Marsilio Arte: Cataloghi
Anselm Kiefer. Fallen Angels
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 192
Mito, filosofia, misticismo e poesia. Sono solo alcune delle tappe che compongono lo sfaccettato percorso artistico del tedesco Anselm Kiefer, celebrato nel volume Anselm Kiefer. Angeli caduti, edito da Marsilio Arte in occasione dell’omonima mostra ospitata a Palazzo Strozzi dal 22 marzo al 21 luglio 2024. L’esposizione, curata dal direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi Arturo Galansino, è stata realizzata e ideata insieme al grande maestro tedesco. Il percorso permette al visitatore di ammirare sia lavori storici, come il collage di xilografie Hortus Philosophorum (Il giardino dei filosofi, 1997-2011), sia nuove produzioni inedite, come Engelssturz (Caduta dell’angelo, 2022-2023), opera creata appositamente per il cortile del palazzo fiorentino. Angeli caduti indica «l’intera umanità, e i suoi drammi anche (e soprattutto) contemporanei», come suggerisce Giuseppe Morbidelli, presidente della Fondazione Palazzo Strozzi. La mostra mira a restituire la vitale complessità dell’arte di Kiefer, celebrandone l’intreccio tra figura e astrazione, natura e artificialità, creazione e distruzione. L’esordio sulla scena artistica tedesca di Kiefer si colloca alla fine degli anni Sessanta, con opere che hanno segnato tra le prime una riflessione sulla storia della Seconda Guerra Mondiale e sull’eredità emotiva e culturale della Germania. Da qui è iniziato un percorso artistico in cui si uniscono forme, allegorie e figure che riflettono su identità, poesia, vicende storiche e correnti filosofiche. Il catalogo della mostra Anselm Kiefer. Angeli caduti, edito da Marsilio Arte è frutto della stretta collaborazione tra il maestro stesso, il suo Studio, il grafico Peter Willberg, la casa editrice e Palazzo Strozzi. Il volume, curato da Galansino con la storica dell’arte Ludovica Sebregondi, si apre con la Conversazione tra Kiefer e Galansino registrata il 16 ottobre 2023 a Croissy, nello studio dell’artista. Il testo è accompagnato dalle immagini di un servizio fotografico realizzato in quell’occasione e da un raro scatto di Kiefer a Palazzo Strozzi intorno al 1969-1970, durante una gita universitaria. Segue il contributo del teologo, sociologo e filosofo Klaus Dermutz, dedicato a Creazione e caduta, con una riflessione sul tema degli “angeli caduti” nelle opere della mostra, alla luce delle implicazioni filosofiche, letterarie, con particolare attenzione alla cultura tedesca. Arturo Galansino dedica il suo saggio ad Anselm Kiefer a Palazzo Strozzi, percorrendo le sale della mostra, affrontando le tematiche ricorrenti nel suo lavoro e le complesse stratificazioni di significati. L’artista come critico è il contributo del testo di Maurizio Ferraris, professore di Filosofia all’università di Torino, dove Kiefer ha ricevuto la laurea honoris causa nel 2014. Segue un ricco portfolio con la riproduzione in grande formato delle opere in mostra. Chiudono il catalogo la corposa Biografia di Ludovica Sebregondi, arricchita da rare fotografie fornite dallo Studio, e una selezione delle principali mostre personali. Con la sua arte, Kiefer riflette sui temi della memoria, del mito, della guerra e dell’esistenza attraverso l’uso di pittura, scultura, fotografia e installazione. Ogni produzione artistica esprime il rifiuto del limite, nella monumentalità e nella potenza della materialità, ma soprattutto nell’infinita ricchezza di risorse con le quali sonda le profondità della memoria e del passato.
Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 176
Brillante, sorprendente e poliedrico. È Jean Cocteau (1889-1963), artista francese che ha lasciato un segno come disegnatore, regista, scenografo, muralista, designer di gioielli e di abiti. La poesia, tratto fondante del suo inconfondibile stile, è caratterizzata da atmosfere mitologiche e circensi e da una scrittura spiazzante che accompagnerà sempre la sua infinità di creazioni nei campi più disparati. In occasione della prima retrospettiva in Italia dedicata all’artista, allestita alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, esce per Marsilio Arte il libro Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere di Kenneth E. Silver, con un saggio di Blake Oetting (Orfeo, due e più volte: i riverberi queer di Jean Cocteau). Lo spazio espositivo è anche un omaggio all’amicizia che legò l’artista a Peggy Guggenheim. Fu lui, infatti, a incoraggiare la giovane collezionista ad aprire nel 1938 la galleria londinese Guggenheim Jeune. Guggenheim ricambiò il sostegno ospitando più opere di Cocteau, all’epoca amico e consulente artistico di Marcel Duchamp. Da quel momento l’artista iniziò a frequentare la casa della mecenate newyorchese a Venezia, a Palazzo Vernier dei Leoni, innamorandosi della città. Guggenheim ribadì più volte che la parola era un mezzo di espressione che Cocteau utilizzava con virtuosismo da acrobata. La rivincita del giocoliere è un richiamo alla sua abilità di riuscire ad attraversare gli ambiti più disparati con uno sguardo trasversale, capace di cogliere e mettere in relazione l’estetica e la storia. Nel suo primo libro, La spaccata, lo stesso Cocteau si dice affascinato dagli artisti delle giostre e del circo, tanto che più avanti, a carriera avviata, inserirà due acrobati e un prestigiatore cinese nel libretto del balletto Parade, e il mago Merlino in I cavalieri della tavola rotonda. Fonte inesauribile di creatività e visioni, il genio di Cocteau si manifesta nei romanzi, tra cui Il libro bianco, in film come Il sangue di un poeta, con Lee Miller nei panni di una statura greca che prende vita, e nella Macchina infernale, rivisitazione dell’Edipo Re, solo per citare alcuni dei suoi capolavori. Cocteau stesso si racconta definendosi «una menzogna che dice sempre la verità»: nella sua opera si serve regolarmente del mito per presentare una storia e allo stesso tempo «riempirla di codici, costringendo il pubblico ad andare alla ricerca di ciò che è nascosto, come giocasse a nascondino». La rivincita del giocoliere abbraccia la versatilità per cui l’artista è stato spesso criticato dai suoi contemporanei, ripercorrendo lo sviluppo della sua estetica e i momenti chiave della sua vita tumultuosa attraverso opere create con tecniche e mezzi differenti. Una selezione di disegni evidenzia la centralità del desiderio e della sensualità che contraddistinsero sempre la sua arte.
Jean Cocteau. The juggler's revenge
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 176
Brillante, sorprendente e poliedrico. È Jean Cocteau (1889-1963), artista francese che ha lasciato un segno come disegnatore, regista, scenografo, muralista, designer di gioielli e di abiti. La poesia, tratto fondante del suo inconfondibile stile, è caratterizzata da atmosfere mitologiche e circensi e da una scrittura spiazzante che accompagnerà sempre la sua infinità di creazioni nei campi più disparati. In occasione della prima retrospettiva in Italia dedicata all’artista, allestita alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, esce per Marsilio Arte il libro Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere di Kenneth E. Silver, con un saggio di Blake Oetting (Orfeo, due e più volte: i riverberi queer di Jean Cocteau). Lo spazio espositivo è anche un omaggio all’amicizia che legò l’artista a Peggy Guggenheim. Fu lui, infatti, a incoraggiare la giovane collezionista ad aprire nel 1938 la galleria londinese Guggenheim Jeune. Guggenheim ricambiò il sostegno ospitando più opere di Cocteau, all’epoca amico e consulente artistico di Marcel Duchamp. Da quel momento l’artista iniziò a frequentare la casa della mecenate newyorchese a Venezia, a Palazzo Vernier dei Leoni, innamorandosi della città. Guggenheim ribadì più volte che la parola era un mezzo di espressione che Cocteau utilizzava con virtuosismo da acrobata. La rivincita del giocoliere è un richiamo alla sua abilità di riuscire ad attraversare gli ambiti più disparati con uno sguardo trasversale, capace di cogliere e mettere in relazione l’estetica e la storia. Nel suo primo libro, La spaccata, lo stesso Cocteau si dice affascinato dagli artisti delle giostre e del circo, tanto che più avanti, a carriera avviata, inserirà due acrobati e un prestigiatore cinese nel libretto del balletto Parade, e il mago Merlino in I cavalieri della tavola rotonda. Fonte inesauribile di creatività e visioni, il genio di Cocteau si manifesta nei romanzi, tra cui Il libro bianco, in film come Il sangue di un poeta, con Lee Miller nei panni di una statura greca che prende vita, e nella Macchina infernale, rivisitazione dell’Edipo Re, solo per citare alcuni dei suoi capolavori. Cocteau stesso si racconta definendosi «una menzogna che dice sempre la verità»: nella sua opera si serve regolarmente del mito per presentare una storia e allo stesso tempo «riempirla di codici, costringendo il pubblico ad andare alla ricerca di ciò che è nascosto, come giocasse a nascondino». La rivincita del giocoliere abbraccia la versatilità per cui l’artista è stato spesso criticato dai suoi contemporanei, ripercorrendo lo sviluppo della sua estetica e i momenti chiave della sua vita tumultuosa attraverso opere create con tecniche e mezzi differenti. Una selezione di disegni evidenzia la centralità del desiderio e della sensualità che contraddistinsero sempre la sua arte.
Willem de Kooning e l'Italia
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 256
Artista intenso, avventuroso e inquieto, profondamente influenzato dall’ambiente circostante e attento agli stimoli del quotidiano, Willem de Kooning (Rotterdam, 1904 – New York, 1997) fu una delle personalità più rivoluzionarie e influenti del ventesimo secolo. In occasione della mostra Willem de Kooning e l’Italia allestita nello spazio dedicato alle mostre temporanee alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, Marsilio Arte pubblica un catalogo ad approfondimento dei vari aspetti del rapporto tra l’artista e l’Italia con la sua arte. L’esposizione, aperta al pubblico dal 17 aprile al 15 settembre 2024 in concomitanza con la 60° Biennale Internazionale d’Arte, è curata dallo storico dell’arte Gary Garrels e dal direttore della Anish Kapoor Foundation Mario Codognato ed è il primo progetto espositivo che analizza l’influenza dei soggiorni italiani di de Kooning sulle sue successive opere. Riunendo circa 75 lavori appartenenti al periodo che va dalla fine degli anni Cinquanta fino agli anni Ottanta, come i celebri Door to the River, A Tree in Naples e Villa Borghese dipinti nel 1960 a New York, la retrospettiva si presenta come la più grande di de Kooning mai organizzata in Italia. Willem de Kooning ebbe un intenso rapporto con l’Italia e con l’eredità dell’arte italiana. Come ricorda il curatore Garrels, «già negli anni Quaranta gli affreschi pompeiani del Metropolitan Museum of Art di New York, risalenti al I secolo a.C., influirono in modo diretto sulla sua pittura». L’artista fece il suo primo viaggio in Italia solo nel 1959: un breve soggiorno a Venezia e una visita di poche ore a Roma lo colpirono a tal punto da farlo tornare nella capitale nel 1969, dove si trattenne per qualche mese. Questi due soggiorni in Italia ebbero un profondo impatto sul suo lavoro, ma ad oggi non sono mai stati considerati con la dovuta attenzione e completezza: Willem de Kooning e l’Italia è la prima monografia ad esplorare questi due capitoli della sua vita e la loro influenza sulla sua carriera. Il catalogo si apre con il contributo Willem de Kooning e l’Italia: un’introduzione firmato da Garrels, una panoramica sulla carriera di de Kooning dagli anni Cinquanta agli Ottanta in cui vengono inserite e contestualizzate alcune delle opere dell’artista olandese. Segue The Italian Hours di Mario Codognato, saggio che approfondisce il tema centrale della mostra e del catalogo, ossia il rapporto dell’artista con l’Italia e la sua arte. In De Kooning e la tradizione dell’arte, la storica dell’arte Anna Coliva analizza la pratica artistica del pittore olandese individuando gli stimoli e le influenze che hanno contribuito a delineare la sua peculiare cifra stilistica. Arricchiscono ulteriormente il catalogo una bibliografia essenziale e una lista delle esposizioni, rendendolo uno strumento indispensabile per un’esaustiva conoscenza dell’artista.
Willem de Kooning and Italy
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 256
Artista intenso, avventuroso e inquieto, profondamente influenzato dall’ambiente circostante e attento agli stimoli del quotidiano, Willem de Kooning (Rotterdam, 1904 – New York, 1997) fu una delle personalità più rivoluzionarie e influenti del ventesimo secolo. In occasione della mostra Willem de Kooning e l’Italia allestita nello spazio dedicato alle mostre temporanee alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, Marsilio Arte pubblica un catalogo ad approfondimento dei vari aspetti del rapporto tra l’artista e l’Italia con la sua arte. L’esposizione, aperta al pubblico dal 17 aprile al 15 settembre 2024 in concomitanza con la 60° Biennale Internazionale d’Arte, è curata dallo storico dell’arte Gary Garrels e dal direttore della Anish Kapoor Foundation Mario Codognato ed è il primo progetto espositivo che analizza l’influenza dei soggiorni italiani di de Kooning sulle sue successive opere. Riunendo circa 75 lavori appartenenti al periodo che va dalla fine degli anni Cinquanta fino agli anni Ottanta, come i celebri Door to the River, A Tree in Naples e Villa Borghese dipinti nel 1960 a New York, la retrospettiva si presenta come la più grande di de Kooning mai organizzata in Italia. Willem de Kooning ebbe un intenso rapporto con l’Italia e con l’eredità dell’arte italiana. Come ricorda il curatore Garrels, «già negli anni Quaranta gli affreschi pompeiani del Metropolitan Museum of Art di New York, risalenti al I secolo a.C., influirono in modo diretto sulla sua pittura». L’artista fece il suo primo viaggio in Italia solo nel 1959: un breve soggiorno a Venezia e una visita di poche ore a Roma lo colpirono a tal punto da farlo tornare nella capitale nel 1969, dove si trattenne per qualche mese. Questi due soggiorni in Italia ebbero un profondo impatto sul suo lavoro, ma ad oggi non sono mai stati considerati con la dovuta attenzione e completezza: Willem de Kooning e l’Italia è la prima monografia ad esplorare questi due capitoli della sua vita e la loro influenza sulla sua carriera. Il catalogo si apre con il contributo Willem de Kooning e l’Italia: un’introduzione firmato da Garrels, una panoramica sulla carriera di de Kooning dagli anni Cinquanta agli Ottanta in cui vengono inserite e contestualizzate alcune delle opere dell’artista olandese. Segue The Italian Hours di Mario Codognato, saggio che approfondisce il tema centrale della mostra e del catalogo, ossia il rapporto dell’artista con l’Italia e la sua arte. In De Kooning e la tradizione dell’arte, la storica dell’arte Anna Coliva analizza la pratica artistica del pittore olandese individuando gli stimoli e le influenze che hanno contribuito a delineare la sua peculiare cifra stilistica. Arricchiscono ulteriormente il catalogo una bibliografia essenziale e una lista delle esposizioni, rendendolo uno strumento indispensabile per un’esaustiva conoscenza dell’artista.
Affinità elettive. Picasso, Matisse, Klee e Giacometti. Opere dal Museum Berggruen – Neue Nationalgalerie in dialogo con i capolavori delle Gallerie dell’Accademia. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 128
Dialoghi inattesi, esperienze visive inedite e nuovi percorsi di senso sono le parole chiave che descrivono Affinità elettive, la suggestiva mostra allestita dal 24 marzo al 23 giugno 2024 alle Gallerie dell’Accademia e alla Casa dei Tre Oci, nuova sede del Berggruen Institute Europe, a cura di Giulio Manieri Elia e Michele Tavola, direttore e curatore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, e Gabriel Montua e Veronika Rudorfer, direttore e curatrice del Museum Berggruen di Berlino. Accompagnata da un catalogo riccamente illustrato edito da Marsilio Arte, Affinità elettive porta una selezione di opere provenienti del Museum Berggruen – uno dei più importanti istituti statali europei di arte moderna – a dialogare con i capolavori delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, instaurando una serie di stimolanti connessioni e corrispondenze tra dipinti, disegni e sculture. Fin dal titolo, ispirato al famoso romanzo di Johann Wolfgang Goethe, la mostra si propone di evocare e sottolineare il potenziale che scaturisce dall’incontro di queste due importanti collezioni, accostando per contrasto o similitudine l’arte moderna di Picasso, Matisse, Klee e Giacometti a quella degli antichi maestri Giorgione, Sebastiano Ricci, Pietro Longhi, Giambattista Tiepolo e Canova. Apre il volume Affinità elettive. Una conversazione, un dialogo in cui i quattro curatori – Giulio Manieri Elia e Michele Tavola per le Gallerie dell’Accademia, Gabriel Montua e Veronika Rudorfer per il Museum Berggruen – si confrontano e spiegano i punti di partenza concettuali, l’evoluzione e l’approccio storico del progetto. Segue la sezione Opere in mostra, in cui vengono presentate le opere esposte nelle due sedi veneziane – le Gallerie dell’Accademia e la Casa dei Tre Oci in Giudecca. Chiude il catalogo il contributo Heinz Berggruen, la sua collezione e il Museum Berggruen di Berlino firmato dal curatore Montua e da Camilla Brunazzo Chiavegato, un excursus sulla nascita e sullo sviluppo della vasta collezione del mercante d’arte tedesco Heinz Berggruen (1914-2007) in cui viene approfondito in particolar modo il suo rapporto con gli artisti Picasso, Matisse, Klee e Giacometti. L’obiettivo del progetto è quello di instaurare una conversazione tra l’arte veneziana e quella novecentesca, mettendo a confronto due collezioni uniche. Sarà quindi possibile ammirare il Ritratto di Dora Maar realizzato da Picasso esposto accanto alla Vecchia di Giorgione; due studi di Picasso per Les Demoiselles d’Avignon giustapposti a una serie di bozzetti di Giambattista Tiepolo; e ancora, le sculture di Giacometti accostate a quelle di Canova. «L’incontro tra due collezioni molto diverse tra loro – quella della più grande pittura Veneta delle Gallerie e quella di opere moderniste di Heinz Berggruen – darà vita a stimolanti spazi di dialogo» sottolinea Klaus Biesenbach, direttore della Neue Nationalgalerie di Berlino.
Rara avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 128
Di magia e metamorfosi parlano gli abiti e gli accessori protagonisti della mostra Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane, dedicata all’arcana corrispondenza che lega la moda al mondo ornitologico. In occasione dell’esposizione visitabile dal 24 aprile al 21 luglio 2024 alle Uccelliere Farnesiane sul Palatino, Marsilio Arte pubblica il catalogo Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane a cura di Sofia Gnoli, studiosa di moda e curatrice della mostra. Grazie alle ricche illustrazioni e ai testi di Emanuele Coccia, Karen Van Godtsenhoven, Peter McNeil, Natsumi Nonaka e Simona Segre-Reinach, il volume accompagna il lettore alla scoperta di una vera e propria ornitologia della couture, in un creativo e fantasioso dialogo tra mondo umano e mondo animale. Inquietanti o benevoli, comunque metaforici, gli uccelli fanno parte del lessico delle apparenze sin dall’antichità. Pappagalli, aquile, struzzi e pavoni hanno periodicamente incantato cavalieri e regine, principesse e muse del gusto. Attraverso le stupefacenti creazioni di celebri e innovativi designer, da Dior a Gucci, da Jean-Paul Gaultier a Thierry Mugler, da Chanel a Schiaparelli, come una contemporanea Wunderkammer Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane racconta un percorso suggestivo che si snoda tra abiti-uccello visionari ed eccentrici e accessori piumati. Apre il volume il contributo Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane della curatrice Gnoli, in cui un excursus storico sul rapporto tra moda e mondo ornitologico fa da spunto per un approfondito racconto della mostra e del percorso espositivo. La storica dell’arte Natsumi Nonaka in Le Uccelliere Farnesiane sul Palatino a Roma analizza questi due padiglioni gemelli che sorgono sul colle romano, ripercorrendone la storia e gli utilizzi. Livree da sogno. L’abito come luogo di metamorfosi è il saggio del filosofo Emanuele Coccia, una riflessione storico-antropologica sul rapporto tra moda, metamorfosi e mondo ornitologico. Karen Van Godtsenhoven firma Donne alate, moda e femminismo, testo in cui l’autrice indaga sull’immagine metaforica della donna-uccello come riflesso del fluttuante status del femminile nella società per le sue associazioni con purezza, sessualità, vizio, fragilità, morte, rinascita e immortalità. Segue il contributo Leggera come una piuma: la moda tra desiderio e disgusto dello studioso Peter McNeil, in cui viene affrontata la funzione sociale e culturale delle piume nel promuovere idee sull’abbigliamento e sul corpo umano. Volare alto. Verso un’industria più etica e responsabile è il testo di Simona Segre-Reinach che descrive la il progresso e le conquiste raggiunte nel campo della protezione degli animali impiegati nella moda, dagli uccelli a quelli da pelliccia. Completa il catalogo l’elenco delle opere in mostra. Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane, è una narrazione che stimola la fantasia e accompagna il lettore verso mondi lontani nel tempo e nello spazio, quasi paradisi terrestri, in una riflessione sul rapporto tra uomo e natura. «Abiti alati e accessori “aviari” fanno parte di un vocabolario allegorico dai molteplici significati» spiega Sofia Gnoli, «simbolo di contrastanti allusioni – paura, bellezza, prigione e libertà – che ha incantato nei secoli scrittori e filosofi, artisti e fashion designer».
Eduard Angeli. Silentium
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 80
Silenziosa, enigmatica e inquietante immobilità. Ecco ciò che trasmettono le vedute dipinte da Eduard Angeli (Vienna, 1942), raccolte nel catalogo edito da Marsilio Arte e raccontate attraverso le parole del curatore Philip Rylands, dello storico dell’arte Klaus Albrecht Schröder e del critico d’arte Marco Meneguzzo. Il volume Eduard Angeli. Silentium è pubblicato in occasione dell’omonima mostra promossa dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, visitabile al Magazzino del Sale alle Zattere veneziane dal 13 aprile al 24 novembre 2024. L’esposizione presenta quattordici vedute, principalmente veneziane, di grandi dimensioni: immagini diurne e notturne, a volte di paesaggi e di edifici. Tutte le opere esposte sono accomunate dalla assenza di figure umane, come dimostrano Il bar (2006), Il faro (2013) e La lanterna (2023). Figura di spicco nel panorama artistico contemporaneo, Eduard Angeli vanta un lungo sodalizio spirituale con la città di Venezia: a partire dal 2001, infatti, l’artista frequenta assiduamente e per lunghi periodi la città lagunare, per poi stabilirsi in una casa-atelier al Lido. Proprio da qui Angeli dà inizio a un ciclo pittorico che si sviluppa negli anni e che trasforma la città nella protagonista delle sue opere. Apre il catalogo il contributo Eduard Angeli. Silentium, in cui le parole del curatore Philip Rylands guidano il lettore alla scoperta della pratica artistica di Angeli, in un’attenta e approfondita riflessione sull’influenza di Venezia nell’immaginario del pittore austriaco. Klaus Albrecht Schröder dedica le pagine del suo testo Il silenzio di Eduard Angeli a uno dei temi più indagati dall’artista: il mito del silenzio e della malinconia. Marco Meneguzzo in La nostalgia dell’orizzonte riflette sulla differenza tra nostalgia e malinconia, due sentimenti che permeano le opere di Angeli. Chiudono il catalogo le immagini delle opere in mostra e di una decina di altre tele selezionate, completate da una sezione di apparati contenente una biografia dell’artista e la cronologia completa delle mostre e delle collezioni che ospitano le sue opere. Le rappresentazioni enigmatiche di Angeli raccontano una Venezia inedita: volatile, misteriosa, quasi fuori dal tempo. Da oltre cinquant’anni, infatti, al centro della produzione artistica di Angeli c’è il tema del silenzio, della malinconia. «A eccezione di alcuni primi dipinti – ricorda Schröder – Angeli non ha mai smesso di dedicarsi all’immobilità del mondo. Da oltre vent’anni ritrova questo tema nel mito della città morta. Questi quadri sono visioni interiori di un silenzio crepuscolare e fanno di Angeli una figura straordinaria nel panorama artistico contemporaneo».
Chiara Camoni. Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 216
L’esposizione, curata da Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli e aperta dal 15 febbraio al 21 luglio 2024, presenta al pubblico per la prima volta il lavoro degli ultimi dieci anni di Chiara Camoni (Piacenza, 1974), tra cui una serie di nuove opere quali Serpenti e serpentesse, Casetta e Leonesse, tutte del 2024. La pratica artistica di Camoni unisce la dimensione artigianale alla gestualità rituale e si articola attraverso molteplici forme espressive, passando dal disegno alle stampe vegetali, dal video alla scultura e in particolare alla ceramica. Le sue opere si contraddistinguono per l’uso di materiali organici e di oggetti di uso domestico, evidenziando la rilevanza del contesto naturale e suggerendo riflessioni sull’attualità e la salvaguardia dell’ambiente. In occasione della retrospettiva Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse, allestita nello spazio Pirelli HangarBicocca, Marsilio Arte pubblica l’omonimo volume che ripercorre la ventennale carriera dell’artista mettendo in luce il suo distintivo linguaggio artistico con contributi di scrittori e pensatori di diversi ambiti disciplinari. In apertura del volume, il sociologo Gian Arturo Gilli nel suo saggio Piccole Creazioni riflette sulla determinazione e sullo sviluppo di quello che definisce un «lessico della creazione». Partendo dal racconto creativo per eccellenza – l’apertura del libro della Genesi – l’autore cerca di andare oltre al significato letterale dei termini, ricercandone un senso allegorico e spirituale. Le curatrici della mostra Aspesi e Griccioli accompagnano invece il lettore attraverso la parabola artistica di Chiara Camoni, soffermandosi su alcuni lavori rilevanti come l’opera scultorea Leonesse (2024), realizzata appositamente per la retrospettiva di Pirelli HangarBicocca. Il giardino come spazio, materia, tempo e sogno. Note su giardinaggio, archeologia, antropologia e su Chiara Camoni è il testo firmato dal curatore Andrea Villani, in cui un excursus introduttivo sulla storia dei giardini funge da spunto per indagare l’importanza dell’aspetto ecologico-antropologico nel lavoro dell’artista. La storica dell’arte Chuz Martínez, in Le passioni della gioia. Su Chiara Camoni, svela e approfondisce lo stretto – quasi essenziale – legame che intercorre tra l’arte di Camoni e l’ambiente in cui si trova il suo studio. Infine, le curatrici Aspesi e Griccioli dialogano con l’artista, permettendo al lettore di immergersi completamente nella sua poetica. In Chiara e le sue Sisters Alice Motard, direttrice del Centre européeen d'actions artistiques contemporaines (CEAAC) a Strasburgo, ragiona su Sisters, la serie di opere scultoree antropomorfe realizzate con frammenti di ceramica e di vegetali che Camoni sviluppa dal 2017. Oggetti dalle tenebre è il titolo del contributo di Domitilla Dardi, curatrice per il design al MAXXI di Roma, che affronta il tema dell’importanza delle suggestioni archeologiche nella pratica artistica di Chiara Camoni. Chiude il volume il saggio Il tempo della materia: la scultura tra memoria e metamorfosi dell’archeologa Anna Anguissola, in cui viene approfondito l’aspetto materico delle opere.
Enrico Baj. Catalogo ragionato delle opere ceramiche-Catalogue raisonné of ceramic works
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 272
Uno dei tratti distintivi e identificativi dell’opera di Enrico Baj (Milano, 1924-Vergiate, 2003) – considerata nell’ampio arco del suo sviluppo, che ha coinciso in sostanza con l’intera seconda metà del Novecento – è il ricorso alla manipolazione, all’assemblaggio, all’uso e al riuso di un’estesa gamma di immagini, materie e materiali. Da questo punto di vista la ceramica ha assunto un ruolo certamente importante, seppure trascurato rispetto alle numerosissime alternative espressive su cui l’artista, e di conseguenza la critica, si sono soffermati. L’esperienza di Baj con la ceramica inizia con le sculture e i rilievi realizzati ad Albissola Marina durante l’Incontro Internazionale della Ceramica dell’estate 1954, al quale partecipano anche Asger Jorn, Sergio Dangelo, Karel Appel, Corneille, Roberto Sebastian Matta. Il volume, promosso dall’Archivio Baj e dalla Fondazione Marconi, esce in edizione bilingue italiano e inglese e raccoglie la schedatura completa delle 120 opere in ceramica realizzate negli anni da Baj. Introduce il catalogo ragionato un saggio ampiamente illustrato a firma del curatore. Il testo analizza i processi storici, culturali, espressivi e tecnici alla base della realizzazione delle opere, stabilendo un imprescindibile collegamento tra il lavoro con la ceramica e quello realizzato da Baj con altri media; mette inoltre in luce quanto, negli stessi anni, avviene nella ricerca scultorea in ceramica in Italia e in un contesto internazionale, del quale Baj è sempre stato consapevole e del quale è stato egli stesso un protagonista indiscusso.
Julie Mehretu. Ensemble. Ediz. italiana, inglese e francese
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 448
Lotte sociali, movimenti rivoluzionari, contemporaneità. Sono solo alcune delle tematiche che ispirano la sfaccettata arte di Julie Mehretu (Addis Abeba, Etiopia, 1970), protagonista dell’omonimo catalogo edito da Marsilio Arte con testi firmati da Caroline Bourgeois, Patricia Falguières, Hilton Als, Jason Moran, Lawrence Chua, Paul Pfeiffer e la stessa Mehretu. Il volume è pubblicato in occasione della grande mostra "Julie Mehretu. Ensemble", visitabile a Palazzo Grassi dal 17 marzo 2024 al 6 gennaio 2025, a cura di Caroline Bourgeois in collaborazione con l’artista. Definita dal direttore di Palazzo Grassi – Punta della Dogana Bruno Racine «la più importante esposizione di opere dell’artista in un museo europeo», la mostra riunisce la produzione di venticinque anni dell’arte di Julie Mehretu. Sono più di sessanta le opere esposte tra pittura, disegno e incisione, inclusi molti dipinti recenti provenienti dalla Collezione Pinault e da musei internazionali. I suoi lavori vengono presentati insieme a quelli di suoi cari amici artisti e scrittori come Nairy Baghramian, Huma Bhabha, Robin Coste Lewis, Tacita Dean, David Hammons, Paul Pfeiffer e Jessica Rankin. «La maggior parte di noi in questo ensemble appartiene alla generazione cresciuta durante il primo momento postcoloniale» spiega la stessa Mehretu «abbiamo affrontato le molte violenze che ne sono derivate». Portando il campo della pittura in dialogo con poesia, scultura, film, voce e musica, la mostra disegna in uno spazio corale e vivace un ritratto collettivo di una comunità in costante dialogo. L’arte di Mehretu è sempre stata contraddistinta dall’incontro e dal dialogo con l’altro. Questo tratto, nelle parole della curatrice Caroline Bourgeois, è «la manifestazione della profonda attenzione di Mehretu nei confronti di quelle relazioni intessute, del loro carattere determinante e del loro potere creativo». La sua creatività si è sempre nutrita di fotografia, storia, geografia e tematiche sociopolitiche. Tutte queste influenze vengono tradotte visivamente dall’artista in un linguaggio astratto che conferisce alle opere sperimentalismo ed emancipazione. Ad apertura del catalogo la curatrice Caroline Bourgeois e Julie Mehretu dialogano a tu per tu, facendo emergere gradualmente le idee e gli obiettivi che costituiscono il fil rouge della produzione dell’artista e della mostra stessa.
Architetture inabitabili
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio Arte
anno edizione: 2024
pagine: 248
Inabitabili, ma oniriche e capaci di aprire un varco nell’immaginazione di chi le osserva. Sono le otto Architetture inabitabili protagoniste del libro edito da Marsilio Arte, immortalate dallo sguardo di fotografi contemporanei come Silvia Camporesi e Francesco Jodice e raccontate dalla penna di scrittori e scrittrici del calibro di Edoardo Albinati, Stefania Auci, Gianni Biondillo, Andrea Canobbio, Andrea Di Consoli, Francesca Melandri, Tiziano Scarpa e Filippo Timi. In occasione dell’omonima mostra allestita a Roma alla Centrale Montemartini, promossa da Roma Capitale e dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e realizzata da Archivio Luce Cinecittà, Marsilio Arte pubblica un volume a cura di Chiara Sbarigia, presidente di Istituto Luce Cinecittà, e Dario Dalla Lana, con saggi dei due curatori e di Marco Belpoliti. Grazie alle immagini suggestive e alla raffinatezza dei testi, il libro è un vero e proprio viaggio che accompagna il lettore nel Campanile di Curon nel lago di Resia a Curon Venosta (Bolzano), nel Memoriale Brion di Carlo Scarpa a San Vito di Altivole (Treviso), nella Torre Branca di Milano, nel Lingotto di Torino, negli Ex Seccatoi del Tabacco di Città di Castello (Perugia), nel Gazometro di Roma, nel Parco dei Palmenti di Pietragalla (Potenza) e nel Grande Cretto di Burri a Gibellina (Trapani). I saggi hanno la forza di rievocare l’origine di queste architetture, le leggende che ancora le animano e l’impatto nell’immaginario collettivo.