Rizzoli: BUR Bur 60
Il compagno segreto
Joseph Conrad
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2009
pagine: 96
Un giovane capitano, al suo primo comando su una nave, dà un ordine stravagante, manda a dormire i marinai e decide di rimanere solo sul ponte a guardia della nave. Proprio quella notte il capitano avvista e raccoglie un naufrago destinato a sconvolgere la sua vita. Il rapporto fra i due è, fin dall'inizio, misterioso e segreto: esistono, fra il capitano e il naufrago, una somiglianza inquietante e una inspiegabile affinità. Il rapporto continua anche quando il capitano scopre che l'uomo è un assassino in fuga. Ma i sospetti dell'equipaggio costringono a una separazione forzata, il naufrago verrà abbandonato e il capitano riprenderà saldamente il comando della nave.
Contro le lusinghe del mondo
Marco Aurelio
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2009
pagine: 96
Le riflessioni e le confessioni di un filosofo che, seduto sul trono del più grande impero dell'antichità, guarda al mondo come a un incessante fluire di tutte le cose: le attività e le passioni umane, e perfino la gloria stessa, sono solo oblio e illusione. Ma se la vita scorre così rapida, se il passato è lontano e il futuro incerto. Marco Aurelio invita ad approfittare del presente e delle circostanze, della possibilità di contribuire, per la propria parte, all'ordine del cosmo. Ognuno ha il suo posto nell'universo, che gli è stato assegnato e a cui non è possibile sottrarsi. Franco Cordelli coglie e ribadisce questo accento profondamente etico nel pensiero dell'imperatore stoico: "Per Marco Aurelio, brevità o durata della vita sono la medesima cosa: tutto è presente, tutto è nell'attimo che fugge... Ogni impresa dipende da noi, dalla nostra volontà o disponibilità ad ascoltare, a capire". L'imperatore scrive queste pagine nei ritagli di tempo che le cure del governo e le guerre contro le tribù germaniche gli lasciano, eppure dal suo scranne regale continuamente ammonisce: "Sii un uomo libero!". Sono le parole che aveva pronunciato prima di lui uno schiavo frigio, Epitteto. In queste pagine, a mezza via tra la precettistica filosofica e il diario intimo, in questo esame di coscienza a cielo aperto, che non nasconde e non scusa nulla. Marco Aurelio esercita l'eroica autenticità che sempre perseguì come un dovere verso se stesso e verso tutti gli uomini.
La pensione Grillparzer
John Irving
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2009
pagine: 176
Questa è la storia di come un ragazzo può diventare uno scrittore. Anzi, di come succede di diventare uno scrittore a un ragazzo di nome Garp. I primi capitoli de "Il mondo secondo Garp" raccontano di una madre e di un figlio, di un'ambizione insensata e di un riscatto: insomma, di un sogno americano fatto di fatica e abnegazione. Ma soprattutto, come dice Francesco Piccolo, "quasi fa rumore, questo libro, per quanta roba contenga". La vita di Garp, della ragazza dei suoi sogni, della sua carriera, i suoi momenti di felicità e quelli di tragedia tracciano una parabola straniata e avvincente che farà di questa storia un capolavoro del Novecento.
L'etica protestante e lo spirito del capitalismo
Max Weber
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2009
pagine: 129
Un'opera fondamentale per comprendere la società moderna, le sue radici culturali, il suo destino. Oggetto di continue contestazioni ma puntualmente riproposto, criticato decine di volte "in modo definitivo" ma sempre risorto dalle sue ceneri, questo libro ha cambiato radicalmente il corso delle scienze umane nel Novecento. All'inizio del testo Weber pone una domanda, che inevitabilmente "il rampollo della civiltà europea moderna" dovrà farsi: quali circostanze hanno fatto sì che proprio sul terreno dell'Occidente, e soltanto lì, comparissero fenomeni di civiltà che, almeno secondo l'opinione tra noi diffusa, avevano validità universale? Francesco Giavazzi sottolinea il tratto di radicale novità insito nella connessione tra etica religiosa e capitalismo: "Gli incentivi economici da soli non bastano per determinare il passaggio da un sistema economico a un altro: fu la Riforma protestante a insegnare che l'accumulazione della ricchezza non è solo un vantaggio, è un dovere". Questa grande intuizione weberiana segnò l'inizio di un nuovo modo di guardare al rapporto tra economia e cultura, e di conseguenza di un diverso modo di guardare ai sistemi di potere, non più fondati sul dominio ma sull'egemonia. II testo dei due saggi che compongono "L'etica protestante e lo spirito del capitalismo", presentato in questa nuova e agile veste, dischiude scenari sul presente e sul futuro ai lettori contemporanei.
Gli stili del potere
James Hillman
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2009
pagine: 112
Che cos'è il potere? In quali forme e con quali simboli determina la nostra vita quotidiana? Uno dei maggiori filosofi e psicoanalisti viventi cerca di rispondere a queste domande attraverso un esame serrato e spietato della vera religione del tempo presente: si può usare "la forza, la forza di volontà, la persuasione, la logica, l'argomentazione, oppure la conversione, il terrore, la manipolazione, l'irretimento, l'inganno. Qualunque sia il metodo, il complesso di potenza subordina tutto all'arrivare e al restare in testa". Silvia Ronchey, che con Hillman collabora da molti anni, indica le connessioni intime fra le strutture del potere e quelle del nostro io più profondo: in questo senso, una riflessione sulla sfera pubblica può rappresentare un "recupero di anima per la vita collettiva". Hillman interpreta tutto quanto ci accade intorno, dal microcosmo della psiche al macrocosmo della società, sorprendendo a ogni pagina e rifiutando ogni cliché su gruppi senza leader e organizzazioni orizzontali, in cui "nuovi peccati sostituiscono quelli vecchi" e si è costretti dentro un tirannico "assolutismo dell'uguaglianza". Così questa inedita ricognizione sugli "stili del potere" da parte di una delle voci critiche più lucide del mondo contemporaneo smuove le nostre coscienze e ogni comodo automatismo. La speranza esplicita è che "le idee del potere cedano il posto al potere delle idee".
Satire
Ludovico Ariosto
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2009
pagine: 122
Uno scrittore che sognò tutta la vita di non avere davanti a sé altro che la pagina bianca da colmare. Lo avevano costretto a fare il governatore "cavallaro" nella Lunigiana infestata dai briganti, l'ambasciatore a Roma tra le corruttele della corte papale: ora, attraverso un ironico autoritratto, rivendica il soprannome di "Ludovico delle tranquillità", appioppatogli dagli Este. Ed è proprio questa la voce del poeta che Ermanno Cavazzoni riproduce divertito: "A me, dice l'Ariosto, piace cuocere una rapa sul fuoco e poi mangiarmela con un po' di sale e d'aceto... io preferisco stare nella mia contrada, e le tempeste e i tuoni vederli sulla carta". Davanti al proprio leggio, l'Ariosto vola sulle ali della fantasia ai quattro angoli del globo, sulle orme dei suoi paladini, invasati dall'amore. E dire che lui anche dal matrimonio intende preservarsi: a meno che non si tratti di una compagna capace di infondere quiete nel consorte. Dunque, eccola di nuovo quell'ostinata difesa del privato che le "Satire" propongono con disarmante sincerità. E chissà, forse questa breve lettura sarà in grado di infondere nuovo vigore in chi voglia ritagliarsi un margine - pur piccolo - di libertà nel frastornante disordine della vita.
Medea
Euripide
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 2009
Medea ordisce una vendetta tremenda contro il marito che l'ha abbandonata, uccidendo i propri figli e negandogli così l'autorità paterna istituzionalmente riconosciuta. Il genio di Euripide ci presenta un'eroina tragica totalmente nuova per la cultura greca del tempo, una donna appassionata e lucida, in cui l'impulso emotivo si unisce a un estremo controllo intellettuale.
Sulla tolleranza
Voltaire
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2009
pagine: 121
Una campagna appassionata in difesa di un uomo giustiziato, senza esitazioni di fronte all'autorità e alla tradizione, di fronte ai poteri di una gerarchia spirituale e di un governo assoluto. Considerato a tutt'oggi una testimonianza indelebile dello spirito illuminista e un manifesto senza tempo della libertà di pensiero, questo "Trattato sulla tolleranza" fu scritto da Voltaire in occasione di un fatto di cronaca. La sera del 13 ottobre 1761 il giovane Marc-Antoine Calas venne trovato morto. Dell'omicidio fu accusato il padre Jean, calvinista. Il movente: la presunta conversione al cattolicesimo del figlio. Fu l'inizio di un'accesa battaglia civile e religiosa che si concluse con la condanna a morte di Jean Calas da parte del tribunale di Tolosa. Sergio Luzzatto, uno degli storici italiani che con più forza si sono pronunciati contro l'oscurantismo religioso, sottolinea tutta l'attualità del Trattato: "Voltaire aveva inteso perorare la causa generale della libertà d'opinione, contro le logiche sacre o profane di qualunque ortodossia. Contro la logica di qualunque pensiero unico". Ad animare le pagine di Voltaire è un'idea radicale: la tolleranza è la prima prerogativa dell'umanità, è la sua legge di natura. Perché "il diritto dell'intolleranza è assurdo e barbaro; è il diritto delle tigri; anzi, è anche più orribile, perché le tigri non sbranano che per mangiare, mentre noi ci siamo sterminati per dei paragrafi."
Ottantasette tragedie in due battute
Achille Campanile
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2009
pagine: 111
Queste tragedie sono in realtà commedie: scenette teatrali in due battute basate sul 'nonsense' e sul paradosso. Achille Campanile mette in luce la pericolosità dei luoghi comuni, scardinandoli dall'interno e dissolvendoli nella loro assurdità. I personaggi che si muovono su questo palcoscenico immaginario, in un'atmosfera di sospensione ossessivamente nutrita di dettagli, hanno una sola battuta a testa per giocare il loro ruolo. Talvolta le stesse note di rappresentazione costituiscono l'intero contenuto della tragedia, come in quella d'apertura, "Una tragedia evitata in tempo", nella quale l'unico protagonista non recita una sola battuta; o in quella di chiusura, "Un dramma inconsistente", il cui solo personaggio è Nessuno, la scena "si svolge in nessun luogo" e Nessuno "tace". Beppe Severgnini, difensore appassionato della lingua italiana, sottolinea come Campanile tratti le parole: "Con delicatezza, infilzandole una a una, come un collezionista di farfalle. In un romanzo si può sbagliare una pagina, in un racconto un paragrafo, in un articolo qualche parola. In una 'Tragedia in due battute' neppure una virgola. Campanile trasforma la precisione stilistica in una vertigine letteraria".
La festa delle donne
Aristofane
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2009
pagine: 102
Una commedia per difendere le donne? O per ribadirne la condanna? II protagonista di questo testo, ambientato durante la festa in onore di Demetra e Persefone, è Euripide: il grande tragediografo è molto preoccupato che le donne di Atene vogliano punirlo per avere parlato male di loro nelle sue tragedie. Per questo chiede a un suo parente, Mnesiloco, di travestirsi da donna per prendere le sue difese al farsesco processo messo in scena dall'assemblea delle donne. Ha inizio così una lunga serie di situazioni bizzarre, giocate sui travestimenti e sulla contrapposizione tra identità maschile e femminile che rendono questo testo uno scherzo. Aristofane primo femminista, dunque? Secondo Lella Costa non si potrebbe fare torto peggiore alla grandezza di questo autore, "il cui intento non era quello di farsi paladino della causa, o delle ragioni, delle donne della sua epoca, ma quello di servirsene per costruire quelle formidabili macchine da guerra che sono le sue commedie". Quindi i problemi della condizione femminile e della misoginia, che pure erano molto sentiti nella Grecia antica, qui non sembrano essere più che un pretesto: il vero bersaglio è Euripide. In realtà il commediografo Aristofane vuole dare voce, nell'attacco delle donne contro il drammaturgo rivale, all'eterno conflitto che oppone la tragedia alla commedia.
La natura dell'intelligenza emotiva
Daniel Goleman
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2009
pagine: 149
Cosa vuol dire essere intelligenti? E, soprattutto, può aiutare a essere felici? In questo saggio, letto da milioni di persone in tutto il mondo, Daniel Goleman raccoglie la sfida: spiegare perché persone "molto intelligenti" falliscono in settori importanti della propria vita; perché, in sostanza, sono infelici. Mentre la civiltà occidentale si fonda sulla separazione fra ragione ed emozioni, Goleman aiuta a capire e a governare le "abilità del cuore", perché, "le passioni, quando ben esercitate, hanno una loro saggezza; esse guidano il nostro pensiero, i nostri valori, la nostra stessa sopravvivenza". Già nella civiltà greca era riconosciuta un'intelligenza diversa da quella logica e geometrica, come ci ricorda Domenico De Masi: consisteva "nell'acutezza, nella vivacità e nella finezza di spirito, grazie alle quali la mobilità dell'intelligenza si sposa con la rapidità dell'azione". L'intelligenza emotiva di Goleman è proprio questa mobilità del pensiero, è la "capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi e di gestire positivamente le nostre emozioni". Ricordandosi che il proprio temperamento non è un destino, e che l'autocontrollo e la compassione sono ciò di cui il nostro tempo ha più bisogno.
Ricordi d'egotismo
Stendhal
Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 2009
pagine: 121
Il diario intimo di un uomo che, sulla soglia dei cinquant'anni, traccia un bilancio senza pudori della propria esistenza, "col piacere di chi scrive una lettera a un amico". Così in pieno Ottocento un diplomatico francese, console a Civitavecchia, abbozza in soli quattordici giorni i suoi "Ricordi d'egotismo". Pagine apertamente autobiografiche in cui si trovano impressioni su uomini e viaggi, su Parigi e l'adorata Milano, dove si era consumata la disfatta sentimentale di Stendhal, straziato dall'indifferenza dell'amatissima Matilde al punto di vagheggiare il suicidio. Il Raffaele La Capria rimarca la grandezza letteraria di questa limpida umanità: "Stendhal io l'ho sempre amato non solo come lo scrittore dei romanzi ma come l'uomo che si mostra negli scritti intimi. Ho amato la sua teoria del cuore umano". Il Raccontarsi per capire chi si è, con il coraggio della perfetta sincerità: così si può riassumere la scommessa di queste pagine, scritte di slancio e senza ritocchi, senza nulla "aggiustare". Perché la vita è più vera e disordinata della letteratura. Il Così questo "esame di coscienza con la penna in mano" diventa un vivace alternarsi di ricordi, e tra humour e malinconia, nostalgia e distacco, e fino alla confessione estrema, la più disarmante, che chiude il libro il 4 luglio 1832: "II caldo mi toglie le idee all'una e mezzo".

