Aragno: Passages
Il castello dell'acqua
Mario Lattes
Libro: Copertina morbida
editore: Aragno
anno edizione: 2004
pagine: 253
"L'Esposizione torinese di cui si parla nel romanzo "Il Castello d'Acqua", che Mario Lattes (1923-2001) ha lasciato inedito tra le sue carte, è quella Universale del 1911. C'è dunque un tempo, c'è un décor, c'è una famiglia, c'è un protagonista, c'è una terza persona che racconta. Ma tutto si muove in una dimensione "altra", simbolica, di allarme e di attesa senza fine. Concepita come lo sfondo lungo il quale navigano brandelli di mondo e di figure (la Belle Époque, il fascismo, l'impero, la guerra di Spagna, le leggi razziali, la seconda guerra mondiale), la storia si converte nella dimensione visionaria del miraggio." (Giovanni Tesio)
Carteggio con Benigno Palmerio
Gabriele D'Annunzio
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2003
pagine: 306
Quaderno di un tempo felice
Piero Chiara
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2009
pagine: 160
II volume presenta una serie di prose, in gran parte sconosciute, apparse sulla rivista ticinese "Ore in famiglia" tra il 1947 e il 1961, ovvero nel periodo compreso tra l'esordio di Piero Chiara, come poeta con la silloge "Incantavi" (1945), e il successo con il romanzo "Il piatto piange" (1962). Raccolte in volume per la prima volta, queste prose comprendono generi diversi: si va dai racconti ai reportage di viaggio, dai riassunti delle opere di grandi romanzieri agli scritti di critica letteraria, fino a quelli di carattere informativo più vario. Tra le prose spiccano i racconti, genuina espressione dello scrittore in fieri, e i curiosi reportage, dove Chiara da mostra della sua ironia.
Il mestiere di uomo
Giorgio Scerbanenco
Libro: Copertina morbida
editore: Aragno
anno edizione: 2006
pagine: 154
Questa eccezionale opera di Giorgio Scerbanenco, sorprendente e inattesa, inedita in volume, è stata ritrovata da Andrea Paganini nel Fondo di Don Felice Menghini, sacerdote e uomo di cultura ticinese, amico di molti rifugiati italiani in Svizzera nei primi anni Quaranta: oltre a Scerbanesco, Piero Chiara, Indro Montanelli, Giancarlo Vigorelli e Aldo Borlenghi. Il testo, di quarantasette capitoli, scritto da Scerbanenco durante l'esilio svizzero per sfuggire al regime fascista, fu pubblicato a puntate, tra il giugno del 1944 e il maggio del 1945, su un periodico di Poschiavo. Saggio antropologico-filosofico sulla condizione umana - alla maniera, per dichiarazione dello stesso Scerbanenco, delle meditazioni del settecentesco Nicolas de Chamfort - l'opera indaga su speranza, felicità, libertà, dignità, coscienza morale, intelligenza, convivenza, tolleranza e destino. Scerbanenco, con passione etica non moralistica, ha costruito con un linguaggio spigliato, icastico, discorsivo e insieme narrativo, di vivace intelligenza psicologica una meditazione di eccezionale intensità etica.