Quodlibet: Habitat
L'architettura della partecipazione
Giancarlo De Carlo
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2015
pagine: 144
Il percorso accademico e professionale di Giancarlo De Carlo congiunge in un'unica vocazione due termini etimologicamente contrapposti: architettura e anarchia, tenendosi sempre al riparo dalle allucinazioni utopistiche tipiche, ad esempio, degli anni Sessanta e Settanta, e anzi mantenendo sempre dritta la barra della "ricerca di un metodo e, soprattutto, di un rigore capaci di restituire credibilità all'approccio disciplinare (Tafuri)". Nello scritto qui pubblicato egli tenta di dimostrare in forma lineare e lucida come l'idea di una architettura partecipata - "quando tutti intervengono in egual misura nella gestione del potere, oppure - forse così è più chiaro - quando non esiste più il potere perché tutti sono direttamente ed egualmente coinvolti nel processo delle decisioni" - possa costituire un'utopia realistica, cioè compiutamente realizzabile. Le distinzioni teoriche messe in campo a tale scopo: progetto vs processo, funzione vs uso, ordine vs disordine e così via, forniscono un armamentario utile ancora oggi per chi tenti di mettere in moto nuove pratiche di partecipazione non solo in campo architettonico.
Contro l'oggetto. Conversazioni sul design
Emanuele Quinz
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
pagine: 314
«"È impossibile definire il design". Sempre più spesso ci imbattiamo in questa affermazione, da parte di critici e storici del design. Un vezzo? O l'ammissione di un'impossibilità reale di identificare e delimitare le frontiere di un fenomeno troppo esteso o sfuggente? Come se non si trattasse più di una disciplina all'interno di un sistema delle arti, di un settore professionale e produttivo all'interno di un sistema economico, di un campo di tecniche, concetti, pratiche e tradizioni all'interno di un orizzonte culturale, ma al contrario di una nozione a cui si presta una forma di universalità: il design è tutte queste cose, e molto di più». L'autore, che da tempo risiede e insegna in Francia, fa dunque il punto sul design degli ultimi anni, sfruttando la propria formazione artistica per decifrarne i processi creativi. Le personalità internazionali qui esposte vanno dai veterani Giovanni Anceschi e Ugo La Pietra fino a Martino Gamper o Didier Fiuza Faustino. Attraverso una serie di interviste viene data la parola direttamente ai designer.
Il giardino in movimento. Da La Vallée al giardino planetario
Gilles Clément
Libro
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
Il giardino in movimento racchiude in sé diversi gradi di leggibilità: è una guida per il giardiniere, è un trattato di filosofia della natura, è un resoconto letterario delle esperienze che Gilles Clément (paesaggista, ingegnere agronomo, botanico ed entomologo) ha fatto interagendo con la natura. E parte non secondaria dell'importanza di questo libro sta nell'imponente apparato di immagini che lo stesso autore ha raccolto a corredo del suo racconto. È innanzi tutto un'educazione dello sguardo, allo scopo di acquisire la facoltà di rinvenire ciò che nel mondo vegetale è al contempo invisibile e fondamentale. Dall'altro lato vengono descritti e analizzati nel dettaglio una miriade di casi concreti per rendere trasparente cosa significhi dare corpo a un'idea paradossale come quella di «giardino in movimento», spazio in cui la natura non è assoggettata e soffocata dalle briglie di un progetto, di uno schema preconfezionato, e dove spesso è più prezioso sapere cosa non fare piuttosto che intervenire e aggredire. Si apprende l'arte di agevolare, favorire, incoraggiare, e mentre «il gioco delle trasformazioni sconvolge costantemente il disegno del giardino», tanto il giardiniere, ovvero il «guardiano dell'imprevedibile», che ogni eventuale visitatore, possono nutrirsi delle immancabili dosi di "sorpresa" che la natura riserva loro quando si esprime finalmente nella sua pienezza.
Utopie radicali. Archizoom, Remo Buti, 9999, Gianni Pettena, Superstudio, UFO, Zziggurat. Catalogo della mostra (Firenze, 20 ottobre 2017-21 gennaio 2018)
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 346
"Utopie Radicali" è il titolo della mostra che presenta le opere degli architetti radicali fiorentini a più di mezzo secolo di distanza dai loro esordi. Nati in un fecondo momento di crisi, in un periodo segnato, a Firenze, dalla tragica alluvione del 1966, è caratterizzato, in tutta Italia, da forti tensioni politiche e sociali ma anche da un il grande rinnovamento artistico e linguistico, i lavori di Archizoom, Remo Buti, 9999, Gianni Pettena, Superstudio, UFO, Zziggurat sono oggi presenti nei principali musei del mondo. Gli scritti, i disegni e i progetti dei sette protagonisti godono infatti tuttora di una capillare diffusione, e hanno influenzato più di una generazione di architetti, storici, designer e artisti in moltissimi paesi. Questo volume offre la possibilità di conoscerne l'opera teorica e visiva, e, grazie a un'accurata ricostruzione del contesto in cui potè svilupparsi, restituisce uno spaccato unico e in larga parte ancora inesplorato di una capitale dell'architettura del secondo Novecento.
Con la coda dell'occhio. Scritti sulla fotografia
Marina Ballo Charmet
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 181
Il soggetto privilegiato della fotografia di Marina Ballo Charmet è il «sempre visto», ciò che rimane sulla soglia della percezione, il fuori-fuoco in cui traspare «il rumore di fondo della nostra mente». Per far affiorare questa dimensione occorre allora guardare il mondo «con la coda dell’occhio», incorporando allo sguardo la distrazione, la latenza, la multivocità dell’esperienza quotidiana. Accompagnare le immagini con la scrittura è stata una costante necessità dell’autrice lungo tutto l’arco del suo percorso. Dialogare a distanza con gli autori e i fotografi prediletti (come Gabriele Basilico e Lewis Baltz), appuntare pensieri, redigere diari di lavoro, chiarire retroterra teorici e scoprire affinità d’ispirazione (ad esempio con Robert Adams, Raoul Hausmann, Timothy O’Sullivan) si rivelano così momenti integranti della sua pratica creativa. Disposti seguendo un ordinamento insieme tematico e cronologico, i testi illuminano anche la relazione tra lavoro con le immagini e lavoro psicoterapeutico, visti entrambi come processi basati su «una particolare relazione di ascolto con il mondo o il paesaggio esterno, di sorpresa verso cose che sembrano non avere un senso particolare». Questo libro offre una riflessione sulla fotografia come strumento di conoscenza e come mezzo di esperienza che attiva l'inconscio. Il volume, a cura di Stefano Chiodi, è accompagnato da una conversazione di Jean-François Chevrier con l'autrice.
La città scritta. Carlo Aymonino, Vittorio Gregotti, Aldo Rossi, Bernardo Secchi, Giancarlo De Carlo
Stefano Boeri
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 211
Nata come tesi di dottorato, "La città scritta" è stata in seguito rielaborata e ampliata in un saggio che affronta il pensiero e l'opera di tre fra i più importanti architetti del secondo Novecento italiano ed europeo: Carlo Aymonino, Vittorio Gregotti e Aldo Rossi. I loro libri e i loro edifici più celebri sono il materiale di studio alla base del "racconto urbanistico" di Stefano Boeri che, scritto trent'anni or sono, ha poi subito un lungo e intermittente processo di riscrittura, costantemente caratterizzato, però, da una decisa opposizione all'"ossessione normativa". L'ultima parte del volume è dedicata ai ritratti inediti di altre due figure cruciali dell'urbanistica italiana, quelle di Bernardo Secchi e Giancarlo De Carlo, in un accostamento originale e affatto personale che costituisce soprattutto un omaggio a due modi differenti di leggere e scrivere la città.
Nelle città del mondo
Giancarlo De Carlo
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2025
pagine: 256
Nei primi anni del dopoguerra, Giancarlo De Carlo trascorre tutte le estati a Bocca di Magra al seguito di Elio Vittorini. Ne nasce in breve una sorta di gruppo che comprende anche Vittorio Sereni, Giulio Einaudi, Franco Fortini, Albe Steiner, Italo Calvino. Il legame più profondo però resta quello con Vittorini con cui l’architetto genovese condivideva le origini famigliari siciliane e una più stretta frequentazione a Milano dove peraltro erano vicini di casa. Perciò, quando nel 1995 De Carlo, coadiuvato da Livio Sichirollo, decise di raccogliere una selezione di suoi testi sparsi volle omaggiare con il titolo il romanzo postumo e incompiuto di Vittorini, Le città del mondo, a sottolineare la loro comune passione urbanistica, ma con una differenza: se lo scrittore guardava da lontano le città sognate o rievocate dai personaggi dei suoi racconti, l’architetto invece le attraversava e le osservava sempre da vicino: «La città era per noi il miracolo nel miracolo ancora più grande che è il territorio». Dunque questo ultimo libro autografo di De Carlo – riproposto con un lungo saggio poco noto sulla natia Genova – è una successione di ritratti di città amate o criticate, da Olimpia a Los Angeles, da Parigi a Milano, da Nuova Delhi a Barcellona, da Siena a Salisburgo, da Kiev a Istanbul, che compongono una sorta di diario di viaggio scritto con la passione del progettista e l’acutezza dello scrittore.