La Scuola di Pitagora
Storia del PCI. Il Partito comunista italiano: Livorno 1921, Rimini 1991
Giorgio Galli
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2021
pagine: 640
Nel gennaio del 1921 nacque il Partito comunista italiano. E nel gennaio del 1991 morì. La sua vita è durata in tutto settant'anni. Uno dei primi a scriverne la storia è stato Giorgio Galli: la prima edizione di questa Storia del Pci risale al 1953 (riedita con aggiornamenti nel 1958 e nel 1976); l'ultima, al 1991, anno dell'estinzione del partito. Grazie a un uso sapiente delle citazioni - la voce stessa dei protagonisti -, la monografia non ha perso il suo valore e il suo fascino, ai quali concorrono l'equilibrio dei giudizi e la felicità espositiva. Se la storia del Pci è segnata dal fallimento, da occasioni mancate e da errori dei dirigenti, è al tempo stesso accompagnata dall'inizio alla fine da nobili aspirazioni. «Quello che resta - scrive il grande politologo - della storia del Pci nella società italiana, anche in questi anni, al di là dei dirigenti, è il ricordo dei milioni di iscritti, delle centinaia di migliaia di militanti e di attivisti di più generazioni che nelle fabbriche, nelle cascine, nei sindacati, nelle amministrazioni locali, talvolta anche in Parlamento, si sono impegnati a ridurre il tasso di ingiustizia proprio della società capitalista, come di tutte le precedenti, e a migliorare le condizioni di vita dei lavoratori subordinati e delle loro famiglie».
Vergilio nel Rinascimento italiano. Da Dante a Torquato Tasso. Volume 2
Vladimir N. Zabughin
Libro: Copertina morbida
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2021
pagine: 616
Vergilio nel Rinascimento italiano da Dante a Torquato Tasso di Vladimir N. Zabughin è una delle più celebri ricerche di storia letteraria del primo Novecento europeo. Frutto di studi protratti per un decennio (1913-1923), l'indagine è un affresco senza eguali della vicenda nella nostra cultura del mito di Virgilio. Un poeta divenuto principio identitario della civiltà italiana e occasione, per secoli, di riletture appassionate capaci di fondere il culto di Roma con i temi del più nobile classicismo (idea di Stato unitario, eroismo militare redento dalla pietas, responsabilità terrena e ultraterrena dei protagonisti della storia). La rassegna degli intellettuali coinvolti nel dibattito secolare (da Dante a Tasso, dai filologi agli artisti) è condotta da Zabughin con arte sapiente. Il russo si dimostra sensibile sia alla storia d'Italia - dal Medioevo alle sofferenze del primo conflitto mondiale - sia al progetto di una nuova filologia. Una scienza divenuta storia della ricezione estetico-politica di un classico: sconcertante anticipazione delle metodologie sociologiche attuali delle scuole di Praga e di Costanza. L'opera, lasciata incompiuta dal ricercatore tragicamente scomparso, è qui riproposta in due volumi: il primo raccoglie le due parti di cui essa è composta, il secondo, l'ampia silloge di note erudite e dibattiti critici. Un'Introduzione segnala la struttura composita delle idee-guida di Zabughin con aggiornamenti bibliografici condotti sino al 2016.
Scenografia e prospettiva nella Venezia del Cinquecento e Seicento. Premesse e sviluppi del teatro barocco
Massimiliano Ciammaichella
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2021
pagine: 208
Il libro indaga i rapporti e le connessioni dirette fra la scienza della prospettiva e l'invenzione della scenografia cinquecentesca e seicentesca che nella città di Venezia trovò il bacino ideale per la pubblicazione della trattatistica di settore, diventando la patria indiscussa del melodramma barocco. In questo contesto le pubblicazioni ricostruiscono le vicende dei protagonisti, autori degli spettacoli e degli eventi, ma la figura dello scenografo spesso è ancillare. Parallelamente, i trattati di prospettiva alternano i fondamenti delle regole geometriche della sua costruzione, con indicazioni pratiche per la realizzazione delle scene e delle macchine in grado di animarle. Da qui nasce l'esigenza di relazionare i fondamenti della scienza della rappresentazione prospettica con i progetti degli scenografi che hanno operato a Venezia, attraverso ricostruzioni tridimensionali degli allestimenti, rese possibili dalla rilettura dei disegni originali, dal confronto delle fonti storiche e documentarie e dal rapporto spaziale con i teatri nei quali gli spettacoli sono stati prodotti.
Le filosofie del diritto. Diritto, proprietà, questione sociale
Friedrich Hegel
Libro: Copertina morbida
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2021
pagine: 576
Più libero dal controllo della censura, Hegel - professore a Heidelberg e poi a Berlino nel secondo quindicennio dell'Ottocento - può esprimersi nelle aule dell'università con maggior spregiudicatezza di quanto non possa attraverso le pagine dei suoi libri. Scorrendo le lezioni sulla filosofia del diritto - alla cui diffusione, in Germania e all'estero, il filosofo sovrintendeva con attenzione - è dato assistere al dipanarsi di una riflessione politica sempre strettamente legata allo sviluppo storico del tempo. La denuncia delle persistenti forme di schiavitù, la polemica contro una concezione unilaterale della libertà a esclusivo vantaggio dei ceti economicamente privilegiati, l'esame lucido della povertà e delle sue cause sociali, la difesa delle ragioni dell'individuo contro l'accidentalità che ne pone a repentaglio la dignità e la vita, l'affermazione della rilevanza pubblica dell'educazione scolastica e della tutela della salute e, ancora, la discussione sui temi della rappresentanza politica, della divisione della società in classi e delle prime forme dell'organizzazione sindacale sono soltanto alcuni tra gli argomenti affrontati da pagine che un'ampia scelta antologica, ordinata tematicamente, pone ora a disposizione del pubblico italiano. Ne emerge una figura sorprendente per la modernità delle posizioni assunte e per la sensibilità con cui le questioni del tempo sono vissute e indagate filosoficamente: finché, dinanzi agli effetti devastanti della crisi economica degli anni Venti, giunge a vacillare, nell'ultimo scorcio della sua vita, la stessa fiducia di Hegel nella capacità dello Stato, quale si era fino ad allora configurato, di conciliare le gravi contraddizioni che attraversano la convivenza sociale degli uomini.
L'incertezza democratica. Potere e conflitto in Claude Lefort
Dario Malinconico
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2021
pagine: 320
La riflessione di Claude Lefort sulla democrazia è una delle più complesse e originali del XX secolo. Tuttavia, la sua presenza nel dibattito contemporaneo è rimasta piuttosto marginale, difficile da collocare nelle maglie (talora fin troppo strette) della filosofia politica. Il libro di Dario Malinconico, oltre ad introdurre il lettore italiano all'opera lefortiana - analizzata nei suoi rimandi alla storia delle idee, all'antropologia sociale, alla teoria politica - prova a definire le caratteristiche dell'incertezza democratica teorizzata da Lefort in oltre sessant'anni di partecipazione attiva alle vicende del Novecento. La democrazia moderna è infatti una dimensione simbolica che svuota il "luogo del potere" da ogni figurazione stabile, mostrandone la natura conflittuale e diventando fucina di nuovi diritti e di nuove soggettività riconosciute. Al tempo stesso, questa provvisorietà di contenuti e di protagonisti rende la democrazia vulnerabile, sottoposta alla minaccia continua dell'ideologia e delle prassi anti-egualitarie. Lefort ci dice perciò che solo recuperando una radicalità costitutiva la democrazia potrà reinventare se stessa e porsi all'altezza delle sfide del nuovo secolo.
Scritti per «Criterio»
Raffaello Franchini
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2021
pagine: 488
Il libro raccoglie gli articoli pubblicati da Raffaello Franchini sulla rivista «Criterio», da lui diretta tra il 1983 e il 1990. Sotto la sua direzione la testata fondata da Carlo Ludovico Ragghianti nel 1957 si tramuta da "mensile di cultura, politica e società" in una rivista di filosofia. I diversi contributi, editoriali, recensioni, relazioni a congressi, sono spesso legati a dibattiti in corso - risuona in queste pagine la polemica di Franchini contro il "pensiero debole" e le "filosofie di successo" - ma non mancano interventi più speculativi, spesso scritti paralleli a volumi già editi o altri in gestazione. Il lettore avrà modo di penetrare nel laboratorio teoretico dell'ultimo Franchini, dove, ad esempio, è ripresa e ulteriormente approfondita l'idea di progresso, articolata nel contesto di una "teoria della previsione" per meglio esaminare le istanze prospettiche della conoscenza in quanto giudizio storico. Anche gli "Scritti per «Criterio»" collaborano a comporre, assieme ad altri più noti titoli dell'autore, quel mosaico di esercizi di teoresi che per Franchini è stata l'idea di logica filosofica, chiamata a dar prova di sé sugli incerti territori della storia.
Domenico Losurdo tra filosofia, storia e politica
Libro: Copertina morbida
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2021
pagine: 432
Marxista ma anzitutto hegeliano, Domenico Losurdo credeva nella storicità della filosofia e dunque nella sua radicale politicità: se essa è il nostro tempo appreso nel concetto, proprio la politica ne costituisce il primo e più importante banco di prova. Non si tratta di affidare a questa disciplina il compito di una mera descrizione del mondo o addirittura di una sua giustificazione, tanto più che la filosofia conserva sempre una trascendenza che nasce nella sua potenza discorsiva universalistica. Essa è storia ed è dunque politica, piuttosto, nel senso che il giudizio politico è il vero experimentum crucis della ragione. E la capacità di esercitarlo - che comporta la rinuncia ad ogni atteggiamento consolatorio e un'attenzione impietosa alle contraddizioni oggettive e ai salti qualitativi che innervano la trama del reale - può salvare o al limite falsificare intere filosofie, fino a dimostrare a volte la meschinità delle costruzioni teoriche anche più grandiose. Condividendo questa impostazione, amici e colleghi dialogano in questo volume con i testi più importanti di Losurdo o con le tematiche che gli erano care, cercando di tramandare la memoria di un metodo di lavoro che nella sua ispirazione dialettica è stato anche una lezione di vita e di rigore esistenziale.
Non «servono» i greci e i romani
Luigi Alfinito
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2021
pagine: 64
Scritto con la passione di chi li ha insegnati per quarant'anni e con l'amarezza di chi ha concluso che il latino e il greco non servono, che, al pari della musica, sono un lusso che non possiamo più permetterci, un vecchio professore avanza la modesta proposta di continuare ad insegnare le materie classiche solo in traduzione, affidando l'insegnamento delle cosiddette lingue morte all'università e alla diligenza di chi vorrà studiare e leggere i classici nella loro lingua. Il saggio è arricchito da puntuali e precise considerazioni su Pirandello lettore sui generis del teatro greco, sulla "genialità" vera o presunta della lingua greca, e da esperienze ed esperimenti didattici che possono giovare, in ogni caso, all'insegnamento del latino e del greco anche a chi non condivide la tesi centrale.
Avere memoria, costruire il futuro
Libro: Copertina morbida
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2020
pagine: 432
Le Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d'Italia sono una libera accademia fondata da un'assemblea di cittadini, col fine di creare un centro permanente di formazione, di ricerca e di aggiornamento scientifico sulle condizioni e i problemi della società civile, dell'ambiente, dell'urbanistica e della salute del popolo.
De laudibus Monasterii Westphaliae metropolis
Oleg Nikitinski
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2020
pagine: 247
L'intento di questa pubblicazione è quello di far rivivere l'antica tradizione umanistica attraverso la narrazione in latino della storia culturale di una regione. Il testo raccoglie principalmente le testimonianze dei grandi umanisti della Westfalia dei secoli XV-XVII come Rodolfo Langio, Giovanni Murmellio, Ermanno Buschio, Ferdinando Fürstenberg. Questi grandi umanisti strinsero rapporti con le personalità più importanti della cultura europea come Rodolfo Agricola, Giacobbe Balde, Gian Lorenzo Bernini, Daniele e Nicolao Einsio, Erasmo, Ficino, Filelfo, Aldo Manuzio, Luca Olstenio, Pico della Mirandola, Poliziano, Lorenzo Valla, Giovanni Gerardo Vossio e tanti altri. Oltre alle testimonianze delle relazioni internazionali dei grandi umanisti e alle autobiografie di Ferdinando Fürstenberg e Bernardo Mallinckrodt, il testo raccoglie notizie relative ai soggiorni in Westfalia di personalità autorevoli quali Giusto Lipsio, Fabio Chigi (poi divenuto papa Alessandro VII) e Cristina di Svezia.
L'anglomania e l'influsso inglese in Italia nel secolo XVIII
Arturo Graf
Libro: Copertina morbida
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2020
pagine: 612
Della vasta e variegata opera di Arturo Graf, "L'anglomania e l'influsso inglese in Italia nel secolo XVIII" è senz'altro il libro più divertente e riuscito. Nell'ultimo libro della sua vita, davvero il Graf tocca l'apice dell'erudizione e dell'arte; davvero si rivela "poeta e maestro" - per citare le parole del busto che campeggia nell'Università di Torino - capace di coniugare erudizione e poesia, ironia e ammirazione, brio e spontaneità e di erigere un piccolo-grande monumento letterario, dove lo spirito europeo aleggia mirabilmente, e i Baretti, i Rolli e gli Algarotti, i Thompson e i Pope, i Voltaire e gli Alfieri e mille altri ci appaiono vivi e vicini, quasi fossero in conversazione con noi. Arricchita di un ampio indice dei nomi e delle opere, che supplisce alla mancanza di note e riferimenti bibliografici del testo originale, questa nuova edizione - l'unica dopo quella del 1911 - si candida ad essere, d'ora in avanti, l'edizione di riferimento, e ci restituisce un classico della storiografia letteraria, un'opera appassionante, educativa nel senso più nobile del termine.
Il pensiero di Leopardi
Mario Andrea Rigoni
Libro: Copertina morbida
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2020
pagine: 392
Per parecchi decenni il pensiero di Leopardi è stato presentato dalla critica nella forma di un razionalismo variamente progressistico. Tra i rarissimi studiosi che respinsero e contrastarono questa deturpante interpretazione ideologica il più radicale e il più esplicito è stato Mario Andrea Rigoni. Nei suoi saggi, composti nell'arco di un quarantennio, Rigoni dimostra che Leopardi accoglie e sviluppa, della cultura illuministica sulla quale si era formato, soltanto la parte negativa e distruttiva, interpretando anche lo sviluppo del sapere come eliminazione di errori anziché come acquisto di verità positive; che la sua convinzione della superiorità morale, politica ed estetica del mondo antico non viene travolta dalla rivelazione del pessimismo greco né dalla coscienza del definitivo tramonto dell'antichità; che il suo implacabile materialismo intrattiene un rapporto paradossale col platonismo e non annulla ma semmai esalta il «misterio eterno/ dell'esser nostro»; che la sua trascurata quanto notevole riflessione antropologica, storica e politica è quella di un Machiavelli e di un Guicciardini dell'Ottocento; che il suo Zibaldone di Pensieri, frutto di una moderna attitudine sperimentale, costituisce una testimonianza saggistico-aforistica paragonabile soltanto alle Pensées di Pascal, al Dictionnaire historique et critique di Bayle, ai frammenti di Nietzsche; infine che Leopardi giunge a un'inconsapevole e sorprendente sintonia, su molte questioni capitali, col Romanticismo tedesco ed europeo, pur non avendo niente in comune con l'idealismo né, in particolare, con l'utopia di una finale conciliazione dialettica del reale. Molte altre novità emergono da questi studi: si pensi alle consonanze con la riflessione di Freud sul tema del rapporto tra il piacere e la morte o alle tante e inaspettate affinità tra i pensieri dello Zibaldone e l'estetica di Croce, che molto curiosamente ne ignorò i risultati. Sottratto alle ipoteche ideologiche, come alle manie accademiche, il pensiero di Leopardi viene in tal modo restituito a quell'"ultrafilosofia" che è sua propria e che consente anche a noi di gettare un lucido sguardo sulla fisiologia del mondo e della storia.