Sellerio Editore Palermo: Quaderni bib. siciliana di storia e let.
La grande impresa. Domenico Caracciolo viceré e primo ministro tra palermo e Napoli
Francesco Renda
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2010
pagine: 165
Sullo sfondo della "difficile unione" tra la Sicilia e Napoli, lo storico siciliano punta la lente d'ingrandimento della ricerca su una figura dominante e multiforme dell'Illuminismo europeo e traccia il bilancio dell'azione di un personaggio tra i più controversi della travagliata storia del regno del sud. "Cosa fa degno di fama Domenico Caracciolo? A nostro giudizio - sintetizza Francesco Renda -la volontà di realizzare una grande impresa, da lui definita l'epopea della resurrezione siciliana, per creare le basi necessarie allo sviluppo delle arti, dell'agricoltura, della industria, del commercio e della cultura generale del Regno di Sicilia. Tutta la storia del viceregno di Caracciolo è concentrata nella realizzazione di quella impresa, formalizzata in proposta di catastazione generale del territorio isolano e di trasformazione della imposta personale in imposta sulla terra, che avrebbe fatto pagare solo chi ne aveva il possesso. Caracciolo aveva una cultura europea. Prese perciò a modello il catasto già realizzato in Lombardia, in modo che nella sua esecuzione si adottasse lo stesso metodo e si ottenessero i medesimi risultati della Lombardia. Ed era quel metodo, il Sud che agiva alla stessa maniera del Nord, la vera novità rivoluzionaria, cui i baroni siciliani opposero un accanito rifiuto. Fu chimera o utopia quello che Caracciolo avrebbe voluto attuare?".
Un sola storia
Elita Romano
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2009
pagine: 58
La cornice spaziale nella quale si svolgono le vicende narrate nel romanzo è un paese dell'Agrigentino con i suoi tempi senza tempo e le sue finzioni moralistiche. Come accade, si sovrappongono due realtà: da un lato un farmacista di paese con moglie e figlio, dall'altro una donna che lo ama e da cui è riamata. In prima approssimazione parrebbe trattarsi di vicende semplici. In realtà l'intreccio familiare e affettivo di tante storie ne fa una sola, al cui centro domina l'essere sole di tutte le persone coinvolte. L'abitudine alla solitudine di Rosa, la tabaccaia, è tale da impedirle perfino di accettare la proposta di sposarla di Pino, il suo amico farmacista, quando resta vedovo. In realtà, quella di Rosa è la storia di un amore irrisolto non solo rispetto al suo amante, ma anche al figlio, Francesco, che in lei ritrova la memoria del padre, quando anche la sua storia familiare diventa una replica di quella di lui. Anche per questa via l'apparente semplicità della narrazione finisce con l'essere un invito a riflettere sull'inestricabile groviglio dei sentimenti umani.
Gaetano Marini verificatore di pesi e misure. Bivona 1862
Pasquale Marchese
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2008
pagine: 169
Siamo negli anni appena successivi all'impresa garibaldina, l'epoca in cui fatta l'Italia bisognava, secondo la famosa espressione del D'Azeglio, "fare gli italiani". Ed è suggestivo che di quegli anni si abbia per la stessa provincia il resoconto testimonianza di tre funzionari di stato venuti, per dovere d'ufficio, a fare gli italiani. Sono tre libri, due conosciuti e già pubblicati: le memorie del professore di ginnasio Placido Cerri incaricato a insegnare nella scuola di Bivona e, secondo, il racconto dei cinque anni in Sicilia del prefetto Falconcini. Il terzo, sul quale s'incentra soprattutto questa ricostruzione, finora sconosciuto, s'intitola "Un buco nell'acqua" e racconta le tribolazioni del suo autore, Gaetano Marini verificatore di pesi e misure, mandato nell'agrigentino ad introdurvi il metro, il chilo e il litro, e finito, dopo episodi iperbolicamente assurdi e sintomatici, sotto processo per il suo audace zelo modernizzatore. Questa succosa ambientazione storica (che conserva in parte il testo originale del Marini in appendice) racconta l'esperienza dello sfortunato verificatore, offre l'immagine concreta dell'imprevista e inestimabile sua disillusione circa il destino appena iniziato dell'Unità, e mette a confronto in un sistema di rimandi tutte e tre le testimonianze. Ne emerge un piccolo, colorato e brioso acquerello, di come gli italiani preparavano il loro Far West, e di come i siciliani si ingegnavano a far male, in modo duraturo, a se stessi.