini situati agli antipodi o quasi del mondo sociale. Ma perché si affermò a Milano una simile idea di nobiltà? E per quale motivo poté durare sino alle soglie dell'età moderna?