NEM
La medietà
Angelo Rendo
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 150
La poesia di Angelo Rendo, non è una poesia facile, nè una poesia generazionale, ma un percorso autonomo. Il testo, corto, denso, sconvolgente per la grande intuizione dei significati poetici, proviene da un habitat dove l'io preme verso il suo annullamento, si estrania nell'oggettività pura della parola, diventa fondo, essenza, enigma.
Gli ospiti e i luoghi
Nicola Ponzio
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 110
"Gli ospiti" della poesia di Nicola Ponzio sono le parole che albergano nelle cose che lasciano, non appena hanno dato il senso della loro esistenza. E "i luoghi" sono quelli della metamorfosi che nutre la memoria di oggetti, simboli di un lascito eterno, nella solitudine della pagina. Le immagini di questa poetica sono numerose e intriganti e favoriscono l'approdo a un'opera ricca di prodigi linguistici e di finissime dissolvenze. Nicola Ponzi è nato a Napoli nel 1961. Poeta e artista ha pubblicato su Nuovi Argomenti, Galleria e Atelier. Suoi versi sono presenti in varie antologie poetiche. Dal 1987 ha esposto i propri lavori in diverse mostre personali e collettive sia in Italia che all'estero.
La parola infetta
Giampiero Marano
Libro
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 272
"La parola infetta" è la drammatica, sorprendente testimonianza di una ricerca interiore. Giampiero Marano, giovane studioso e apprezzato critico, opera in questo libro un grande lavoro di ricucitura e reinterpretazione delle varie stagioni letterarie, attraversando la perenne conflittualità che oppone l'esperienza sorgiva del linguaggio ai rigidi schemi dell'Istituzione Culturale. Il processo biologico di evoluzione/involuzione che caratterizza tale antagonismo viene seguito a partire dalla tradizione orale per arrivare alle modernissime avanguardie e oltre ancora. La bellezza di questo libro, che ne costituisce anche la "difficoltà", sta proprio nella sua luce tridimensionale: muovendosi tra la filologia e l'antropologia, l'estetica e la filosofia politica, l'autore riesce a leggere il succedersi e l'intrecciarsi di epoche o poetiche come riflessi variegati di una dimensione extraletteraria che coincide, in ultima analisi, con la comunità che la circonda. Fino alle soglie dell'età moderna la poesia ha agito come un vaccino nei confronti del "corpo sociale", immunizzandolo con l'inoculazione del male in dosi omeopatiche: ma dopo che il compito di proteggere la società è stato demandato a sistemi di controllo altamente sofisticati, il suo destino si è fatto sempre più incerto e precario. Pur contemplando un mondo disincantato, questo saggio (che si legge come un racconto) non indulge né ad atteggiamenti di autocommiserazione né a nostalgie consolatorie, ma si conclude anzi con la prefigurazione di un tempo nel quale la letteratura potrà finalmente abbandonare l'esilio: «Soltanto la "poetica" analogia con l'elementare alternarsi del giorno e della notte offre una chance di riscatto per l'umanità esclusa di cui tutti, vittime e carnefici di noi stessi, siamo e non siamo parte».
Pontemagico. Cinquanta racconti del primo lustro 2003-2007
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2009
pagine: 217
Con questa sentenza del grande Paul Léautaud veniva presentato ufficialmente il premio letterario Pontemagico. Era il 3 aprile 2003 e la perentoria frase dello scrittore francese, dalla penna tonante, faceva un certo effetto nell'aula-teatro dell'università della Svizzera Italiana a Lugano, affollata di giornalisti dallo sguardo stupefatto dopo un'affermazione polemicamente eversiva nei confronti dei concorsi letterari. Ma allo splendido e potente assioma di Léauteaud veniva, immediatamente, fatta seguire una chiosa chiarificatrice: "Il Pontemagico, che vuole unire l'innocente e meraviglioso mondo dei bambini a quello dei grandi, non può che essere onorevole". Così, con l'intento di gettare un ponte tra i sogni dei fanciulli e quelli degli adulti, nasceva un originalissimo premio letterario che, nel bando di concorso, dando del tu, invitava a scrivere "una storia per bambini-bambini e per grandi-bambini".
Acqua e zucchero
Dino Azzalin
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2024
pagine: 200
Acqua e Zucchero è la testimonianza dell'amore di un figlio verso i propri genitori, ma non è un romanzo storico o il racconto esclusivo di una saga familiare, bensì la rievocazione di vicende in cui potrebbero riconoscersi tanti italiani che hanno lasciato la loro terra d'origine per stabilirsi in un'altra regione della penisola che sembrava garantire opportunità di crescita economica e sociale. Lo scrittore ricorda la sua infanzia tra le corse sugli argini del Bacchiglione e i fiumiciattoli di irrigazione della campagna veneta, la meraviglia delle scoperte (acqua) e lo zuccherificio che ha cambiato per sempre la fisionomia, la vita e la storia del Paese (zucchero). Dino Azzalin, che è stato recentemente insignito della Cittadinanza Onoraria di Pontelongo (Padova), narra come la sua famiglia ha affrontato il "tempo dell'esodo", quando agli inizi degli anni Sessanta, come molti altri contadini spinti dall'indigenza dovuta alle difficoltà del dopoguerra, lasciò il paesino della campagna veneta per intraprendere il viaggio verso la "Terra Promessa", una provincia della generosa Lombardia. Protagonista imprescindibile è la Jole, madre dell'autore vera anima della famiglia, modello iconico del ruolo femminile nella società contadina di quel tempo: si occupa della crescita all'educazione dei figli e si occupa del lavoro domestico; provvede alla cura degli animali e all'impegno nei campi. Giunta con la famiglia a Varese, contando sulla complicità del "Toni", marito e padre dei suoi figli, si prenderà carico di gestire il nuovo assetto organizzativo e sarà la fautrice della rinascita nel contesto varesino. Il pensiero corre subito alle dinamiche dell'immigrazione ai nostri giorni che sovente sono le medesime di allora, come analoghi sono le incertezze, i timori, il coraggio e la speranza. Al pari degli odierni migranti che giungono, però, sui. cosiddetti barconi della morte, gli esuli di cui si parla arrivarono in una terra dall'accento diverso, scandito da unaltro dialetto. Non mancano i riferimenti storici di episodi terribili come quelli della guerra, per l'alto tributo di sangue e orrori pagato dalla famiglia, alternati ad altri indimenticabili vissuti con gli occhi del bambino, tra incantesimi, stupori, e paure. Un risultato che fa di una realtà a volte molto amara, ma maestra di un'arte di una dignitosa sopravvivenza, un florilegio finale di immagini sul mondo ormai scomparso del Veneto contadino, e un affresco di gioia per la promessa mantenuta.
Il cortile della felicità
Paola Del Negro Plano
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2022
pagine: 251
Giulia De Santis è una giovane giornalista che attraversa un momento molto difficile della propria vita. Nata da una famiglia di artisti, la ragazza è la sola ad aver scelto una strada diversa; Giulia preferisce girare il mondo e immortalarlo nei suoi scatti, condividere emozioni attraverso i reportage, osservare i visi delle persone e comprendere la quotidianità delle loro vite. Nel suo viaggio in Libia insieme al compagno e collega Joachim, la ragazza si trova, però, a compiere anche un percorso interiore che la costringerà ad affrontare tutto ciò che per mesi aveva cercato di ignorare, quelle paure e quei sensi di colpa che avevano preso il sopravvento su di lei trasformandola in una Giulia diversa che neppure i suoi familiari riconoscevano più. Ogni incontro che farà durante questo viaggio la aiuterà a ricostruire un pezzetto della propria vita, a ricominciare quella salita verso la felicità di cui sente così tanto il bisogno. Una vicenda personale che si incrocia con il dramma dell'immigrazione clandestina, e che mette in evidenza due lati così diversi dello stesso Paese: le bellezze artistiche e paesaggistiche da una parte, l'orrore della guerra e dei centri di detenzione dall'altra. Un dramma che attraverso il mare arriva dall'altra parte approdando a Lampedusa, ma che altre volte si ferma prima, inghiottito dalle acque del Mediterraneo.
I tempi della pittura in Renato Guttuso
Fabio Carapezza Guttuso, Serena Contini
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2022
pagine: 144
"La distanza geografica fra i tre studi, Palermo, Roma e Velate obbligherà l'artista ad individuare per ciascuno di essi un templare che avrà il compito di rifornirlo di materiale per dipingere così da permettergli di lavorare non appena arrivato. I templari avrebbero avuto anche il compito di difendere la territorialità dello studio salvaguardando Guttuso e le modelle che posavano per lui. A Palermo c'era Isidoro Canfarotta a Roma Pino Settani e a Velate Nino Marcobi. Ognuno dei tre - diversi anche fisicamente, ritratti nel quadro Giocatori di scopone - avrebbe interpretato il ruolo in maniera diversa." (Fabio Carapezza Guttuso) Il volume ripercorre, attraverso la documentazione lasciata da uno di questi fedeli amici di Renato Guttuso, il varesino Nino Marcobi, che lo seguì durante il periodo trascorso a Velate (VA), il percorso di creazione di alcune opere molto famose e illumina il processo dell'artista. "In un volume pubblicato nel 1979 lo scrittore e poeta Giorgio Soavi, amico di Renato Guttuso, nel descrivere e fotografare i luoghi prediletti del pittore siciliano, annotò: «Renato vuole essere amato, vuole con sicurezza la quotidiana razione di presenze in casa»1 poiché «il contrario della solitudine pubblica è la moltitudine privata. In Sicilia, come a Roma e Velate, Guttuso lavora e vive circondato da amici che, per stargli insieme, sembrano avere perduto la nozione del tempo». L'uomo come l'artista preferisce non stare solo. Le parole di Soavi, meglio di altre, raccontano delle case affollate, del susseguirsi di collaboratori e amici che, ad ogni ora del giorno, frequentavano gli studi e le abitazioni di Guttuso a Roma, a Palermo e a Velate, creando un clima di convivialità e affetto, nutrimento essenziale per il suo animo aperto e generoso. Conscio e grato per essere attorniato da persone fedeli e benevole, il maestro non manca di esternare in più occasioni i suoi intimi sentimenti. […] Marcobi ebbe modo, grazie alla sua frequentazione quotidiana, di documentare il lavoro serrato del maestro siciliano, quando era a Velate, con numerosi scatti fotografici e con appunti divisi cronologicamente e, a volte, per opera, su fogli sparsi o quaderni, manoscritti o dattiloscritti, sinora inediti, che offrono una testimonianza di prima mano dell'attività pittorica e quotidiana di Guttuso. Tutto quello che è stato conservato è oggetto di una donazione al Comune di Varese voluta dai figli Gualtiero e Wanna Marcobi. Gli appunti di Nino Marcobi, che purtroppo si riferiscono solamente a pochi anni, presentano descrizioni puntuali, scritte in buona parte senza una rilettura. I diari di bordo, così definiti da Marcobi, oltre a fogli sparsi e dattiloscritti vari, sono costituiti da sei quadernetti e un piccolo block notes103 in cui Marcobi annotava quotidianamente l'evoluzione di alcune opere, riflessioni di Guttuso, visite di amici, committenti e storici dell'arte, acquisti di materiale per dipingere, considerazioni sul morale e lo stato di salute del pittore e di sua moglie." (Serena Contini)
L'ospite indelicato
Lorena Carboni
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2022
pagine: 112
L'ospite indelicato è quello che non aspetti, o che non arriva, o che arriva in anticipo o in ritardo. Invadente, o eccessivamente silenzioso. Inquietante. A volte, non desiderato, e perturbante. E allora gli ospiti indelicati possono essere anche le figure, le immagini, i suoni, le parole che ci attraversano. Con le quali tentiamo, in tanti modi e spesso con esiti non previsti, di offrire una figura stabile ai nostri vissuti, alle nostre rappresentazioni e vicende. Indelicato, infine, potrebbe essere quello slittamento, quel sottilissimo scarto in grado di spostare il reale in un campo dove, per un attimo, sembra possibile travalicare la cronaca, la biografia, la storia, il tempo che passa. Quando, insomma, il nostro gesto è diventato forma. In quel momento, viene alla luce ciò che Montale chiamava "l'anello che non tiene, il filo da disbrogliare". L'essenza profonda dell'inatteso, dell'inaspettato, dunque dell'indelicato sta, forse, tutta lì. E quando arriva a esprimersi nella sua più alta possibilità, ossia nel gesto dell'artista, inattesi e indelicati possono apparire proprio i procedimenti che mettiamo in atto rappresentando o raccontando o verbalizzando. La forma che diamo alle nostre azioni, il loro senso e le loro priorità quando le ordiniamo nella memoria, ci portano inevitabilmente a muoverci, bilanciarci, sospenderci tra narrazioni e rappresentazioni, tra finzione e realtà. Ognuno di noi lavora costantemente sul proprio materiale esistenziale. Lo ordina per mostrarlo, narrarlo e archiviarlo a suo modo. Che non è sempre quello previsto, quello che si sarebbe voluto, quello che sembrava ovvio. In ognuno di noi sta qualcosa di inatteso e indelicato che, a volte, viene alla luce. E allora ognuno di noi si porta dentro un ospite. Che può portarci lontano. Da chi o cosa? Da noi stessi. Questo, in fondo, il senso di un libro di versi dove non uno, ma tanti ospiti parlano.
Lacrime di babirussa
Riccardo Innocenti
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2022
pagine: 88
"Il quinto volume delle « Civette » ci porta al cospetto di uno strano mammifero, un mammifero sempre lì lì per subire la catastrofe del proprio Todestrieb, ovvero di accecarsi o persino uccidersi a causa di un'iper-curvatura delle fauci. Che fare, allora? Forse la soluzione è propriamente quella di non respirare: tentazione che si snoda nella poesia apneica che funge da esordio in pezzi staccati delle diverse sezioni. Non respirare potrebbe rappresentare la vittoria contro questa inutile coazione a ripetere che non fa altro che farci collezionare figurine in posa delle nostre esistenze. Oppure forse sarà meglio mettere a nudo guardandole con distacco le proprie necessarie tendenze violente, guardare il sangue constatando che in fondo è solo sangue, redigere un'attenta ricognizione di tutte quelle volte che non tanto per fare in modo che non sia più così, piuttosto per prendere atto che certe cose non fanno altro che compiersi per essere viste, per essere guardate e che forse guardare in faccia è più sapienziale che analizzare. La poesia di Riccardo Innocenti guarda ad una linea ben consapevole della contemporaneità per tentare di farsene qualcosa anche per quanto concerne il mero livello della propria posizione soggettiva, come mostra bene Jessy Simonini nella postfazione: non è detto che ciò che siamo ci si ritorca sempre contro, si possono anche versare lacrime su ciò che è stato, il che certo non cambierà il passato ma almeno ci renderà più consapevoli del nostro tormento e del suo probabile versante ineluttabile. Questioni esistenziali si dipanano nei testi in versi così come in quelli in prosa, giungendo a deliberare che forse sia dal bisogno che dal desiderio occorrerebbe emanciparsi ma, se così non fosse possibile, almeno essere pronti a metterli in gabbia per guardarli così come si guarda lo schermo di un cellulare."
Overland Italia-Australia
Giorgio Vanni
Libro: Libro rilegato
editore: NEM
anno edizione: 2021
pagine: 245
È fine estate del 2019 e Giorgio, viaggiatore con un importante passato di lavoro all'estero, non si rassegna a rinunciare ai sogni. Una figlia trasferitasi in Australia gli dà l'occasione d'intraprendere un viaggio dai contorni mitici: raggiungerla dall'Italia in treno e in bus lungo l'Est Europa, la Russia, la Mongolia, la Cina, il Vietnam, la Cambogia, la Thailandia, la Malesia e infine come passeggero di una portacontainer, sbarcare in Australia. Fanno da sfondo le enormi distese della Siberia e della Mongolia, i contrasti tra la modernità delle metropoli cinesi e le bellezze delle aree rurali, il fascino dell'Indocina e della Malesia e infine la vita di spiaggia del sogno australiano. Il rientro dal viaggio coincide purtroppo con l'arrivo della pandemia, cui l'autore fa riferimento come a un convitato di pietra. Resta un messaggio di speranza e di resilienza. Un invito, non importa quale siano gli obbiettivi, a non demoralizzarsi, a non arrendersi alle difficoltà o ai luoghi comuni sull'età. "Se si ha davvero un sogno, non importa quale sia, non deve essere nulla di eclatante; se si ha un fuoco interiore che brucia, un obbiettivo a cui teniamo, allora si devono superare i giudizi della gente, le paure dell'età, le convenzioni, bisogna scrollarsi di dosso la rassegnazione, l'inerzia e si deve dare il massimo per realizzarlo. Si potrà fallire o riuscire, questo potrà dipendere da tante variabili, a volte incontrollabili, ma l'importante sarà d'averci provato con il cuore e la determinazione che meritiamo, perché dobbiamo rispettarci."
Agata nel paese che non legge
Alessandro Ghebreigziabiher
Libro: Libro rilegato
editore: NEM
anno edizione: 2021
pagine: 276
Agata Toccaceli ama visceralmente i libri. Cresciuta nel piccolo paese di Montenevo, decide di non proseguire nella gestione della panetteria di famiglia e di avventurarsi nella grande città per realizzare il suo sogno: aprire una libreria. Una volta laureata, la ragazza affitta, come sede della sua libreria, il negozio di frutteria di Abubakar (Abu per tutti), un giovane originario del Bangladesh. I due diventano anche amici e Agata assume Abu come commesso nella nuova libreria il cui nome (Libri con le orecchie) è un omaggio a un dettaglio inconfondibile del volto di Agata che l'interessata non fa nulla per nascondere. La strada verso la realizzazione del sogno è piuttosto in salita, principalmente a causa delle difficoltà che incontrano tutte le librerie... piccole o grandi. Il dilemma che assilla Agata è il seguente: perché nel nostro Paese così tanta gente non legge libri? Cercando di risolvere l'atavico dilemma insieme ai suoi compagni di viaggio, Agata vivrà un'avventura emozionante tra libri e persone straordinarie in cui troverà finalmente la sua vera strada.
Perché il dentista non fa più paura
Giacomo Valeri
Libro: Libro in brossura
editore: NEM
anno edizione: 2021
pagine: 192
Nella sua piccola introduzione o "disclaimer" - termine anglosassone che indica una dichiarazione di responsabilità su quanto scritto - Giacomo Valeri, odontoiatra e autore di questo piacevolissimo libercolo, afferma che un tema molto importante come la paura del dentista deve essere trattato non solo in modo specialistico ma anche in maniera "friendly". Infatti avendo questo libro come target un personale anche non odontoiatrico e non essendo un trattato medico-scientifico ma divulgativo è stato volutamente e oculatamente evitato il lessico specialistico a favore di espressioni comuni per rendere più scorrevole lettura da parte di personale non del settore, ma soprattutto per quei pazienti, grandi o piccoli che siano, che la paura invece l'hanno eccome! Allo stesso modo devono essere intese le sdrammatizzazioni, le battute, le semplificazioni e i racconti al suo interno - cioè strumenti per rendere la lettura leggera e piacevole - che non ambiscono a descrivere una rappresentazione scientifica omnicomprensiva degli argomenti, la quale, del resto, striderebbe con l'intento di questo libro: rendere leggera, simpatica, utile ed accessibile la trattazione di un argomento altrimenti ostico per la maggior parte dei non addetti ai lavori. Ma il valore aggiunto è che questo volume raccoglie qualche goccia da destinare all'oceano dei bisogni perché il ricavato va all'APA, (Amici Per l'Africa) che si occupa di progetti sanitari e odontoiatrici nei paesi più poveri del Continente Nero. Per questo, e per le innumerevoli sorprese che incontrerete, merita di essere letto senza paura alcuna.