Helike

Adrien è il figlio di un famoso ladro. Non dovrebbe seguire le orme del padre, che ha ormai abbandonato questo lavoro. Ha una vita normale, almeno così tutti credono. Infatti, non può fare a meno di trascendere le proprie possibilità: così, quando studia a Milano all’Università Bocconi, decide di entrare nell’Accademia dei ladri, molto ferrea, con regole gerarchiche, e che opera in tutta Europa. A capo dell’Accademia criminale, c’è un cinico leader, Aureliano: ma ignora che Adrien stia cercando di truffarlo. Adrien non dubita che possa raggirare Aureliano, convinto com’è delle proprie capacità. Si fa aiutare da una giovane ragazza, Daniela che divide l’appartamento con lui, e che si scoprirà sia meno stupida di quanto Adrien creda. In realtà, ciò che Adrien vuole è ingannare l’Accademia dei ladri, perché ha scoperto che dietro un loro furto, si nasconde una mappa che il genio di Michelangelo Buonarroti ha celato - insieme a Leonardo da Vinci - per rivelare dov’è nascosto il David di bronzo ormai perduto da secoli. Riuscirà Adrien a truffare Aureliano e trovare il David perduto di Michelangelo? In un turbine di astuzia, tradimenti e colpi di scena, Adrien scoprirà che il confine tra cacciatore e preda è più sottile di quanto pensasse, e che il prezzo della sua ambizione potrebbe essere la sua stessa vita.

Il confine tra realtà e soprannaturale si dissolve in questi due racconti di Luigi Capuana, lasciando spazio a misteri inquietanti e passioni tormentate. In Un vampiro, la morte non è abbastanza forte da spezzare il legame tra un marito e la sua giovane sposa. Un amore che sfida l'eternità o una presenza oscura che si rifiuta di abbandonare il mondo dei vivi? In Fatale influsso, si giunge nelle profondità dell'animo umano, dove i dubbi sull'amore s’intrecciano con forze al di là della comprensione razionale. Entrambi i racconti sono pervasi da un'atmosfera di mistero e suspense, dove il sonnambulismo si fonde con visioni premonitorie, e presenze demoniache danzano con fantasmi del passato. A ciò si unisce la presenza della chiaroveggenza e del soprannaturale.

Quattro racconti classici di Matilde Serao, scrittrice candidata sei volte al Premio Nobel per la letteratura, che sembrano profondamente attuali nelle dinamiche tra innamorati, muovendosi tra tradimenti, solitudini, amori non corrisposti e piccoli o grandi tensioni. Paolo Herz, di origine tedesca, si innamora di Luisa Cima, donna in apparenza pudica: ma lei lo tradirà. Dopo vari anni anche lui la tradisce con una donna che pare frivola e la abbandona per il senso di colpa di non aver tenuto fede alla sua promessa di amare Luisa. Un uomo e una donna si parlano ma non comunicano: sono destinati a separarsi? Un uomo attende la sua amata che è in ritardo: brama la sua presenza, la sua voce, poterle stare accanto, e teme che non arriverà. Ma quando lei giunge, l’amore sarà come sperato? Un uomo anziano custodisce in due cassetti i ricordi degli amori vissuti: nel primo emergono le donne che ha amato non ricambiato, nel secondo quelle innamorate di lui ma allontanate. Uscirà ora dalla solitudine?

Simone è un orfano con un sogno che non può dichiarare. Pur di realizzarlo si laurea con lode in genetica. S’immagina quali potrebbero essere le conseguenze di un successo, di sicuro vincerebbe il premio Nobel per la medicina, perché nessuno prima di lui riuscirebbe nella folle impresa di realizzare il clone di Gesù. La prima volta che pronunciò quell’idea, gli sembrò una farneticazione. Poi iniziò a pronunciarla davanti allo specchio. “Clonerò Gesù”, fino a convincersi. Il suo piano non poteva compiersi senza la collaborazione di una donna, per impiantare l’embrione, così coinvolge Barbara, anche lei studentessa, e fingendosi seminarista, entra nel duomo di Torino per prelevare il sangue dalla sindone. Sembra tutto pronto per il primo embrione, Barbara pare appassionarsi alla follia di Simone. Quali paterni conflitti subirà il giovane clone? Quali convinzioni svilupperà da adulto? Approverà il padre o lo condannerà? Il clone sembra nato con il carisma del leader, ma contrariamente alle convinzioni dei genitori si arruolerà nell’esercito per vivere la sua avventura.

Torino. Fine ‘800. Notte del giovedì grasso. Una dama in maschera vaga per le vie della città, forse in cerca d’avventura. La contessa Bianca Rossano è stata tradita dal marito e brama vendetta: incontra Aldo Pomigliano, bello e spiantato, che la conduce nella sua soffitta. Ma proprio lì, quella notte stessa, accade un delitto. Un Pierrot insanguinato fugge, su chi cadono i sospetti dell’omicidio? Forse un delitto su commissione, ma le prove mancano. La dama è una testimone oculare, e la vittima – prima di spirare – le rivolse parole sibilline, come se la conoscesse. Che ruolo ha lei nell’omicidio? Aldo è legato alla vicenda? Un semplice processo non basta per rispondere a queste domande, perché la parte più torbida della storia risiede in un passato lontano, dove è custodito un segreto inconfessabile. Uno dei primi romanzi che uniscono elementi polizieschi con momenti melodrammatici.

Alfonso viene richiamato a Firenze dalla Spagna, sua sorella Clara ne pretende la vicinanza, ma quando la raggiungerà la troverà cadavere. Si reca così al cimitero, addolorato per non essere giunto in tempo per parlarle. Si avvicina alla bara scoperchiata e bacia l’amata sorella per concederle l’ultimo saluto, ma rimane sconvolto. Sua sorella, in realtà, è viva. Superato lo stupore, decide di aiutarla per mantenere il segreto della sua morte, la scorta nell'abitazione del fiaccheraio Nanni, e lì Clara racconta la propria storia: dall'amore per il conte fedifrago Guido, ai flirt di una crudele danzatrice. Alfonso accompagna Clara in Francia, ma comincia a dubitare della sua storia. Che cosa nasconde sua sorella? "Il bacio di una morta" è un romanzo che - pubblicato per la prima volta nel 1886 - fu il caso letterario dell’anno.

Il Dottorino è un medico-condotto. Quando aveva trent'anni gli venne affibbiato questo appellativo perché era galante, allegro e amante della compagnia. Vent'anni dopo, vorrebbe eliminare questo vezzeggiativo, perché lui ormai è grosso e panciuto, con le spalle ampie, il collo forte. Le famiglie del paese amano invitarlo ai loro pranzi; meno per esigenze di salute. Infatti, il Dottorino somministra come unico rimedio il purgante. Lo ordina per qualsiasi malattia. Ma come si comporta con le donne, il Dottorino?

Il libro dei miraggi di Jolanda – scrittrice che risponde al nome di Maria Majocchi Plattis – sono una serie di racconti che fanno luce su giovani donne, eroine che si spingono al limite delle proprie ambizioni, che il mondo sovente disattende. In Forte come l’Amore, una giovane generosa, altruista e determinata a seguire gli studi di medicina si scontra con i pregiudizi di un’epoca: studiare, per una ragazza, rappresentava agli occhi della famiglia e della comunità uno scandalo, ma per la protagonista era soltanto un altro limite da abbattere e un muro da valicare. La giovane è contrastata e l’obiettivo al quale si dedica e raggiunge non è quello sognato. L’autrice, nella definizione dei propri personaggi, si spinse oltre la morale dell’epoca, un limite a volte insuperabile: a fianco dei luoghi comuni della gestione della casa trattò di argomenti considerati scandalosi, come sesso, matrimonio, gestazione e divorzio.