Quodlibet: Campi della psiche
Conferenze di estetica lacaniana e lezioni romane
François Regnault
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2009
pagine: 200
Se c'è un'etica della psicoanalisi, come viene affermato in una di queste conferenze, non c'è estetica della psicoanalisi. Si rimarrà allora sorpresi che il titolo supponga che ci sia almeno un'estetica lacaniana. Ma il titolo può non implicare neppure questo, ma soltanto che possa esserci dell'estetica lacaniana. Vale a dire che a partire da Lacan possiamo orientarci in più modi: nelle questioni dell'arte, nell'arte di analizzare, nell'antifilosofia - come un'arte della disinvoltura nei confronti delle dottrine, prendendo qua o là una qualche trovata filosofica - e nella catarsi infine, cioè l'arte di gestire gli affetti, i propri e quelli degli altri.
Un'analisi con Dio. L'appuntamento di Lacan con Kierkegaard
Yves Depelsenaire
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2008
pagine: 160
In classe come al fronte. Un nuovo sentiero nell'impossibile dell'insegnare
Noëlle De Smet
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2008
pagine: 182
Scilicet. Gli oggetto «a» nell'esperienza psicoanalitica
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2007
pagine: 460
L'anti-libro nero della psicoanalisi
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2006
pagine: 386
La psicoanalisi è stata attaccata da un volume edito prima in Francia e poi in Italia, «Il libro nero della psicoanalisi». Questo testo è la risposta a tale attacco e si prefigge di mettere in evidenza la reale posta in gioco in questa polemica tra due scuole di pensiero.
Lost in cognition. Psicoanalisi e scienze cognitive
Eric Laurent
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2006
pagine: 144
Che rapporto c'è tra la psicoanalisi e le scienze cognitive? La psicoanalisi ha qualcosa da dire all'uomo neuronale? Non sarebbe meglio che la sua teoria cedesse il passo alle scoperte delle scienze? O almeno, non sarebbe meglio che scendesse a patti con le scienze cognitive e tentasse di amalgamare le teorie dell'inconscio con le scoperte fatte dalle neuroscienze? Il libro di Eric Laurent segnala l'ingresso della psicoanalisi lacaniana nel dibattito che già da tempo si svolge attorno al rapporto tra psicoanalisi cognitivismo e neuroscienze. Qui non si imboccano scorciatoie semplicistiche nell'approccio critico della tentazione scientista oggi in voga, per collocare la psicoanalisi nel campo "oggettivo" della scienza cognitiva o della neuroscienza. Sono affrontate in modo documentato e articolato tutte le impasse e le forme di impossibilità di tale tentazione, che passano da un estremo all'altro: dal riduzionismo, sostenuto da alcuni, della psicoanalisi a neuroscienza, all'ibridazione generalizzata delle scienze, sostenuta da altri. La molteplicità degli approcci in questo campo è tale da rendere prioritario un lavoro come quello di Eric Laurent che, dall'interno delle questioni sollevate dal tecnoscientismo contemporaneo, isola la posizione della psicoanalisi e la sua inassimilabilità a traduzioni della sua esperienza in termini strettamente scientisti, che prescindono dal reale che le è proprio e su cui essa opera come pratica clinica.
L'angoscia. Introduzione al Seminario 10° di Jacques Lacan
Jacques-Alain Miller
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2005
pagine: 120
Che cos'è l'angoscia? Per la medicina è una disfunzione fisica, per la psicologia è un'anomalia del giudizio o dell'adattamento, per Kirkegaard è un concetto che apre alla metafisica, per Freud è un segnale che non ha un'utilità ma una funzione: causa la rimozione dando avvio alla formazione del sintomo. Lancan riparte da Freud per dire che l'angoscia è un "segnale del reale", è cioè il segnale di un godimento che precede il desiderio, o meglio, essa è logicamente necessaria alla sua costituzione. Allora all'angoscia bisogna dare il suo giusto posto, in quanto operatore che produce l'oggetto causa del desiderio. Questo libro è un commento dell'autore del Seminario sull'"Angoscia" di Lacan.
Il desiderio che ama il lutto
Sarantis Thanopulos
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 96
Il desiderio è tensione psicocorporea verso il piacere dei sensi, ed è dunque squilibrio. Produce un coinvolgimento profondo della soggettività, che la impegna nella sua totalità e la estroverte irreversibilmente, ma solo a patto che essa sappia maturare, oltre il narcisismo indotto originariamente dalla dipendenza dalla continuità della cura materna (ovvero, superando il lutto costituito dalla "mutilazione di madre"), verso un incontro con l'oggetto desiderato che corre il rischio del fallimento. Nel suo dispiegarsi, il desiderio anticipa il godimento a cui aspira, cerca la tensione, fatta della propria stessa "materia", ma anche della materia di cui sono fatti i sogni, cioè le soggettività (riconosciute come) dotate del nostro stesso rango ontologico. Attraverso il gioco delle differenze tra coinvolgimenti psicocorporei, insieme simili e diversi, il desiderio vive e persiste, costruendo un mondo dialogico, felicemente plurale ed instabile. La costituzione della differenza procede quindi dal lutto: è un movimento doloroso che sperimenta la tensione verso la soddisfazione e, al tempo stesso, quella soddisfazione pre-sente, con ciò accettando la mancanza ed apprendendo a costruire l'autonomia propria e dell'oggetto d'amore. Nella sua forma compiuta, dunque, il desiderio ama il lutto, perché è attraverso il lutto che ritrova il suo oggetto perduto - riconoscibile nella sua identità, ma anche trasformato.
Il taglio. Linguaggio e pulsione di morte
Felice Cimatti
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2015
pagine: 147
Il corpo umano si costruisce intorno ad un taglio che non si rimargina, che non diventa cicatrice. Prima di quel taglio il corpo ha già molte abilità e conoscenze, ma non è ancora un corpo umano. Il taglio è un enigma, per sempre incomprensibile, che altri, genitori, adulti, antenati, letteralmente inseriscono nel corpo del piccolo umano. Il taglio può essere un desiderio che precede la sua nascita, e quel desiderio non è suo. Oppure può essere uno sguardo, con cui un padre osserva il figlio impacciato. Può essere, ancora, una parola, con cui una madre definisce la figlia, una parola che traccerà un destino. Sono tante le forme di quel taglio, tante quanti sono i corpi umani. Il taglio non ci sarebbe se gli esseri umani non parlassero. Il taglio è il linguaggio. Per questo il linguaggio, lo ricordiamo anche se è una banalità, è molto di più di un mezzo di comunicazione. E quello che Freud chiamava pulsione di morte. Questo libro sostiene che la sfida che si apre per ogni corpo è confrontarsi con quel taglio; se c'è un compito, per l'animale che parla, è provare a diventare, finalmente, un corpo. E basta.
Vita di Lacan. Scritta a beneficio dell'opinione pubblica illuminata
Jacques-Alain Miller
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2011
pagine: 61
"Vita di Lacan". Se mi è venuta in mente questa formula, è perché fa risuonare in me quel genere letterario rappresentato dalle vite di uomini illustri, nato nell'antichità, proseguito durante il Rinascimento e giuntomi a conoscenza nel 1953, in quarto ginnasio, con il "De Viris illustribus" dell'abate Lhomond, e, qualche anno dopo, con le "Vite parallele" di Plutarco. La persona erudita insegna che la scrittura della vita comporta tutt'altra disciplina della storia. Vi è all'origine una sorta di biforcazione tra il registro della storia, il suo patrocinare l'esattezza - riferire l'evento così com'è, nel suo contesto e nella sua collocazione cronologica - e la scrittura delle vite, che, nell'antichità, era propria del registro dell'etica. Così intendo "Vita di Lacan". Quale fu l'etica della sua vita, e cosa ne da prova, nel suo essere come nella sua esistenza?" (Jacques-Alain Miller)
Commento al caso clinico dell'Uomo dei lupi
Jacques-Alain Miller
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2011
pagine: 176
L'Uomo dei lupi è l'unico, tra i cinque grandi casi clinici di Freud, per il quale la diagnosi risulta problematica. Kraepelin, nel 1908, parla di psicosi maniaco-depressiva. Freud, nel 1918, analizza Sergej P. come un nevrotico ossessivo, pur rilevando la presenza di sintomi isterici e fobici, per arrivare a diagnosticare, nel 1937, una psicosi paranoica. Ruth Mac Brunswick, nel 1926, parlerà di una psicosi paranoica di forma ipocondriaca. Lacan, infine, dedicherà nel 1952 un Seminano all'Uomo dei lupi e ne parlerà più volte nel corso del suo insegnamento. Ed è dall'analisi di questo caso che Lacan estrae il concetto di forclusione (Verwerfung) come meccanismo centrale della psicosi. Questo testo riprende un Seminario di DEA (Diploma di studi approfonditi) del 1987-1988 sulla clinica differenziale delle psicosi nel corso del quale Jacques-Alain Miller ha dedicato numerose lezioni all'analisi di questo straordinario caso freudiano. Si tratta di uno studio portato avanti con una meticolosità chirurgica tesa a dimostrare che, al di là della questione diagnostica, è in gioco un problema clinico che richiede dunque di ritrovare dei punti di riferimento strutturali. È solo a partire da essi che possiamo comprendere perché Lacan ritrovava la particolarità dell'Uomo dei lupi nello scatenamento della sua psicosi a partire dal buco della significazione fallica e non della forclusione del Nome-del-Padre.
La distanza amorosa. Il cinema interroga la psicoanalisi
Rosamaria Salvatore
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2011
pagine: 152
François Truffaut, Marco Ferreri, Carl Theodor Dreyer, Michael Haneke, Samuel Beckett: sono i nomi degli artisti di cui parla questo libro proponendo una lettura inedita dei loro film. Un volume supplementare di cinema e psicoanalisi, dunque? Un'ennesima edizione di psicoanalisi applicata al cinema? No; la psicoanalisi si applica solo al sintomo. Al sintomo di un soggetto che soffre nel corpo e nella mente. La psicoanalisi non si applica al cinema, come non si applica né all'opera d'arte né all'artista. Sebbene ogni artista non possa esimersi dall'interrogare quanto accade nella propria vita e nel mondo in cui vive; non certo per proporre dei modelli da seguire o una pedagogia da inculcare. L'artista, invece, mette in luce la trama di un discorso che ci coinvolge. Un discorso in cui ognuno di noi è preso come un essere vivente e sessuato, preda della passione o della follia, un discorso che si snoda come il discorso dell'altro, ossia dell'inconscio. In tutto ciò l'artista, per dirla con Lacan, precede lo psicoanalista e addirittura gli apre la strada: ecco la lettura proposta dall'autrice di questo libro.