Pav Edizioni: Aonia

Non tutte le donne amano le rose. Non tutte le donne vorrebbero ricevere rose soprattutto. "Io non amo le rose" è la mia quarta raccolta semiautobiografica che unisce, come in un cocktail sapientemente mixato e poi shakerato, ballate, racconti, riflessioni. La silloge in questione prende il nome dall'omonima poesia, che letteralmente descrive il mio rapporto conflittuale con le rose e con tutto il loro mondo di simbologia e di cliché che ne fanno da contorno. Io personalmente mi rispecchio più in un fiore di campo o in un iris selvatico, non mi piacciono né la perfezione, né tantomeno la retorica correlata alla rosa come fiore, ma amo, invece, tutto ciò che è genuino, autentico e spontaneo.

“Il filo conduttore di questi testi è proprio quello della tristezza che si scopre fantasia, della fantasia che si scopre passione, della passione che si scopre vita. Perché alcune cose cambiano, mentre altre non cambiano mai.” “Mancare la felicità” parla di un giovane fragile, in depressione, che si risveglia nel tempo e col tempo, che scopre e ripensa alle relazioni come unico ponte di salvezza in un mondo veloce, incerto, competitivo. È un omaggio, anche, a chi la depressione non è riuscito a passarla, ma ha scritto di quel sentimento e in quel sentimento con tutta la sua anima poetica: Cesare Pavese. Non sono solo poesie, ma un vero e proprio percorso di guarigione, nel quale chi soffre o anche solo chi si pone alcune domande potrà trovare un motivo per capire perché mancare la felicità, cioè non riuscire ad acchiapparla, può essere un’ opportunità per ripensarla, ripensarci e ricredersi.

La poesia non racconta. Qualunque cosa dica, non lo fa in forma logico razionale. Abita piuttosto un non luogo, quello che gli inglesi chiamano the middle of nowhere: il centro del nulla. Sua ancella è l'intuizione. Suo schiavo il sogno: quello di chi vuol rimanere sveglio. Istantanee vissute e immaginate, ritagliate nel quotidiano e tradotte in eventi dalle suggestioni linguistiche. Un universo di senso che ognuno trarrà dal proprio idioletto. A dispetto di qualsivoglia intenzione dell'autore. Una sovrabbondanza di significati, passibili di confluire in ermeneutiche antitetiche, persino. L'amore declinato in tutte le sue stagioni. Animale indomito, il lirismo, specchio deformante che l'autore tenta invano di addomesticare. Ostico, cavalca praterie selvagge, di sentimenti inconfessabili, senza una meta. Lo credi tuo, ma uno scarto ti disarciona e diventa di tutti. Impossibile dire quando, dove e se mai trovi quiete.

Gli insulti li ho copiati dalla mia ex, di questi tempi non si butta via nulla.

"Questa antologia nasce dall'unione di tanti animi creativi, ispirati tutti a un luogo che incarna la nobiltà interiore. Perla della Puglia, definita tale, la maestosa Cattedrale sul mare. Per poi porre l'attenzione sui palazzi storici, sul ghetto ebraico, sulle chiese medievali e tanto ancora, presente nella città e nei vostri versi. Un ringraziamento va a voi che inneggiate alla bellezza e la trascrivete in poesia." (Dott.ssa Francesca Corraro CEO e Founder Letteral-Mente)

"Dentro il mare c'è un altro mare, c'è un altro mondo, c'è un universo capace di risvegliare i sensi. Il rumore, il profumo, i colori cangianti del mare sono in grado di scandagliare le profondità più recondite del nostro animo, sono capaci di farlo dialogare con l'infinito, di metterci all'ascolto della voce di un cosmo dove si celano le risposte che cerchiamo alla nostra esistenza". (Dalla prefazione di Franco Leone)

"La penna mia rischia. L'inchiostro mio osa dove si frena la lingua e si riposa. Ma è solo un'altra posa, questa mia conquista. È frittura mista."

Tratto dell'amore e quello che s'è dissolto, nonostante lo trattenga nei ricordi. Tematiche odierne: le diversità e della rincorsa all'odio: dimenticando l'umanità. L'essere donna, della bellezza interiore oramai scontata. Il femminicidio ed il buio: costipato in ogni angolo dell'anima. L'amor per un figlio mai nato e il rimaner sola. Ogni poesia scritta presa da alcuni miei frammenti di vita.

"Oculi sub velum (gli occhi dietro il velo)" è una raccolta di poesie molto intime, dove viene narrata una personale ed ideologica visione del mondo, affronta tematiche moderne e mette in discussione le nostre scelte umane. Nella raccolta si possono trovare i dubbi etici e morali dell'autore, con una costante ricerca a un mondo "utopico" ed una felicità eterna che spesso nasce dalla tristezza, ma anche dalla voglia di agire e combattere.

"Istruzione per l’uso: cara Lettrice, caro Lettore, questo libro racconta un cammino, il mio e forse, almeno in parte, anche il tuo; qui rabbia e dolore sono chiamati col loro nome, ma troverai anche gioia e speranza e la proposta di un significato e senso dei nostri giorni, a prescindere dal tuo ‘credo’ personale. Se vuoi leggi e cammina con me senza temere rallentamenti e contraddizioni. Né i miei, né i tuoi." (Lucilla)

Le poesie di "Bottiglie di rugiada" sgorgano istintive, quasi primitive dalla penna di Francesco Giordano. Come un antico aedo, l'autore racconta il suo mondo urbano, artificiale e per molti aspetti corrotto utilizzando un linguaggio che attinge ampiamente dalle suggestioni mitologiche del mondo classico creando versi ironici, disincantati, a volte crudi ma al tempo stesso leggeri e intrecciati ai colori, ai profumi e alle forme della natura tipiche del sud Italia.

"L'uomo si pone ogni giorno migliaia di domande alle quali spesso non riesce a rispondere. L'esteriorità, il silenzio, la paura sono figli dell'uomo moderno nei quali ci si rifugia per paura di spogliare la propria anima. Contro di essi combattono l'amore, la sensibilità e la fragilità, che portano via dall'abisso della malinconia e dalla tempesta della finzione per arrivare in un mondo nuovo, fatto di felicità, empatia e certezze. Certezze di essere sempre se stessi e di affrontare le mareggiate che la vita quotidianamente offre come sfide. Per superare le prove che l'esistenza ci pone davanti dobbiamo lottare con coraggio e affidarci alle persone di sempre, a quelle che non ci abbandoneranno mai, qualsiasi cosa accada. Loro sono la nostra bussola, il punto in cui inizia la luce e termina l'oscurità. E tu, riesci ad abbandonare il tuo buio, cercando di raggiungere la luce? Oppure preferisci cadere, con la speranza di essere salvato?"