Gruppo Albatros Il Filo: Nuove voci. Le piume

«C'è chi si fissa a vedere solo il buio, io preferisco contemplare le stelle. Ciascuno ha il suo modo di guardare la notte» (V. Hugo)

Una voce che, sempre esistita, iniziamo a percepire, prima soffusamente, poi sempre più chiaramente, quasi avesse avuto bisogno della nostra consapevolezza per farsi materica. Con costanza prende corpo, fino a diventare dialogo a due con una Bambina, archetipo di quella bellezza primordiale e pura che alberga in ognuno di noi, portatrice di quel sentire che, come guida mistica, può farci attraversare lo sconforto e la solitudine. Un senso di pace pervade il lettore, un calore vitale che si irradia tra le crepe della nostra anima e la riscalda, la conforta, la cura, lasciandoci, a fine lettura, travolti da un benessere ristoratore.

Un lungo canto in versi, una sola, unica storia che si racconta, pagina dopo pagina, nei cento passi in cui è composto questo "Il fantasma di una tetra notte". A causa dell'estrema compattezza della scrittura, per il tono, lo stile, gli argomenti, il lettore avrà in effetti la sensazione di trovarsi come davanti ad una sola lunga poesia, ad una sorta di poema in versi Salvatore Mazziotta ci porta all'interno di un incubo metropolitano, ricreando ambientazioni oniriche e rêverie che riportano alla memoria il maledettismo francese, quelle atmosfere nebbiose e sospese tipiche della fine dell'800. La poesia di Salvatore Mazziotta ha un istinto demistificatorio, diretto anzitutto contro le sicurezze e la moralità dei dormienti: l'insonne poeta viene a bussare nel cuore della notte alle persiane dell'ignaro lettore, facendo irrompere il contenuto insolito e spiazzante delle proprie visioni senza requie.

«La raccolta è una profonda ricerca di se stessi che passa per l'ammissione delle proprie paure, dei propri timori, ma anche delle proprie consapevolezze, dei traguardi raggiunti come persona; una riflessione attenta su ciò che siamo stati e quel-lo che siamo ora, in fondo con uno sguardo verso quello che potremmo essere. Quando, infatti, poniamo in discussione la realtà che ci circonda, lo stiamo facendo anche con noi stessi, alla ricerca di qualcosa che realmente ci appartenga.» (dalla Prefazione)

È una poesia intensa e crepuscolare quella che qui la giovane Martina Nai Fovino presenta nella sua nuova silloge inedita, una silloge illuminata dalla luce della luna. "La luna di Renix" questo è infatti il titolo di questa raccolta, è una selezione a tema dove le poesie prendono il via dall'ascolto della voce interiore che si dipana tra le molteplici esperienze della vita, andando a toccare quegli aspetti e quegli affetti tanto significativi da indurre a lasciarli perennemente sulla carta bianca, quasi fossero dei monologhi a quel-la luna che tutto sa e su tutto veglia. In questa raccolta sono presenti emozioni vere e intense, proprio perché nate dai momenti di vita vissuta, immaginata, sognata.

«Niente è come l'amore... Forse banale come pensiero, potrebbe pensare qualcuno, eppure la sua straordinarietà, la sua immensa varietà nelle possibilità di manifestarsi, è talmente incredibile che non basterebbe l'infinito per spiegarlo. La raccolta di poesie di Marcia Valer è una fetta [...] del senso più ampio di amore. C'è racchiuso, infatti, al suo interno, un amore che accarezza vari aspetti, e a cui, per ognuno di essi, dà un bellissimo esempio.» (dalla prefazione)

Un viaggio, magari non sempre lineare e spensierato, all'interno dei vissuti dell'autrice, le sue passioni, le sue rêverie: leggere "Note", la prima silloge edita di Francesca Acanfora, è sgranare i grani di un rosario, essere trasportati in una dimensione di tempo sospeso, in una ritualità che si ripete e che si reitera e che si trasforma in una gabbia dell'anima da spalancare. Quello di Francesca Acanfora è quindi, principalmente un percorso fortemente introspettivo. Ma d'altronde sapere (ri)conoscere se stessi, saper capire il proprio essere, è condizione necessaria per potersi aprire e donarsi con pienezza al mondo e alla vita, senza la paura di restare feriti.

L'amore si esprime in diverse forme. L'arte filmica è la forma d'arte che ha rapito il cuore di Luca Arcangeli che, attraverso "Era metà maggio e andai a Cannes solo per guardare il mare", propone una raccolta di poesie dedicate ai valori e ai negativi retroscena che fanno parte di questo mondo artistico diviso tra la sua purezza artistica, espressa attraverso il "vero" che non si fa corrompere dalla bellezza e dall'estetica, e la sua superficialità commerciale dei prodotti da vendere per accontentare il volgo.

Un ininterrotto e forse irrisolto confronto tra materia e sentimento, un intenso dialogo tra il sé e l'altro, l'eterna dicotomia tra l'essere circondato e immerso nella realtà e il librarsi leggero e lontano con la propria mente e la propria anima, riuscendo così a osservare, a interrogarsi, a riflettere. Perennemente in bilico tra il corpo e l'anima, tra i brividi della materia e i battiti del cuore, Alessio Basile porta i suoi lettori nel centro nevralgico del suo cuore pulsante: un cammino intenso che non si chiude all'ultima pagina, ma invece l'attraversa, proseguendo nell'orizzonte più ampio dell'esistenza.

«I versi - scomposti, destrutturati - rispondono a una carica interpretativa che dalla forza del parlato traggono quello "spirto" espressivo che su carta si colora di vividezza estrema, usando un termine psicanalitico quasi border. Una tenacia comunicativa fuori dal comune aggiunge valore e forza ai componimenti che si muovono in una dimensione che potrebbe essere comunitaria e condivisibile ad un livello più ampio: non è poesia del singolo, è poesia di tutti, per tutti, con tutti, pur nella sua audacia espressiva.» (dalla prefazione)

Sono "Lividi sull'anima" queste poesie: sono momenti, sensazioni, emozioni, esperienze, pensieri. Sono uno sguardo sul mondo esterno e su come questo si specchia ed influenza il mondo interno dell'autrice, sono una lunga riflessione spezzata e intervallata dai tanti stimoli, che comunque mantiene saldo il suo filo conduttore. In questa silloge di Rosanna Cecchi c'è tutto questo e molto di più: ci sono immagini che vengono evocate e si materializzano dal bacino delle memorie e dei ricordi, suoni, ritmi che accompagnano il vivere, racconti che si fanno vivi, spunti costanti di riflessione. Con questo suo titolo, così evanescente e così carnale insieme, l'autrice riesce a sintetizzare bene, in modo puntuale ed efficace, le modalità espressive e le origini intime delle sua scrittura.