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Vita e Pensiero: Ricerche. Filosofia

Tra etica e politica

Tra etica e politica

Adriano Bausola

Libro

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 1998

pagine: 376

Etica e politica: due termini di diritto amici, oppure già di diritto conflittuali? È vero che nei fatti, nel concreto delle vicende storiche, i contrasti sono numerosi. È pur vero che numerosi sono i tentativi di sottrarsi al conflitto distinguendo i piani e ponendo etica e politica su piani paralleli che perciò, stando alla pura geometria, non dovrebbero incontrarsi né scontrarsi. Alla discussione di questo complesso rapporto sono dedicati alcuni saggi del presente volume. Senza dimenticare le oggettive differenziazioni, essi propongono le linee dell'ineludibile incontro tra le due categorie in una società democratica, anche alla luce di un etica avente alla base, fra l'altro, la fede religiosa. A tale riflessione si associano temi di tipo fondativo, riguardanti le basi filosofiche dei diritti dell'uomo, la natura, il valore e i limiti dell'etica della libertà, soprattutto nel dialogo con pensatori di orientamento liberale e neomarxistico. Si discute inoltre di diritto naturale e di morale sessuale. Alcuni scritti, infine, affrontano i temi della responsabilità etica e civile dello scienziato, della medicina e della pace, tutti argomenti ben presenti nel dibattito etico e politico moderno.
12,00

Agostino. Il battesimo del pensiero antico

Agostino. Il battesimo del pensiero antico

John M. Rist

Libro

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 1997

pagine: 472

24,00

Filosofia e letteratura in Gregorio di Nazianzo
19,00

Kant e la scienza. Vol. I: (1747-1755)

Kant e la scienza. Vol. I: (1747-1755)

Paolo Grillenzoni

Libro

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 1997

pagine: XIV-554

Causa di una delle maggiori difficoltà per i primi lettori della Kritik der reinen Vernunft fu l'ignorare la problematica relativa alla natura e alla fondazione della nuova scienza affrontata da Kant eminentemente nell'Analitica. Nei Prolegomena invano Kant tentò di ricondurre l'attenzione dei lettori su questo tema. Molti decenni più tardi il Cohen poté accedere a questa chiave di lettura essenziale. Da ciò l'impegno di ricostruire nel tempo lo studio e l'interesse dedicato da Kant fin dall'inizio a questo problema, seguendo analiticamente l'itinerario kantiano nei riguardi della scienza. Il progetto si estende fino al momento critico e, oltre questo, agli scritti ed abbozzi successivi. Il presente volume ricostruisce ed interpreta quanto Kant ha dedicato alla scienza dal primo saggio sulle forze vive (1747) fino all'Allgemeine Naturgeschichte del 1755. Di particolare rilievo appare l'interesse per l'opera newtoniana, vista talora attraverso i suoi primi divulgatori.
42,00

La scolastica medievale. Cenni per una definizione

La scolastica medievale. Cenni per una definizione

Rolf Schönberger

Libro

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 1997

pagine: 160

Chiedersi "Che cos'è la Scolastica?" significa porre una domanda non solo impegnativa, ma forse - come suggerisce in quest'opera Schönberger - persino "fuori luogo", se si considera che, dopo lunghi dibattiti e svariati tentativi di definizione, gli stessi medievisti si esprimono oggi con particolare cautela al riguardo. A tale interrogativo categorico non corrisponde una risposta univoca. Al contrario, l'intento di Schönberger è descrivere l'essenza della Scolastica attraverso una complessa combinazione di caratteri, nella convinzione che un concetto unitario non sia possibile da un punto di vista logico, né auspicabile in sede storica. Eppure, analizzando i diversi significati attribuiti nel nostro secolo a questo termine e delineandone gli elementi costitutivi (la quaestio, il rapporto confidente con la parola scritta, il pensare dialogando con un testo, il concetto di autorità), appare evidente un'impronta comune nel modo di porre le questioni e nella proposta di un persuasivo modello di ragione. In questa prospettiva l'interrogativo iniziale, lungi dal sembrare inopportuno, acquista legittimità e addirittura attualità, riportando l'attenzione sulla singolare configurazione del Medioevo nella storia della razionalità occidentale, quale "elemento di disturbo" nei confronti di una concezione rigidamente lineare.
10,00

Uomo e natura. Appunti per una antropologia filosofica

Uomo e natura. Appunti per una antropologia filosofica

Sofia Vanni Rovighi

Libro

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 1996

pagine: 240

L'antropologia è oggi al centro del dibattito filosofico. Questioni come quelle dell'unità dell'uomo, della corporeità umana nel suo rapporto con la coscienza, vengono continuamente riprese e discusse. Il presente volume offre, in una sua prima parte, una lucida e densa illustrazione delle più importanti prospettive antropologiche moderne, da Cartesio, La Mettrie, Kant, su su fino a Kierkegaard, Marx, Freud, Nietzsche, Husserl, Heidegger, Sartre, Ryle e altri pensatori ancora. In una seconda parte, l'autrice mostra come la concezione classica dell'uomo, lungi dall'essere ormai solo oggetto da museo, offra la possibilità di superare i monismi riduttivi, o i dualismi esasperati in cui sono insabbiate tante concezioni moderne. La prospettiva difesa dall'autrice consente peraltro di inserire in una visione di insieme coerente anche gli elementi di verità che talune analisi antropologiche contemporanee pur possiedono.
13,00

Metafisica e storia della metafisica. Volume Vol. 14

Metafisica e storia della metafisica. Volume Vol. 14

Marlène Zarader

Libro: Libro in brossura

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 1995

pagine: XLVI-262

Il saggio di Marlène propone con puntigliosa e lucida determinazione la tesi seguente: le figure dell'essere a cui tende, da ultimo, l'approdo heideggeriano ripetono l'eco di una tradizione che, più che greca, è propriamente biblica; ma di questo debito appunto non sembra esserci traccia nelle citazioni di Heidegger.
24,00

Metafisica e storia della metafisica. Volume Vol. 39

Metafisica e storia della metafisica. Volume Vol. 39

Libro: Libro in brossura

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 2013

pagine: 176

La riscoperta del linguaggio simbolico nella teologia cattolica è iniziata con i grandi studi di esegesi patristica e di liturgia del Novecento, subito accompagnati da quelli dedicati alle radici giudaiche della prima formulazione della fede cristiana. Nello stesso periodo, la fenomenologia e le scienze umane mettevano in evidenza la caratteristica propria del simbolo - inteso come l'elemento sensibile che fa passare a un livello ontologico diverso - di coinvolgere, o di esprimere, la persona nella sua totalità, operandone e accompagnandone la trasformazione. Di fronte al dialogo che si instaurava tra questi due filoni di ricerca, il filosofo e teologo gesuita Charles André Bernard osservava lapidariamente: "La sfida del simbolo alla teologia è ineludibile". Questa miscellanea, che si rifà al suo pensiero, continua a rilevare la sfida. La modalità interdisciplinare è apparsa la più adatta a delineare i contorni di quell'universo simbolico che penetra le infinite pieghe dell'esperienza dell'essere umano che vive una vita nello spirito, un'esperienza sempre alla ricerca della sua espressione. Ci sono qui il filosofo, l'esegeta, lo psicologo, il teologo, il liturgista, il monaco; ad essi si aggiunge la testimonianza della sapienza religiosa nelle culture tradizionali e nella teologia poetica dell'Oriente semitico, insieme a quella del misticismo islamico sufi.
17,00

Metafisica e storia della metafisica. Volume Vol. 34

Metafisica e storia della metafisica. Volume Vol. 34

Libro: Libro di altro formato

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 2010

pagine: XXXIV-958

63,00

Metafisica e storia della metafisica. Volume Vol. 31

Metafisica e storia della metafisica. Volume Vol. 31

Libro: Libro in brossura

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 2008

pagine: 250

Il tema della natura dell'uomo è oggi al centro di un acceso dibattito tanto in ambito filosofico quanto in ambito scientifico. I progressi della genetica e delle biotecnologie, infatti, sollevano il problema se la distinzione di principio tra il naturale e l'artificiale possieda ancora un significato e, in caso positivo, come esso possa essere articolato nell'attuale contesto culturale. Il tema della natura umana si presta, sotto questo punto di vista, a una considerazione multidisciplinare che va dalla metafisica e dall'ontologia, all'antropologia filosofica, passando per la filosofia morale e la filosofia della scienza, fino alle singole discipline scientifiche Gli scritti di questo volume - che raccoglie gli Atti del LIX Convegno del Centro Studi Filosofici di Gallarate su "La natura dell'uomo", tenutosi nel 2006 presso l'Università degli Studi di Urbino - privilegiano il confronto tra filosofia e neuroscienze, un confronto che negli ultimi anni si è intensificato e appare particolarmente promettente per gettare luce sul problema della natura umana. Da questo confronto emergono con rinnovata attualità questioni classiche del pensiero filosofico, come il rapporto tra spirito/mente e corpo, o l'alternativa tra determinismo e libertà del volere, che sono in grado di mostrare la complessità dell'essere umano e permettono di evitare una sua concezione riduttiva, come quella proposta da molte correnti del cosiddetto 'naturalismo' contemporaneo.
22,00

Metafisica e storia della metafisica. Volume Vol. 30

Metafisica e storia della metafisica. Volume Vol. 30

Libro: Libro in brossura

editore: Vita e Pensiero

anno edizione: 2008

pagine: XIV-274

Che la metafisica sia violenta è diventata oramai una 'vecchia storia'. Nondimeno essa circola sempre sotto nuove spoglie. Oggi la metafisica sembra accusata di violenza, soprattutto perché ostacolerebbe la percezione della 'finitezza'. Come se si potesse determinare la 'finitezza', senza dare significato (fosse pure semplicemente negativo) anche a ciò che ad essa assolutamente si oppone, ossia all'infinità. Paradossalmente, è proprio la storia della metafisica a contenere nel proprio patrimonio teorico la messa a tema della determinazione del 'finito'. Ogni buon metafisico sa, infatti, che la posizione di ciò che oltrepassa il finito implica necessariamente la posizione del finito come tale. Anzi, questa è per lui la maggiore 'fatica del concetto'. La metafisica, in sé e per sé, non c'entra nulla con la violenza, perché è una realtà di un altro ordine. La metafisica è un teoria, la violenza è una pratica. E si possono usare le teorie più vere per le pratiche più aberranti. Provvede un essere umano, nella sua libertà, a far da tramite. La metafisica è solo il guadagno di questa fondamentale e semplice convinzione, che lo strato infinito dell'essere, che necessariamente si dà (Parmenide), trascende infinitamente il finito. Proprio questa convinzione può rendere ineseguibile la 'cortocircuitazione' della soggettività e del senso dell'Intero, che è la vera radice della umana violenza.
23,00

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