Kellermann Editore: Invenzioni

Otto antiche leggende dedicate a Venezia ma non solo. Perché protagonista è l'acqua che lega con fili invisibili la città lagunare al lontano nord Europa dove un capitano di galea naufragò ma scoprì anche il baccalà, per scendere fino al caldo sud, ai deserti e alle dune seguendo la carovana del sale...

Un libro di filastrocche, poesie semplici e spontanee. Strano in questi tempi iper-tecnologici. Ma i bambini ed i grandi hanno ancora voglia di emozioni. E queste filastrocche riescono in pieno allo scopo...

La narratrice scrive a Nina, la nipote, e per lei reinventa le storie e le leggende tramandate nel tempo in quella zona del Veneto lambita a sud dal Piave con i suoi meandri morbidi, e stretta a nord da un ridondante ricamo di colline e Prealpi. È una terra, quella del Quartier del Piave, densa di magie e di creature strane, buffe o inquietanti. Un libro che racconta e ricorda: le storie, le antiche leggende, e si fa memoria di una comunità. Età di lettura: da 6 anni.

Uno strano libro che parla di ometti neri che occupano le camere durante la notte, di pecore che si distendono sul divano di casa, di un omino che non finiva mai le frasi, se non con un eccetera...E poi un frigorifero dentro cui gli sciatori scendono a rotta di collo da montagne innevate, ed Elio che a forza di mangiare gomma americana, un giorno rimbalzò talmente forte da scomparire all'orizzonte..... Insomma: avrete capito che questo è un libro di racconti veramente strampalati. Talmente strani che l'autore ha dovuto rivolgersi ad uno psichiatra (vero) per capirci qualcosa. I disegni di Alessandro De Bei completano l'opera. Non resta che leggerlo, questo "Ometti neri": ma se non ci capirete niente la consulenza psichiatrica la troverete in appendice al libro.

Vittorio Veneto è una città d'acqua. Non certo come Venezia, ma piuttosto come un luogo che la natura ha voluto ricco di doni meravigliosi come le sorgenti, le colline da cui sgorgano, i ruscelli e i fiumi. Non potevano che esserci molte fontane: dalle più semplici vasche usate nel passato come abbeveratoi fino ai manufatti artistici posti a decorazione di piazze e luoghi significativi della città. In questo libro, gli autori usano i loro strumenti preferiti per accompagnarci in un viaggio alla scoperta di tutte o quasi le fontane di Vittorio Veneto. Dalla cartolina di Silvia Bevilacqua, alle corte storie di Vittorino Pianca, sarcastiche, amare, taglienti e a volte divertenti, fino agli intermezzi quasi-poetici ai quali ci ha ormai abituato Carlo Piasentin. Il tutto guidato dalle immagini di Flaminio Carnielli, prestato, come ogni buon dilettante, alla fotografia come mezzo di espressione capace di emozionare.