Franco Angeli: Media cultura
Donne nella storia dei media. Autrici, artiste, influencer, tra ribalta e retroscena
Anna Lucia Natale, Paola Panarese
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2025
pagine: 230
La storia dei media è storia al maschile. Le donne, in ruoli above and below the lines, vi hanno contribuito in maniera sostanziale, ma sono state "dimenticate" nei resoconti storici ufficiali. Ricostruire profili di donne nei media, di ieri e di oggi, è una sfida per la ricerca sociologica e il primo passo verso una storia dei media al femminile. Nel 2024 ricorrono il centesimo anniversario della Radio e il settantesimo della Televisione in Italia. Questo volume li celebra valorizzando alcune delle tante protagoniste, di ieri e di oggi, che hanno contribuito a fare la storia dei "vecchi" mezzi di comunicazione. E senza perdere di vista i media digitali. Realizzato dall'Unità di ricerca GeMMa (Gender and Media Matters), del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale di Sapienza Università di Roma, il libro si inserisce in quel filone internazionale dei gender and media studies che, rilevando la marginalizzazione delle donne nelle storie ufficiali del broadcasting, mira a evidenziarne il contributo creativo all'evoluzione dei linguaggi comunicativi e dell'industria mediale. In questa prospettiva, pressoché inedita nella ricerca italiana del settore, i testi raccolti nel volume riguardano autrici televisive e radiofoniche, più o meno note, come Laura Toscano, Lidia Motta o Serena Dandini, performer come Raffaella Carrà, comiche come Luciana Littizzetto e Lella Costa, conduttrici di programmi crime come Donatella Raffai. E, con uno sguardo ai social media e alle nuove forme di agency femminili, activist e virtual influencer. Ne emerge un quadro variegato di donne competenti e creative che, spaziando dalla fiction televisiva alle narrazioni radiofoniche e all'attivismo online, dall'intrattenimento all'impegno sociale, hanno aperto nuove strade nel racconto del femminile.
È vero che internet ci chiude in una bolla? Una prospettiva critica su filter bubble ed echo chamber
Axel Bruns
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2024
pagine: 128
C'è molta attenzione e preoccupazione per l'impatto delle echo chamber e delle filter bubble sul dibattito pubblico. "Vivere all'interno di una bolla" è diventato oggi più di una semplice metafora, e viene sempre più associato a conseguenze strutturali e culturali di come internet modella la nostra esperienza quotidiana, il nostro modo di informarci e di relazionarci agli altri. Sono diversi gli osservatori che ritengono che cittadini e cittadine tendano a confinarsi incomfort zone informative chiuse, all'interno delle quali risuonano le stesse parole, gli stessi concetti, le medesime convinzioni, che finiscono per convalidare e radicalizzare lo stesso punto di vista. Questa preoccupazione è giustificata o ci distrae da questioni più serie? Axel Bruns sostiene che l'influenza delle echo chamber e delle filter bubble è stata decisamente sopravvalutata e deriva da un effetto di "panico morale" sul ruolo dell'online e dei social media nella società. La nostra attenzione nei confronti di questi concetti e la tendenza diffusa a incolpare le piattaforme e i loro algoritmi per gli sconvolgimenti politici rischiano di oscurare questioni ben più serie che riguardano l'ascesa del populismo e l'iperpolarizzazione nelle democrazie. Valutando le prove a favore e contro le filter bubble e le echo chamber, Bruns offre un'argomentazione persuasiva sul perché dovremmo spostare la nostra attenzione su problemi più importanti per il futuro della democrazia. Introduzione di Giovanni Boccia Artieri.
Gradienti di liveness. Performance e comunicazione dal vivo nei contesti mediatizzati
Laura Gemini, Stefano Brilli
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2024
pagine: 200
La liveness è una parola chiave per lo studio dei media e della performance: permette di cogliere dinamicamente le trasformazioni del senso dell'"essere in presenza" nella contemporaneità mediatizzata. Osservare la liveness in termini di gradienti mostra il carattere molteplice, contingente e talvolta ideologico della categoria del live, ma anche il valore che industrie e utenti vi attribuiscono. Il concetto di liveness riguarda la qualità che attribuiamo all'esperienza di partecipare "dal vivo" a un evento e al tipo di presenza nello spazio e nel tempo che la nostra partecipazione può assumere: essere "dal vivo" nella nostra epoca, con chat, streaming, smart working, didattica online, può assumere sfumature molto diverse. Sebbene la liveness sia un oggetto di studio proveniente dal campo dei performance studies e dei media di massa, ha assunto negli ultimi anni un decisivo interesse interdisciplinare poiché il moltiplicarsi degli ambiti del live ha complessificato la definizione delle condizioni sufficienti o necessarie della liveness. Il presupposto da cui il volume muove è che, proprio per questa complessità delle esperienze possibili dal vivo, è necessario ricostruire le tracce del processo co-evolutivo tra performance e mediatizzazione. E lo fa partendo da un quesito di fondo: perché studiare la liveness? Perché rappresenta una parola chiave per lo studio dei media e della performance, al pari di altri concetti ormai classici come quelli di "rimediazione", "convergenza" o "ibridazione", perché permette di cogliere dinamicamente le trasformazioni del senso dell'"essere in presenza" nella contemporaneità. Se da una parte il digitale mostra il carattere molteplice, contingente e talvolta ideologico della categoria del live, dall'altra il valore che industrie e utenti vi attribuiscono non sembra svanire, divenendo al contrario la cifra che caratterizza l'attuale cultura dei media.
Tracce digitali e ricerca sociologica. Riflessioni ed esperienze di sociologia digitale
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2023
Le tracce digitali sono sia oggetto di ricerca sociale, che prodotto del modello piattaforma digitale che di esse si alimenta. Permettono di ricostruire la re-intermediazione delle relazioni sociali operata dai media digitali, poiché rappresentano materiali ricchi di informazioni ed evidenze empiriche. Chi fa ricerca deve confrontarsi con questo stato di cose con approccio critico, caso per caso, mantenendo sempre i principi etici di svolgimento della ricerca sociale come guida principale. In una società ormai sempre più digitale, nella quale le tecnologie hanno assorbito gran parte delle nostre relazioni, la ricerca sociale è chiamata al compito di ripensare se stessa all’interno di una cornice teorica e metodologica che deve tenere conto di una molteplicità di fattori, di attori sociali umani e non-umani e delle loro interazioni, di algoritmi e piattaforme. In questo contesto, le ‘tracce digitali’ che individui e gruppi sociali lasciano nei media digitali come segno delle loro attività rappresentano, per ricercatori e ricercatrici, un’importante modalità di accesso allo studio di pratiche, opinioni e interazioni, prima inaccessibili. Il libro presenta una collezione di studi e ricerche di matrice sociologica che raccoglie la sfida posta dalla società digitale, utilizzando tali tracce come porta di accesso allo studio dei fenomeni sociali. Attraverso una raccolta di saggi che variano dallo studio dell’opinione pubblica digitale, alla diffusione dell’estremismo in Rete, alle narrazioni e ai modelli narrativi degli utenti dei social media, fino alle cripto-valute e all’OSINT, il volume mostra come le tracce digitali possano essere utilizzate, proficuamente ed eticamente, per comprendere meglio, sia pur nella sua forma “fragile”, parziale e provvisoria, la realtà sociale che emerge dalle modalità attraverso cui le tecnologie digitali si innestano nel quotidiano.
YouTube Freak Show. Fama e derisione alle soglie dell'influencer culture
Stefano Brilli
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2023
pagine: 224
La messa in ridicolo dell’altro è una parte integrante del comportamento sociale degli esseri umani. Nell’attuale panorama mediale l’oggetto del ridicolo acquisisce però una peculiare centralità, essendo uno dei fulcri più frequenti su cui converge l’attenzione dei pubblici. L’evoluzione della semantica della celebrità che ha accompagnato il web 2.0 è infatti intimamente legata a processi di dileggio online. La figura dello zimbello e quella della celebrità hanno trovato nel digitale numerose occasioni di sovrapposizione. L’essere “odiati perché celebri” non è un fenomeno esclusivo della società delle reti, ma i social media, traducendo l’attenzione degli utenti in spazio di visibilità, hanno aumentato le possibilità di essere “celebri perché odiati” o “celebri perché derisi”. Il volume indaga i legami fra derisione e fama nella cultura digitale, analizzando i significati, i piaceri e le relazioni che i pubblici connessi elaborano attorno ai soggetti che ridicolizzano. Per farlo si storicizzano questi mutamenti, in particolare nel decennio 2006-2015, periodo cardine della popolarizzazione dei social media in Italia, che precede e mette le basi dei successivi sviluppi delle creator industries e della influencer culture. Il luogo di osservazione di tali dinamiche è quello delle star del ridicolo di YouTube Italia, persone ordinarie diventate famose online perché trovatesi al centro del ludibrio e che incarnano un paradosso fra elevazione e degradazione, fra trash e trascendenza, che necessita di essere esplorato
Screenshot society. Come le fotografie dello schermo raccontano il nostro stare online
Elisabetta Zurovac
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2023
pagine: 148
Perché una celebrità così come un utente comune decidono di condividere, sui propri profili online, screenshot di conversazioni? Cosa racconta di noi e della nostra società mediatizzata fare e diffondere uno screenshot? Il volume cerca di rispondere a tali domande, indagando come le pratiche comunicative visibili negli spazi del web sociale possono restituire significati relativi alla nostra società connessa. Gli schermi intelligenti si sono sempre più moltiplicati e diffusi, negli spazi pubblici e privati. Si mostrano come display di oggetti, cartelloni informativi, personal computer, fino alla loro deriva nella forma mobile più diffusa: gli smartphone. Questi strumenti modificano il nostro modo di accedere e fare esperienza della rete, abilitando pratiche comunicative che entrano a far parte della nostra routine quotidiana. Alcune di queste si diffondono in maniera significativa, ma vengono date per scontate, relegate a uno status di marginalità. Come gli screenshot: sono veloci e comodi per poter “strappare” qualche contenuto e trasportarlo altrove. Ma cosa significa davvero farlo? Perché una celebrità così come un utente comune decidono di condividere, sui propri profili online, screenshot di conversazioni? Cosa racconta di noi e della nostra società mediatizzata fare e diffondere uno screenshot? Il libro costruisce un percorso teorico che si sviluppa toccando i temi della mobilità connessa e dell’identità online osservata come narrazione del sé, arrivando a esplorare le pratiche di condivisione di screenshot in tre spazi distinti: Tumblr, TikTok e Telegram. Questo permette di riflettere sulle modalità di racconto personale, sull’intrattenimento orientato allo sguardo dei nostri pubblici, su monitoraggio e produzione di informazione. Dalle valutazioni che vengono tratte nel testo, emerge la screenshot society, ovvero quel modo di stare in rete in cui memoria, sorveglianza e spettacolarizzazione passano attraverso i nostri schermi – e grazie a loro – tramite l’agency individuale.
Sharenting. I dilemmi della condivisione e la costruzione sociale della «buona genitorialità digitale»
Davide Cino
Libro: Copertina morbida
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2022
pagine: 160
Lo sharenting è un fenomeno diffuso e normalizzato, la cui cifra innovativa risiede nella possibilità di valicare i tradizionali confini spazio-temporali della comunicazione interpersonale per creare tracce online della propria vita familiare e dei figli. Benché la vulgata comune abbia ritratto i genitori come ingenui e irrispettosi della privacy dei figli, un'analisi più approfondita mostra come tale pratica e i dilemmi da essa derivanti divengano un problema con cui fare i conti nell'ecosistema domestico digitale. Il neologismo sharenting funge da termine ombrello di una pratica mediale che indica la condivisione di foto, video e rappresentazioni di varia natura da parte di un genitore della propria genitorialità e/o dei propri figli. Tanto il discorso dei media quanto la letteratura scientifica sull'argomento hanno spesso sottolineato i possibili rischi derivanti da tale condotta, riguardanti generalmente una compromissione della privacy del nucleo familiare, l'espropriazione di agency rappresentativa dei minori nel caso in cui questi siano ancora troppo piccoli per posizionarsi in merito, finanche un possibile "rapimento digitale" degli stessi. Diverse testate giornalistiche hanno poi contribuito a inquadrare il fenomeno costruendo una narrativa colpevolizzante che ritrae i genitori quali soggetti irresponsabili e irrispettosi. Alcune ricerche, tuttavia, hanno sottolineato come lo sharenting sia invece una pratica mediale cui molti genitori aderiscono con non poche remore e ponendosi interrogativi in merito alla legittimità della stessa. Condividere o non condividere, dunque? Se sì, come farlo? Quando? Dove? Sono solo alcune delle domande che danno voce ai dilemmi digitali vissuti soprattutto dalle madri alle prese con una prassi tanto data per scontata, quanto priva di modelli pedagogici e culturali pregressi cui fare riferimento. La ricerca presentata nel volume indaga il discorso sullo sharenting così come socialmente costruito dai media e dai genitori stessi. L'ipotesi è che il primo di questi discorsi, dai toni spesso colpevolizzanti, rischi di proporre una lettura essenzialista del fenomeno, controbilanciata invece dall'esistenza di una gamma di dilemmi digitali di cui gli stessi genitori si fanno portavoce e che, se canalizzati, possono aprire occasioni di riflessività e apprendimento informale. Usando la rete come contesto di studio l'obiettivo è quello di leggere il complesso tema della digitalizzazione della vita familiare, di cui lo sharenting è uno dei tanti esempi possibili, provando ad andare oltre la superficie del fenomeno.
This is (not) the end. Forme della fine tra serialità e narratività
Libro: Copertina morbida
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2022
pagine: 150
A partire da un'analisi della relazione tra la dimensione formale e quella tematica della fine nelle narrazioni dei media, questo libro si concentra su alcuni casi di serie tv note o "di culto" (Il commissario Montalbano, Chernobyl, Hunters) così come sulla saga cinematografica più celebre e resistente a ogni conclusione (Star Wars), sul carattere epocale dei finali di film che hanno segnato l'esperienza di intere generazioni, nonché sulle modalità di continua riapertura (reboot) delle serie, e infine sul ruolo dei pubblici e delle loro emozioni. Saggi di: Federico Boni, Paola Brembilla, Daniela Cardini, Cristina Demaria, Nicola Dusi, Gino Frezza, Gianfranco Marrone.
Media e arte
Simonetta Fadda
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2020
pagine: 166
Le soluzioni adottate dagli artisti spesso riescono a innescare cambiamenti che s’insinuano nel sociale, dirottando gli sviluppi tecnologici. Le operazioni artistiche offrono spunti preziosi per affrontare criticamente le sfide della contemporaneità e attuare soluzioni praticabili dal basso. Il volume si rivolge a tutti gli studenti che affrontano lo studio dell’arte e dei media, ai professionisti della comunicazione (pubblicità, giornalismo, pubbliche relazioni per aziende), ma anche al lettore comune interessato alle problematiche del mondo contemporaneo, sempre più virtuale e connesso. Cos’è un medium? Cosa mediano i media? Che rapporto c’è tra media e tecnologie? Nella definizione dei media entrano in gioco nozioni diverse e la loro sovrapposizione spesso crea confusione. In questo scenario, i risultati che emergono nell’arte contemporanea riescono a illuminare il rapporto tra media, tecnologie e identità, mostrando come sia possibile mettere in atto pratiche autonome rispetto ai percorsi imposti dagli impianti tecnologici. Le soluzioni adottate dagli artisti spesso riescono a innescare cambiamenti che s’insinuano nel sociale, dirottando gli sviluppi tecnologici. Le operazioni artistiche offrono spunti preziosi per affrontare criticamente le sfide della contemporaneità e attuare soluzioni praticabili dal basso. In un’analisi che incrocia sociologia ed estetica, Kosuth dialoga con McLuhan e Benjamin, la realtà virtuale a 360° è letta dalla prospettiva del panorama ottocentesco e dell’expanded cinema degli anni Sessanta, i social network sono messi a nudo dalle operazioni di Grosser e dei Liens Invisibles, Vertov inquadra profeticamente il ruolo dello spettatore nella nuova economia dell’attenzione sviluppata dalla rete, di cui i Vocaloid (gli ologrammi cantanti che si diffondono negli anni Duemila), sono l’ultima espressione.
Genere e media: non solo immagini
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2020
pagine: 226
Il volume presenta i nuovi orientamenti di indagine dell'Unità di ricerca GEMMA (GEnder and Media MAtters) istituita presso il Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale della Sapienza-Università di Roma. All'origine di GEMMA è la consapevolezza della crescente complessità del nesso 'genere e media' nella società contemporanea, in cui si osserva e si sperimenta sia una profonda trasformazione dello scenario mediale, sia una diffusa problematizzazione dell'assunto a lungo indiscusso del 'binarismo di genere'. Nonostante i mezzi di comunicazione abbiano esercitato da sempre una funzione di rappresentazione delle identità di genere, lungo un intervallo compreso tra gli estremi della messa in scena e quelli della stereotipizzazione, oggi l'espansione del contesto mediale e la sua declinazione contemporaneamente individuale e di massa implicano l'elaborazione di nuove prospettive di studio e di ricerca. Il libro intende fornire una pluralità di spunti di riflessione, riconducibili a piattaforme e a pratiche comunicative differenti: dalla televisione alla pubblicità, dalla comunicazione pubblica ai consumi culturali, fino alla rete, ai social media e ai social network sites, i diversi contributi qui raccolti mettono a fuoco le forme di agency dispiegate da individui, gruppi e istituzioni nei processi di creazione, diffusione e consumo di immagini di genere nei testi mediali. Il primario intento di lettura e interpretazione del presente, perseguito dal gruppo di ricerca, non esclude l'esercizio di uno sguardo retrospettivo; così come l'adesione a prospettive e strumenti dei feminist media studies non preclude il ricorso agli apporti fruttuosi della sociologia.
Niente di nuovo sul fronte mediale. Agenda pubblica e campagna elettorale
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2019
pagine: 176
A fronte di una moltiplicazione degli spazi informativi e di un ecosistema mediale mutato nelle relazioni fra contenuti online e offline, ci si chiede sempre più spesso se ciò non abbia prodotto una frammentazione dell'agenda pubblica. Ma è realmente così? Possiamo davvero dire che siamo di fronte a un'agenda pubblica che si rivolge a pubblici dispersi, inseguiti dagli attori politici nell'intento di indirizzarli verso rivoli sempre più polarizzati e faziosi? Il volume vuole rispondere esattamente a queste domande, tramite l'analisi dei dati multipiattaforma dei pubblici dell'informazione della campagna politica italiana del marzo 2018. L'approccio adottato, che muove da una visione complessa dei reali comportamenti di fruizione dei soggetti, consente di rilevare la persistenza di un'agenda pubblica "interrelata". Durante il periodo della campagna, si è andata strutturando una relazione fra i diversi media, che si sono sincronizzati a fronte di determinati eventi e breaking news e che si sono differenziati attorno agli stili di comunicazione dei leader nelle piattaforme online o nella polarizzazione dei pubblici della politica su temi controversi. A fronte dei mutamenti attesi per l'avvento del digitale di massa e dei cambiamenti per una comunicazione politica trasformata dalla disintermediazione, possiamo provocatoriamente dire che niente di nuovo è accaduto sul fronte mediale: il contributo del sistema dei media alla costruzione dell'agenda pubblica continua a persistere, sia pure all'interno di una complessa interrelazione fra tutti gli attori coinvolti. Saggi di: G. Barbieri, S. Bentivegna, G. Boccia Artieri, G. Bonerba, M. Gerli, F. Giglietto, P. Mancini, R. Marchetti, R. Marini, G. Marino, M. Mazzoni, R. Mincigrucci, S. Pagiotti, R. Rega, N. Righetti, A. Stanziano, A. Valeriani, S. Verza.
Raccontare la cultura. Come si informano gli italiani, come si comunicano i musei
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2018
pagine: 128
La valorizzazione del patrimonio culturale italiano è un tema sempre più dibattuto per i suoi risvolti sociali e culturali, ma anche per il peso economico che ha e potrebbe avere per il nostro Paese. È necessario però riflettere sulle leve comunicative da utilizzare, in particolare da parte dei musei, e su quale ruolo viene giocato, nello specifico, dall’informazione culturale. Il volume si propone di affrontare queste tematiche in maniera sistematica, utilizzando i dati raccolti dall’Osservatorio News-Italia del Laboratorio LaRiCA, attivo all’Università di Urbino Carlo Bo fin dal 2010. La ricerca, infatti, permette di comprendere quali sono i mezzi e le modalità utilizzate dalla popolazione italiana per informarsi su temi generali e culturali e quali strategie comunicative vengono messe in atto da alcuni musei italiani per intercettare attuali e potenziali visitatori. Il libro contiene dieci storie esemplari di musei che consentono di costruire una interessante visione d’insieme dello stato attuale della comunicazione museale nel nostro Paese; dell’utilizzo dei vari strumenti comunicativi e promozionali; delle professionalità coinvolte nel governo della comunicazione. Queste le istituzioni museali che hanno partecipato alla ricerca: Galleria Nazionale delle Marche (Urbino), Il Grande Museo del Duomo (Firenze), Museo Archeologico Nazionale-MANN (Napoli), Museo Archeologico regionale Antonino Salinas (Palermo), Museo d’Arte Moderna-MAMbo (Bologna), Museo delle Scienze-MUSE (Trento), Museo del Novecento (Milano), Museo Egizio (Torino), Museo nazionale delle arti del XXI secolo-MAXXI (Roma), Peggy Guggenheim Collection (Venezia). L’analisi di storie, modelli comunicativi, dati sulle aspettative dei cittadini, consentirà al lettore di avere una fotografia della realtà museale e culturale di un Paese che possiede ricchezza e bellezza straordinarie. Il volume contiene contributi di: Stefania Antonioni, Francesca Carabini, Piero Dorfles, Gea Ducci, Fabio Giglietto, Giada Marino, Lella Mazzoli, Carlo Ossola, Giulia Raimondi, Giorgio Zanchini.