Mondadori: Strade blu. Non Fiction
Io lo chiamo cinematografo
Francesco Rosi, Giuseppe Tornatore
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 470
"Il cinema, allora, era una grande famiglia, è vero. C'era un rapporto di comprensione, anche di affetto. Poi ci sentivamo tutti parte di una grande avventura, far rivivere sullo schermo la vita." Proprio di "grande avventura" è il caso di parlare a proposito di Francesco Rosi, classe 1922, che in questo libro ha deciso di raccontare la propria vita e i segreti del suo mestiere a un altro regista, il suo amico Giuseppe Tornatore. È in famiglia, nella Napoli degli anni Trenta, "legata a doppio filo con il suo mare", che tutto comincia: papà Sebastiano, appassionato di cinematografo, gli scatta magnifici fotoritratti, ispirandosi anche a Jackie Coogan, il protagonista del Monello di Charlie Chaplin. Poi ci sono zio Pasqualino, "capo-claque" nei teatri di rivista, e zia Margherita, che lo accompagna ogni giovedì al cinema, dove il piccolo Francesco scopre la magia dei primi film muti. Nell'immediato dopoguerra Rosi si trasferisce a Roma dove, insieme a una spiccata passione per il teatro e per la letteratura, porta con sé lo stupore per quelle sagome di ombre e luci che si agitano su uno schermo bianco. E capisce che il cinema diventerà il suo mestiere. In questo libro-intervista che è insieme autobiografia e saggio critico, Rosi ci svela una miniera di informazioni e aneddoti che riguardano i suoi film e la sua carriera di regista, senza lasciare "fuori campo" gli aspetti più intimi e privati di una vita intensa e coraggiosa.
Come Bach mi ha salvato la vita
Ramin Bahrami
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 118
Nell'Iran degli ayatollah che hanno vietato la musica, un bambino di sei anni sogna di passeggiare felice nell'orangerie di un castello tedesco in compagnia di Johann Sebastian Bach. A sentirglielo ricordare, chiunque direbbe che è un predestinato. E in effetti, quel bambino oggi ha trentasei anni, ha studiato al conservatorio in Italia, vive in Germania e si chiama Ramin Bahrami. È cioè uno dei più talentuosi pianisti sulla scena internazionale e tra i maggiori interpreti contemporanei di Bach: le sue incisioni discografiche, dall'"Arte della fuga" alle "Variazioni Goldberg", hanno sorprendentemente scalato le classifiche mondiali dei dischi più venduti. In questo libro Bahrami per la prima volta si racconta e i suoi ricordi fluiscono sciolti, a partire dall'infanzia, prima dorata e poi drammaticamente segnata dalle vicissitudini famigliari legate alla salita al potere di Khomeini e alla guerra Iran-Iraq. In un paese in fiamme, Ramin bambino assiste sgomento all'arresto del padre, e trema sotto le bombe e i razzi che cadono su Teheran. Ma ha un suo modo pervincere la paura che gli attanaglia l'anima: suona. E suona Bach. Scopre così che quella musica rappresenta per lui un'ancora di salvezza, uno scudo contro la follia e l'orrore che lo circondano. Poi un giorno ascolta Glenn Gould eseguire la Toccata della Sesta partita in mi minore del suo idolo. È una folgorazione, che farà nascere in lui la volontà di dedicarsi anima e corpo alla musica di Bach.
Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo. Manifesto generazionale per non rinunciare al futuro
Federico Rampini
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 169
"Se torno per qualche giorno in Italia, mi sento subito ingombrante. A 56 anni ho l'età sbagliata? Governi, imprese, esperti descrivono i miei coetanei come un "costo". Guadagniamo troppo, godiamo di tutele anacronistiche, e quando andremo in pensione faremo sballare gli equilibri della previdenza. Per i trentenni e i ventenni, invece, siamo "il tappo". Ci aggrappiamo ai nostri posti, non li facciamo entrare. Non importa se ci sentiamo ancora in forma, siamo già "gerontocrazia". Nessuno trova una soluzione a questa crisi, ma molti sembrano d'accordo nell'individuarne la causa: il problema siamo noi, i baby boomer. Siamo nati nell'ultima Età dell'Oro, quel periodo (1945-1965) che coincise con un boom economico in tutto l'Occidente ed ebbe un effetto collaterale forse perfino più importante: l'esplosione delle nascite. Come se non bastasse, poi, lo straordinario allungamento della speranza di vita ci ha resi una delle generazioni più longeve. E di questa nostra inusitata sopravvivenza si parla quasi come di una sciagura annunciata, un disastro al rallentatore. Ma un evento individualmente così positivo - vivere di più - può trasformarsi in una calamità? No, noi baby boomer siamo un'enorme risorsa anche adesso che diventiamo "pantere grigie". La sfida, di cui s'intravedono i contorni in America, è quella di inventarci una nuova vita e un nuovo ruolo, per i prossimi venti o trent'anni."
Dire e non dire. I dieci comandamenti della 'ndrangheta nelle parole degli affiliati
Nicola Gratteri, Antonio Nicaso
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 208
Non sanno di essere intercettati e parlano a ruota libera. Di affari, di voti, di chi si è comportato "da stracristiano" e di chi invece non "ha abbassato la testa". Parlano, gli uomini della 'ndrangheta, ma non dicono tutto. Fanno lunghe pause, e dietro quelle frasi lasciate a metà si nasconde la ferocia della strategia criminale e il rispetto di un preciso codice di comportamento. E anche oggi che la vecchia 'ndrangheta dei capibastone è diventata una multinazionale del crimine con ramificazioni in tutto il mondo, insospettabili contiguità con la politica e l'imprenditoria, un giro di affari miliardario, per gli affiliati la 'ndrangheta è "la più bella cosa perché ha le più belle regole": ha rituali, precetti, norme, principi. "Noi dobbiamo mantenerli certi valori, dobbiamo essere, come eravamo una volta, quello che ci hanno insegnato i nostri antenati" dice un boss calabrese. Anche i comandamenti restano quelli inequivocabili che si trovano nei codici della picciotteria: "non si sgarra e non si scampana", "chi tradisce brucerà come un santino", "la famiglia è sacra e inviolabile". Persino la penetrazione nelle ricche regioni del Nord non ha mutato gli equilibri di un'organizzazione al tempo stesso globale e locale: i clan diversificano gli investimenti, riciclano montagne di denaro e aprono ristoranti in pieno centro a Milano, eppure, come dice un altro boss alludendo alla Calabria, "la forza è là, la mamma è là", le radici della 'ndrangheta sono ben salde fra i boschi e i paesi aggrappati ai dirupi dell'Aspromonte.
Bambini e basta. Perché non dobbiamo dimenticare che i grandi siamo noi
Irene Bernardini
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 196
Questo libro parla di bambini: di bambini "adultizzati", che decidono al posto dei grandi e sono costretti a prendere posizione, schierarsi, "farsi carico". E di adulti "infantilizzati", sempre più insicuri e fragili, che non sono capaci di governare le loro vicende personali (e i loro umori) e scaricano responsabilità e compiti sui figli. E poi di bambini partner, bambini capolavori, bambini trofeo, bambini tiranni; bilingui, trilingui, schermidori, danzatori, calciatori, teatranti, cantanti, già vittime dell'"ansia da prestazione". Ma i "bambini e basta", che fine hanno fatto? Sembra che ai giorni nostri stia quasi venendo meno la libertà e il diritto a essere piccoli: a non dover fare troppo, decidere troppo, pensare troppo. Attingendo a storie di genitori in crisi ascoltate nel suo studio di psicoterapeuta e mediatrice familiare, ma anche a vicende di amici e conoscenti e, non ultima, alla sua personale storia di madre, Irene Bernardini mostra come sia nell'interesse generale che si ristabiliscano responsabilità e ruolo degli adulti per alleggerire il carico sempre più pesante che grava sulle spalle dei piccoli. E ci offre la possibilità di soffermarci un attimo a pensare a loro, ai nostri figli, e finalmente di vederli davvero per quello che sono: bambini, bisognosi di essere tenuti, sostenuti, contenuti. Di essere accompagnati con fermezza dai grandi là dove non sanno andare perché, appunto, sono piccoli e a non sono in grado di "accompagnarsi" da soli verso il proprio bene.
Avere fiducia. Perché è necessario credere negli altri
Michela Marzano
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 219
"In una famosa storiella ebraica, un padre chiede al figlio di saltare dalla finestra. All'inizio il ragazzo, spaventato, esita. 'Non ti fidi di tuo padre?' gli chiede quest'ultimo per rassicurarlo. E il ragazzo si decide a saltare. Cadendo, si ferisce. 'Ecco, adesso lo sai,' dice il padre al figlio in lacrime 'non devi fidarti di nessuno. Nemmeno di tuo padre!' Questa storiella è inquietante, ma ci permette di formulare domande fondamentali." Così Michela Marzano dà avvio alla sua riflessione sul senso e sul valore della fiducia negli altri nella società contemporanea in cui, da tempo, dominano paura e sfiducia. Utilizzando autori classici e contemporanei e richiamando non solo le riflessioni di filosofi e sociologi, ma anche di narratori, poeti e psicoanalisti, Michela Marzano elabora una vera e propria etica della fiducia. Un pensiero attento e intenso che si interroga sul "come" ci affidiamo o no ai nostri simili, ma anche sulla nostra posizione nel mondo a partire dalla fiducia che accordiamo o neghiamo. Nel trionfo della società liberista, dove la sociologia e la psicologia hanno costruito una "religione della fiducia di sé", si crede di vivere in una "società affidabile". In realtà, afferma l'autrice la nostra società contemporanea è una società della sfiducia. È un mondo in cui la paura vince e il sospetto dilaga. Perché la fiducia è pensata e concepita solo come riproduzione contrattuale del rapporto debitore-creditore.
Ma questa è la mia gente. Un viaggio nel Partito democratico in diciassette conversazioni con i suoi protagonisti
Ivan Scalfarotto
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 326
"Che cosa significa oggi essere comunisti?" si chiedeva nel 1989, anno della caduta del Muro di Berlino, Nanni Moretti in "Palombella rossa". Dopo il tramonto delle ideologie e la nascita del Pd, la forza politica in cui sono confluite le due anime del riformismo italiano, quella socialdemocratica e quella democratico-cristiana, per il centrosinistra all'affannosa e sofferta ricerca di un'identità è venuto il momento di aggiornare e rilanciare quella vecchia domanda: "Che cosa significa oggi essere democratici?". Ad assumersi il compito di formularla con la stessa chiarezza e lo stesso coraggio è oggi Ivan Scalfarotto, vicepresidente del Pd, che ha girato questo e molti altri interrogativi sui temi all'ordine del giorno del dibattito pubblico (l'articolo 18 e la travagliatissima riforma del lavoro, il ruolo dei giovani e il ricambio delle classi dirigenti nelle istituzioni e nei partiti, Pd compreso) a 17 esponenti del suo partito, da lui intervistati in questi mesi cruciali per il futuro della società italiana e dell'intera Europa. Ad amici e colleghi - dagli eredi delle grandi tradizioni politiche del Novecento come Massimo D'Alema, Pierluigi Bersani, Walter Veltroni e Rosy Bindi, ai "giovani" emergenti come Pippo Civati, Debora Serracchiani e Stefano Fassina, ad amministratori locali come Michele Emiliano, Renato Soru e Stefano Boeri Scalfarotto non risparmia i quesiti spiazzanti e intenzionalmente provocatori, come quelli sulle unioni civili, sui diritti degli omosessuali, su temi etici.
Lo zingaro e lo scarafaggio. Da gioco più bello a gioco più sporco del mondo: viaggio tra le macerie del calcio italiano
Giuliano Foschini, Marco Mensurati
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 196
Una cicatrice sul viso, un passato di agente speciale, una Bmw bianca, una pistola carica. E un campionato da manipolare. Hristiyan llievski è lo Zingaro, il pregiudicato-latitante macedone che ha minacciato e corrotto centinaia di giocatori diventando il nemico pubblico numero uno del calcio italiano. E questa è la storia (vera) della sua fuga dall'Italia, tra il 1° e il 15 giugno 2011, i giorni dell'arresto di Beppe Signori, i giorni in cui il pallone si scoprì malato ma fece finta di niente. "Lo zingaro e lo scarafaggio" è la rielaborazione in chiave romanzesca di un'inchiesta giornalistica lunga più di un anno, condotta per il quotidiano "la Repubblica" attraverso la consultazione di fonti dirette tra Roma, Bari, Cremona, Milano, Singapore e Skopje. Un road movie sulle miserie del calcio italiano, tra i sogni di gloria di una banda sgangherata e la spietata ferocia delle mafie internazionali. È la storia di come si è rotto il giocattolo del pallone, tra la distrazione dei tifosi e il colpevole disinteresse della politica. Ma è anche una ballata triste che celebra personaggi come il calciatore Gervasoni, "lo scarafaggio", che prima si vende e poi si pente, o come l'antieroico portiere Paoloni, accusato di aver avvelenato i propri compagni di squadra per una scommessa a perdere, vero simbolo di un movimento sportivo e, forse, di un intero paese.
Nel buio di una notte di luglio
Mario Spezi
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 195
Il 17 luglio 1989 Luciano lacopi, soprannominato "Gasparello", sedicente imprenditore, viene assassinato a Forte dei Marmi nel garage di casa sua con diciassette coltellate. Del delitto vengono accusati la moglie, Maria Luigia Redoli, e il suo amante Carlo Cappelletti. Lei è un'avvenente cinquantenne biondo platino, impegnata soprattutto a divertirsi, a spendere i soldi del marito e a frequentare i locali della Versilia; lui, un giovane carabiniere di vent'anni alto quasi due metri, la segue come un'ombra nell'ambiente frivolo e mondano dove la donna lo esibisce con disinvoltura. Sulla stampa e nell'opinione pubblica la condanna morale per il comportamento libero e spregiudicato di Maria Luigia prende subito il sopravvento e la donna viene immediatamente ribattezzata dai media e dalla gente comune "la Circe della Versilia". Il processo di primo grado assolve Maria Luigia Redoli e Carlo Cappelletti dall'accusa di omicidio, ma il processo di appello - dove il materiale accusatorio è identico a quello utilizzato nel processo che li ha assolti - condanna i due imputati all'ergastolo. Ora la Circe vive in regime di semilibertà, si è risposata, durante il giorno fa volontariato e la sera torna in prigione. Mario Spezi, noto cronista fiorentino che già si occupò dei delitti del mostro di Firenze e di altri omicidi irrisolti, riscrive il caso della Circe, e nel farlo formula ipotesi, solleva dubbi, sottolinea errori e mancanze spesso grossolani.
Mafia.com. Soldi, guerra e spionaggio: inchiesta sul lato oscuro della rete
Misha Glenny
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 351
I computer influenzano gran parte delle nostre vite: governano le nostre comunicazioni, le nostre automobili, le nostre attività commerciali, i nostri rapporti con lo stato, il nostro tempo libero. Online abbiamo i conti bancari, facciamo acquisti, diamo appuntamenti, studiamo e lavoriamo. Viviamo in una società digitale globalizzata che offre enormi vantaggi, ma nasconde anche pericolose insidie. Ogni volta che accendiamo un computer, apriamo una mail, digitiamo il PIN del nostro bancomat o strisciamo la nostra carta di credito rischiamo che ci vengano sottratti identità, informazioni, segreti e soldi. Ogni anno il settore pubblico e quello privato perdono enormi somme di denaro a causa di un nuovo tipo di reato, il "cyber-crime", e di un nuovo tipo di criminale, il "cracker", come è chiamato l'hacker disonesto. Invisibile, spesso molto intelligente, questo pirata informatico è un delinquente tecnologicamente evoluto che si arricchisce rubando codici di accesso di conti correnti online, numeri di carta di credito, eludendo o forzando i sistemi di sicurezza. Negli ultimi anni però questi truffatori attivi in rete non lavorano più da soli, si sono organizzati come vere e proprie mafie tradizionali, con la differenza che non smerciano droga o armi, ma dati personali di singoli o di società, segreti industriali, password o codici. E proprio come per un'efficiente attività commerciale questa malavita informatica ha creato dei siti web dove scambiarsi dati e informazioni.
Nereo Rocco. La leggenda del paròn continua
Gigi Garanzini
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 202
È diventato così vorticoso il calcio dei nostri giorni, in cui appuntamenti ed emozioni, polemiche e prodezze si accavallano all'infinito, da indurci sempre più spesso alla riscoperta di un tempo in cui tutto aveva una scansione più umana, più congeniale a una passione da assaporare anziché da trangugiare. Cresce anche tra i giovani la curiosità per la memoria, la domanda di personaggi che hanno segnato altre epoche. Come quell'autentico fuoriclasse di umanità che fu paròn Rocco. Nel centenario della nascita, Gigi Garanzini, che lo conobbe e lo frequentò quando era ormai sul viale del tramonto, ritorna sulle tracce dell'inimitabile allenatore triestino. Un "viaggio nella memoria", come lo definisce l'autore, che copre tutte le tappe della carriera e le diverse città che lo hanno visto protagonista: dalla sua Trieste, che amava di un amore non poi del tutto ricambiato, a Padova; dalla Milano rossonera dei grandi trionfi euromondiali alle più sofferte esperienze nella Torino granata e a Firenze. A rievocare la figura di Rocco, si succedono le testimonianze di molti personaggi noti e meno noti. Una rivisitazione appassionata, ma mai agiografica, che celebra le qualità del tecnico senza tacerne qualche limite o gli episodi meno convincenti. Per tutti gli innamorati del pallone, al di là delle bandiere d'appartenenza, l'occasione per scoprire (o riscoprire) una commedia umana autentica, immersa in un'atmosfera genuina.
Toglietemi tutto ma non il sorriso
Anna L. Russo
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 204
Anna Lisa Russo ha lottato per oltre tre anni contro il cancro prima di andarsene; nonostante le sofferenze fisiche e psicologiche, grazie a uno spirito sorprendentemente leggero, positivo, a tratti incredibilmente ironico, è riuscita a raccontare le sue giornate attraverso un blog, lasciando una testimonianza universale di coraggio: migliaia di persone hanno seguito e commentato attraverso la rete i suoi post, accompagnandola nella difficile battaglia contro la malattia. Mario Calabresi si è imbattuto quasi per caso nel blog e ha subito deciso di ospitarlo sul sito della "Stampa": "Mi sono immerso nella sua sofferenza, nel suo stupore; ho avuto paura di leggere, ma ho trovato la sua mano che mi tirava dentro per scoprire quanta vita ci può essere anche quando si sente la morte vicina. Quanta energia e speranza ci possono essere quando si è capaci di amare e di riconoscere il bene". Questo libro raccoglie la coraggiosa testimonianza di Anna Lisa e insieme un racconto che Mario Calabresi ha voluto dedicare a una persona capace, come poche, di rompere il silenzio che troppo spesso accompagna la malattia, una donna che "ha vissuto con coraggio, ha avuto giorni di dolore, di pianto, di vuoto, di paura, molti di rabbia, ma è riuscita a trovare attimi di gioia, di speranza; e vivere così, senza abbandonarsi alla disperazione, è il regalo migliore che ognuno di noi si può fare. Se ci può essere ancora un attimo di felicità o di amore, anche lì dove tutto appare finito, perché rinunciarci?"

