Vita e Pensiero: Relazioni internazionali e scienza politica. ASERI
Il «buon ribelle». Organizzazioni armate e violenza sui civili nei conflitti intrastatali
Francesco N. Moro
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2012
pagine: 223
La violenza sui civili è uno dei fenomeni più diffusi all'interno dei conflitti intrastatali. Le immagini televisive e i reportage mostrano di frequente come ribellioni condotte in nome del popolo abbiano il popolo stesso come sua prima vittima. Il 'buon ribelle', il combattente per la libertà, è una figura tanto popolare quanto, spesso, mitica. Molti movimenti ribelli nella realtà non esitano a usare la violenza contro quella stessa popolazione civile di cui si proclamano difensori. Esistono dunque notevoli differenze fra 'miti' e 'realtà' e fra i metodi d'azione e gli obiettivi delle diverse organizzazioni insurrezionali nel mondo reale. L'autore del volume analizza le ragioni che portano i ribelli alla scelta di ricorrere alla violenza contro la popolazione civile. A tal fine, percorre e rivisita la ricca letteratura emersa sul tema negli ultimi anni all'interno delle scienze sociali e propone alcune interpretazioni originali sulle cause di tali decisioni che insistono sulle preferenze strategiche e la struttura organizzativa dei gruppi e sulle sfide che questi si trovano ad affrontare nei contesti 'locali' della loro azione. Alla sezione teorica segue una sezione empirica in cui si prendono in considerazione le azioni di diversi gruppi armati nei conflitti in Sudafrica, Guatemala, Libano e Bosnia-Erzegovina.
Dopo la guerra. Grandi potenze e riallineamenti dopo i conflitti egemonici
Simone Pasquazzi
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2012
pagine: 280
Come cambiano gli allineamenti fra le grandi potenze dopo i conflitti egemonici? Quali cause spiegano la fine delle coalizioni vittoriose e la genesi di nuove grandi rivalità strategiche? Il volume risponde a questi interrogativi mettendo a confronto la teoria neorealista del balance of power, secondo cui gli stati si allineano in modo da favorire l'equilibrio di potenza, e la teoria liberale della 'struttura interna', per cui gli stati si allineano in base alle loro caratteristiche politico-ideologiche, economiche e sociali. Analizzandone le dinamiche causali dopo le Guerre napoleoniche e dopo la Prima guerra mondiale, l'autore dimostra come i riallineamenti postbellici fra le grandi potenze siano spiegati meglio dalla seconda prospettiva teorica (conclusione che sembra peraltro confortata non solo dall'esito del riallineamento successivo alla Seconda guerra mondiale, ma anche dal persistere dell'Alleanza atlantica dopo la Guerra fredda). Oltre a importanti spunti per il dibattito teorico fra le diverse scuole di pensiero internazionalistiche, da questo studio si possono trarre riflessioni strategiche di particolare valenza sia sui futuri rapporti fra potenze consolidate (come gli USA) e potenze emergenti (Cina in testa), sia sul funzionamento e i destini delle principali istituzioni internazionali di sicurezza.
«Guerra indolore». Dottrine, illusioni e retoriche della guerra limitata
Corrado Stefanachi
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2011
pagine: 256
Il pensiero strategico contemporaneo non è il regno della rassegnazione alla caduta dei limiti alla violenza bellica, né può essere ridotto a una galleria di impenitenti fautori della guerra combattuta senza freni e inibizioni. Se l’etica o il diritto internazionale non hanno mai smesso di impegnarsi sul versante della limitazione della guerra, esiste anche un’autonoma riflessione svolta dai militari – non necessariamente mossa da preoccupazioni umanitarie, semmai impegnata a salvaguardare i presupposti di proficuità ed efficacia politico-strategica dell’impiego della forza militare, ma comunque orientata a imbrigliare la furia distruttiva della guerra. Questo libro si sofferma proprio sui modi in cui la strategia contemporanea, nelle sue diverse articolazioni (terrestre, navale e aerea), ha provato a smussare gli spigoli della guerra. Esso offre una rassegna degli ‘antidoti’ alla violenza illimitata che alcuni tra i suoi principali esponenti si sono persuasi, ma così spesso illusi, di aver individuato ed escogitato. Emerge dai capitoli del volume un bagaglio di riflessioni, suggestioni e dottrine della guerra limitata da cui continua a trarre ispirazione la strategia oggi. Dopo la fine della Guerra Fredda la forza militare è rimasta al centro della scena internazionale, ma assieme alla sua ingombrante presenza si sono rinnovati i tentativi della teoria strategica di trovare il modo di conciliare il perseguimento della vittoria militare con l’obiettivo della mitigazione delle (inevitabili) sofferenze procurate dalla guerra, quelle subite dalla propria parte ma anche quelle inflitte all’avversario. Il libro parla insomma anche del nostro modo di intendere la guerra oggi – del nostro modo di provare a limitarla: ciò facendo, esso ci ritrae in bilico su un filo sottile, teso sul precipizio dell’illusione.
Tecnologia militare e guerra. Gli Stati Uniti dopo la rivoluzione negli affari militari
Andrea Locatelli
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2010
pagine: 264
Nel corso della storia, la tecnologia applicata a fini bellici ha rivestito un ruolo fondamentale nell'esercizio della guerra. Dalla scoperta della polvere da sparo all'impiego delle armi nucleari, le innovazioni militari hanno progressivamente alterato le modalità del warfare, spesso garantendo la vittoria a chi per primo riuscisse a padroneggiarle. Questa regolarità è oggi evidente nell'applicazione della tecnologia informatica sui sistemi d'arma più avanzati. Tali strumenti, secondo alcuni analisti, avrebbero portato a una vera e propria Rivoluzione negli Affari Militari (RMA), modificando profondamente le caratteristiche della guerra. Gli Stati Uniti, in particolare, sarebbero riusciti a sfruttare tali progressi per consolidare il proprio primato mondiale e rimodellare il warfare a proprio piacimento. Come testimoniato dai conflitti in Iraq, Afghanistan e Kosovo, infatti, l'esercito americano è riuscito a conseguire una rapida vittoria con perdite estremamente ridotte. Tuttavia, la superiorità dell'America nei confronti dei propri avversari non è sufficiente a suffragare l'ipotesi della RMA. Rimane quindi aperto il quesito: quale impatto hanno le innovazioni militari sulle modalità di esercizio della violenza? Per rispondere a tale interrogativo, il volume di Andrea Locatelli indaga le modalità in cui le innovazioni vengono recepite dalle Forze Armate concentrandosi sull'esperienza americana degli ultimi venti anni. Ne emerge un quadro complesso e articolato, che sancisce il fallimento della Rivoluzione negli Affari Militari e aiuta a comprendere gli effetti – spesso imprevedibili – delle innovazioni militari.
La guerra nello stato. Forme della violenza nei conflitti intrastatali contemporanei
Libro
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2010
pagine: 216
Guerre civili, azioni di 'guerriglieri' e 'terroristi' sono uno dei fenomeni più studiati dalle scienze sociali a livello internazionale e negli ultimi anni riempiono i notiziari e le pagine dei giornali. La guerra nello Stato si pone l'obbiettivo di colmare la relativa assenza di ricerca sul tema in Italia, sia ricostruendo il vivace dibattito teorico che si è sviluppato fra gli studiosi sia offrendo contributi originali che trattano alcuni specifici conflitti intrastatali, le loro origini e i modi in cui sono combattuti.
Ascesa e declino delle civiltà. La teoria delle macro-trasformazioni politiche di A. J. Toynbee
Luca G. Castellin
Libro
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2010
pagine: 300
Dagli anni Cinquanta del secolo scorso, il grande storico inglese Arnold J. Toynbee (1889-1975) è stato spesso additato dai suoi critici come una sorta di profeta visionario. Nel suo sforzo poderoso e originale di costruire una macro-teoria delle trasformazioni politiche e internazionali, Toynbee ripercorre infatti vicende millenarie e vastissimi spazi geografici, così da poter disseppellire quelle fondamentali tendenze che contrassegnano il succedersi dei popoli e delle civiltà sulla ribalta della storia. A più di tre decadi di distanza dalla morte di Toynbee, tuttavia, le dinamiche della politica mondiale dopo la fine della Guerra fredda sembrano ridare attrattiva all'impresa teorica dello storico inglese e al suo tentativo di delineare un modello esplicativo generale del ciclo vitale delle civiltà.
Il Giappone e il nuovo ordine in Asia orientale. L'altra faccia dell'ascesa della Cina
Noemi Lanna
Libro
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2010
pagine: 144
Il Giappone ha risposto al ritorno della Cina sulla scena mondiale con una diplomazia nuova e più assertiva. La ritrovata centralità geoeconomica e geopolitica di Pechino ha agito da catalizzatore, accelerando il processo di ridefinizione della diplomazia nipponica, iniziato dopo la fine della Guerra fredda. Quale sarà l'esito di questo processo? Quali effetti avrà sul ruolo economico globale del Giappone, che è tuttora la seconda economia del mondo? In che direzione evolveranno le relazioni tra Cina e Giappone? Il futuro della regione asiatica è quello prefigurato dallo storico vertice trilaterale Giappone-Cina-Corea del Sud, tenutosi a Fukuoka nel 2008? Oppure sarà pesantemente condizionato dalle irrisolte criticità lasciate in eredità dalla Guerra fredda? Noemi Lanna cerca di rispondere a queste domande, inquadrando gli scenari regionali attuali nel più ampio contesto della millenaria storia asiatica.
Democrazia globale. Principi, istituzioni e lotte per la nuova inclusione politica
Raffaele Marchetti
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2010
pagine: 288
Nel presente volume si propone l'espansione del modello della democrazia rappresentativa alla sfera della politica globale. Nell'epoca della globalizzazione sempre più i cittadini subiscono le conseguenze di decisioni prese oltre confine senza avere la possibilità di esprimere il proprio consenso o piuttosto il proprio dissenso. Come risposta a tale deficit di partecipazione politica negli affari internazionali, si propone qui un progetto di democrazia globale che intende restituire voce politica agli individui e legittimità alle istituzioni pubbliche. Questa originale posizione è sviluppata attraverso una critica analitica delle più significative teorie pro e contro la democrazia globale. Le principali posizioni rivali (realismo, nazionalismo, civilizzazionismo e internazionalismo liberale) sono respinte sulla base della loro limitata capacità di inclusione democratica. Utilizzando una nozione di giustizia interazione-dipendente, tali teorie forniscono infatti un supporto ideologico cruciale all'esclusione che è tipica dell'attuale sistema internazionale. Contro tali paradigmi esclusivisti, il libro sostiene un modello cosmo-federalista che si presenta come inclusivo, multilivello e radicato.
Sfide globali per il leviatano. Una filosofia politica delle armi nucleari e del riscaldamento globale
Furio Cerutti
Libro
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2009
pagine: 336
Lo Stato sovrano creato all'inizio dell'età moderna non risulta più capace di proteggere noi e tanto meno le generazioni future dal pericolo di una guerra nucleare e dagli effetti del riscaldamento globale, le uniche due sfide veramente globali che chiudono la modernità - ma in modo ben diverso da quel che credono i 'postmoderni'. La politica si trova ormai dinanzi al compito di lavorare per la sopravvivenza della civiltà materiale che rende possibile la vita del genere umano - e non semplicemente per la sicurezza dei singoli Stati. Ci riuscirà o fallirà? Furio Cerutti ricostruisce qui la genesi storica di quelle minacce letali sorte dalle attività stesse degli uomini e s'interroga sul significato profondo del nostro rapporto con i posteri, la vera chiave per capire se siamo tenuti o meno a fare sacrifici a loro beneficio. Rinuncia invece a fornire ricette di immediata - e caduca spendibilità politica, preferendo penetrare con sguardo analitico i problemi normativi e istituzionali che soggiacciono alle sfide globali.
Diritto, etica e guerra al terrore
Matthew Evangelista
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2009
pagine: 191
La necessità di fronteggiare il terrorismo globale può giustificare comportamenti che disattendono il diritto internazionale umanitario e le Convenzioni siglate a difesa dei diritti dei prigionieri? La "cura" antiterrorismo si rivela peggiore della "malattia"? Gli attacchi brutali dell'11 settembre 2001 e la conseguente "guerra globale al terrore" dichiarata dall'amministrazione Bush sembrano aver decisamente portato scompiglio in una situazione che, dalla fine della Guerra fredda, andava verso iniziative di promozione dei diritti umani, di protezione dei civili, di limitazione della guerra e dei poteri degli Stati. Su questi temi, di grande attualità, si incentra l'ultimo lavoro di Matthew Evangelista, politologo americano tra i più celebri a occuparsi degli aspetti normativi della politica internazionale. Il volume intende porsi non come saggio per gli addetti ai lavori, ma piuttosto come prospettiva di approfondimento di temi e argomenti che interessano sia i governi sia la società civile. Questioni cruciali come la difesa della libertà individuale, i diritti dei "combattenti nemici", l'uso della tortura, la guerra preventiva vengono analizzate e discusse nell'ottica dell'evoluzione delle norme e delle leggi che regolano situazioni limite come quella che ci troviamo a vivere.
L'importazione del capitalismo. Il ruolo delle istituzioni nello sviluppo economico cinese
Giuseppe Gabusi
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2009
pagine: 279
Il successo di trent'anni di riforme economiche cinesi ha posto in discussione l'efficacia delle politiche di sviluppo - note come "Post-Washington consensus" - promosse dalle organizzazioni multilaterali. Partendo dall'assunto che le istituzioni sono importanti per la crescita, il consenso prescriverebbe che i paesi in via di sviluppo si dotino di governi che disciplinino un sistema di diritti di proprietà stabili e definiti e creino istituzioni capaci di rafforzare i mercati: in sostanza la good governance ossia un mix di liberalizzazione, privatizzazione delle proprietà statali, trasparenza della pubblica amministrazione e assenza di corruzione - dovrebbe indurre lo sviluppo economico. Non era così nella Cina di Deng Xiaoping: i diritti di proprietà non erano né stabili né chiari, la corruzione era diffusa, il governo era coinvolto in tutti i settori dell'economia. Ancora oggi le istituzioni cinesi si conformano poco ai paradigmi liberali. Eppure la Cina si è sviluppata con estremo successo. Come si spiega questo esito in apparenza paradossale? Per dare una risposta il volume utilizza gli strumenti della political economy. Quindi la Cina si è sviluppata importando (pur senza ammetterlo) il capitalismo, e da questa esperienza è utile trarre conclusioni che sfidano il consensus, soprattutto ora che la crisi finanziaria del 2008 costringe anche i paesi storicamente industrializzati a rivedere i rapporti tra stato e mercato.