Rubbettino: Storie
Randolfo Pacciardi. Profilo politico dell'ultimo mazziniano
Paolo Palma
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2011
pagine: 221
Un profilo politico e biografico di Randolfo Pacciardi (1899-1991), basato su una vasta e inedita documentazione di diversa provenienza. Pacciardi è stato uno dei grandi dell'antifascismo italiano in esilio e dopo, uno dei padri della Repubblica. Fondatore e segretario generale del primo movimento clandestino antifascista, l'Italia Libera, poi esule in Svizzera dove diresse una "centrale" antifascista che organizzò ardite manifestazioni di propaganda e attentati a Mussolini. Nel '36-'37 comandò la Brigata Garibaldi nella guerra civile spagnola. Segretario del Partito Repubblicano, vicepresidente del consiglio con De Gasperi e ministro della Difesa che ricostruì le forze armate italiane, il suo nome è legato alla svolta centrista del '47, all'adesione dell'Italia al Patto Atlantico, alla lotta contro il centrosinistra, che gli costò l'espulsione dal Pri nel 1964, e all'idea presidenzialista, che cercò di affermare con l'Unione Democratica per la Nuova Repubblica. Il profilo di questo protagonista politico del '900 si chiude con il suo coinvolgimento in alcune delle vicende più controverse della storia della Repubblica: il governo d'emergenza teorizzato nei giorni del Piano Solo (1964) e il "golpe bianco" di Edgardo Sogno (1974).
Tangentopoli
Tiziana Maiolo
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2011
pagine: 194
Vent'anni fa fu arrestato Mario Chiesa. Vent'anni fa chiuse i battenti la Prima Repubblica, rasa al suolo con modalità anomale da un gruppo di Pubblici Ministeri che assunse un ruolo rivoluzionario e moralizzatore. Con la complicità di giornalisti e avvocati. L'operazione fu sicuramente politica, non si sa bene quanto spontanea, quanto dovuta a norma di legge. I reati di finanziamento illecito sicuramente ci furono, come denunciò in Parlamento lo stesso Bettino Craxi. Sicuramente ci furono anche i casi individuali di corruzione. Ma il fenomeno "Mani pulite" fu una rivoluzione strabica e incompiuta, una vera guerra chirurgica in cui saltarono ruoli e regole. Ne uscirono con le ossa rotte la Dc e l'intero pentapartito, si salvò il Pci-Pds che pure partecipò al banchetto. La magistratura milanese si mangiò i piccoli imprenditori ma uscirono salvi la Fiat, De Benedetti e I'"Eni buona". Ci furono anche morti e feriti: 43 suicidi, tra cui Gardini che il Pool non volle interrogare da libero e Cagliari cui fu promessa una libertà che non arrivò. Fu giustizia?
Obiettivo Falcone. Dall'Addaura a Capaci misteri e storia di un delitto annunciato
Luca Tescaroli
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2011
pagine: 316
Era la mattina del 21 giugno 1989 quando, con un ordigno esplosivo collocato vicino all'affollata spiaggia dell'Addaura, a Mondello (Palermo), la mafia attentava alla vita di Giovanni Falcone. L'attentato fallì, ma la mafia continuò nella sua azione di delegittimazione e di avvelenamento dell'informazione ai danni dell'insigne magistrato, che venne poi ucciso, insieme alla moglie e agli agenti della sua scorta, a Capaci il 23 maggio del 1992. Il libro di Tescaroli getta una luce nuova su entrambe le vicende, tra loro legate a doppio filo, ricostruendole grazie alle informazioni emerse da anni di indagini e dalle testimonianze dei collaboratori di giustizia. Su Falcone è stato scritto molto, ma ancora non è stato chiarito tutto, specie i rapporti tra mafia e politica che l'autore indaga con freddezza e lucidità imparziale, forte della sua lunga esperienza in magistratura e della profonda conoscenza dei fatti.
Y Saigon 1972
Sandro M. Siggia
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2010
pagine: 338
Y-Saigon 1972 - è il diario di un giovane diplomatico italiano - Y, in vietnamita significa italiano - alle prese con la sua prima sede all'estero, l'Ambasciata d'Italia a Saigon. Y non è un diario di guerra, descrive l'atmosfera surreale nella quale si viveva a Saigon nel 1972. Nonostante cruente battaglie si svolgessero a pochi chilometri dalla capitale, Saigon, fulcro della vietnamizzazione del conflitto, conservava una calma apparente vivacizzata dalla visita dei grandi nomi della politica americana e dalla presenza dei giornalisti più famosi tra i quali, Oriana Fallaci, Aldo-Rizzo, Tiziano Terzani, Corrado Pizzinelli, Marcello Alessandri, Giorgio Fattori, Egisto Corradi, e tanti altri. "Saigon negli ultimi anni di guerra poteva essere paragonata ad un grande circo equestre montato sull'argine malfermo di un fiume in piena. Da un momento all'altro tutto poteva essere travolto, ma in attesa dell'evento catastrofico il circo con i suoi clown, nani e ballerine continuava ad offrire un incessante spettacolo".
Fiumicino 17 dicembre 1973. La strage di settembre nero
Annalisa Giuseppetti, Salvatore Lordi
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2010
pagine: 181
È passato poco più di un anno dall'attentato terroristico di Monaco quando il mondo, ancora sotto shock per la morte degli atleti israeliani alle olimpiadi, assiste stordito alla mattanza scatenata dal terrorismo di matrice arabo-palestinese in Italia. Tutto ha inizio alle 12.50 del 17 dicembre del 1973 quando un commando di Settembre Nero lancia due bombe al fosforo a bordo del Boeing 707 della Pan America in sosta all'aeroporto Leonardo da Vinci di Roma. Drammatico il bilancio: 32 morti, 17 feriti, il sequestro di un aereo della Lufthansa che sorvolerà i cieli del Medioriente con sei poliziotti a bordo in una odissea che terminerà dopo trenta ore a Kuwait City. Cosa rimane, oggi, di quella vicenda che tenne con il fiato sospeso tutto il Paese? A 37 anni di distanza questo libro vuole cercare di fare luce su quella strage. I testimoni oculari parlano di fatti rimasti nell'ombra, rivelano scenari a dir poco sconvolgenti. Perché uno dei terroristi indossava la tuta degli operatori dell'Asa? Chi era il fantomatico "Generale K" che fece visita alla famiglia di Domenico Ippoliti morto ad Atene? E soprattutto chi seguiva, come un fantasma, l'aereo dei dirottatori? Interrogativi ancora senza risposte in una vicenda ancora da analizzare a fondo. In queste pagine si aprono scenari in odore di depistaggi con la complicità dei servizi segreti, di intese italo-palestinesi, della partecipazione del Mossad nel primo grave attentato aereo della storia della Repubblica Italiana. (Prefazione di Sandro Provvisionato)
Matteo Messina Denaro. La mafia del camaleonte
Fabrizio Feo
Libro: Copertina rigida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2010
pagine: 286
Crudeltà ed equilibrio, obbedienza e senso critico, regole antiche e moderna lucidità, dolce vita e monastico isolamento. Tutto e il suo contrario. Matteo Messina Denaro è L'Assoluto, così lo chiamano i fedelissimi. Più di un capo carismatico: un oggetto di venerazione. Blasone mafioso riverito, la ferocia dei corleonesi e un fiuto politico spiccato, il padrino di Castelvetrano è il vero erede di una tradizione. Quella per cui Cosa nostra è antistato, ma anche potere reale, legge non scritta eppure rispettata, da almeno due secoli. Ben prima che i padri fondatori della mafia newyorkese partissero per gli States, dalle coste di Trapani. Tessitore di legami, tra famiglie, mandamenti e province, è lui il profeta della mafia del terzo millennio: valori arcaici dissimulati e affari spregiudicati fatti nel silenzio. E rapporti stretti con 'ndrangheta e camorra. Messina Denaro è il cardine di interessi criminali e politici, di trame inconfessabili. Il custode dei segreti di una terra che è culla di logge massoniche deviate e disegni eversivi. La terra in cui, secondo molti, Cosa nostra è nata. E dove, più che altrove, è diventata cultura: di un pezzo importante della borghesia e dei gruppi di potere.
Rammemorare la Shoah. 27 gennaio e identità europea
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2009
pagine: 348
Esiste una società europea? E, nella nostra realtà attuale, si hanno processi che muovono in questa direzione? Il presente libro costituisce una riflessione teorica ed empirica che - provando a delineare una possibile risposta alle domande - indaga quella che, probabilmente, è la più importante cerimonia pubblica "europea", e cioè la commemorazione della Shoah, mettendo in luce la progressiva affermazione, in Italia e in Europa, dell'uso simbolico e universalistico di questa parola e della tragedia che essa rammemora. L'idea alla base del libro è che, attraverso un rito pubblico - e l'insieme delle pratiche e delle iniziative che esso porta con sé -, si possa sviluppare una religione civile europea, basata su una memoria condivisa, capace di cementare nuovi legami sociali, attraverso il riconoscimento di ciò che non deve più assolutamente succedere.
«Cari compagni... fraterni saluti.» Mezzo secolo di vtia nella sinistra italiana
Alberto Provantini
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2009
pagine: 314
"Cari compagni... fraterni saluti" sono le parole che aprivano e chiudevano ogni lettera del PCI-PDS-DS. L'autore le ha scelte per il titolo di questo libro in cui racconta mezzo secolo di vita a sinistra. Da Roma a Firenze, dal VII Congresso del PCI del 1956 al IV Congresso dei DS del 2006 sino alle primarie del Partito democratico. Cinquantanni di impegno nella politica, nel lavoro giornalistico, nell'amministrazione di un Comune e di una Provincia, nel governo di una Regione, l'Umbria, sino alle battaglie parlamentari nella lunga notte della Prima Repubblica e della fine dei partiti che hanno scritto la Costituzione. Le storie vissute e i personaggi incontrati: dirigenti politici, intellettuali, giornalisti, artisti, industriali, artigiani, operai. Il racconto di un viaggio lungo nel tempo, di una storia collettiva.
L'inventore del trasformismo. Liborio Romano, strumento di Cavour per la conquista di Napoli
Nico Perrone
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2009
pagine: 220
Che il conte di Cavour, maestro della tessitura diplomatica, avesse mandato un carico di fucili a Napoli, non lo aveva detto nessuno. Destinatario di quelle armi era stato il ministro di polizia borbonico, don Liborio Romano. Sembra incredibile, ma lo dimostrano i documenti pubblicati in questo libro. Liborio Romano aveva incominciato la sua attività politica in una setta carbonara, era stato per lunghi anni nelle carceri borboniche, in esilio e a domicilio coatto. Ma infine era riuscito a salire al rango di ministro di Francesco II. Per consegnare Napoli a Garibaldi, senza colpo ferire, si era servito dell'aiuto della camorra, ma con questa operazione temeraria aveva sbarrato il passo alla conquista da parte di Cavour. Aveva realizzato insomma un duplice tradimento, nei confronti del suo re e nei confronti di Cavour. Il trasformismo fu la caratteristica politica di don Liborio: alle origini dell'unità, proprio lui ne fu l'inventore nella penisola italiana. La storia di Liborio Romano prosegue con una trionfale elezione al parlamento del Regno d'Italia, ma Cavour, che non lo aveva perdonato, ne decise l'esclusione dal potere politico.
Umberto Zanotti Bianco. Patriota, educatore, meridionalista: il suo progetto e il nostro tempo
Sergio Zoppi
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2009
pagine: 247
Umberto Zanotti Bianco (1889-1963) è tra i grandi del Novecento italiano. Patriota e valoroso combattente, educatore e filantropo, infaticabile realizzatore, scrittore, archeologo, ambientalista, politico e parlamentare profondamente liberale. Un eroe civile nel suo essere un antieroe, impareggiabile suscitatore di volontariato, animato da un'intensa religiosità. Coltiva l'idea di un'Italia generosa, creativa, fraterna e al tempo stesso rigorosa, nobilitata dal sapere, nemica della retorica. Per lui eguaglianza come punto di partenza per tutti e merito non possono procedere disgiunti. Sarà il terremoto che nel 1908 distrusse Messina e Reggio Calabria a determinare la sua scelta di vita - egli piemontese di madre di origine britannica - per il riscatto del Mezzogiorno d'Italia che, nella solidarietà dei singoli e nella capacità di agire delle istituzioni, prendesse le mosse dall'istruzione diffusa, dalla cultura e dall'autogoverno. Il libro ricostruisce la vita austera - coraggiosa, ricca di eventi in Italia e in tanti altri Paesi, disseminata di sacrifici e di sofferenze - di un alfiere per l'indipendenza dei popoli, l'affrancamento dei deboli, l'affermazione della libertà nella giustizia; unendo nel tempo i valori risorgimentali, sempre appassionatamente vissuti, con quelli della nuova Italia democratica repubblicana, nata attraverso il dolore e l'umiliazione che ne precedono la redenzione morale, civile, militare e politica.
Australian 'ndrangheta. I codici di affiliazione e la missione di Nicola Calipari
Enzo Ciconte, Vincenzo Macrì
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2009
pagine: XII-158
Il volume prende spunto dalla relazione e dalla documentazione ad essa allegata che Nicola Calipari consegnò, nei primi anni '90, a Vincenzo Macrì. Si tratta di materiale del tutto inedito, che consente di aprire uno squarcio circa la presenza della 'ndrangheta nel continente australiano, di cui sinora poco si sa e pochissimo si è scritto. Vincenzo Macrì delinea un quadro della presenza della 'ndrangheta in Australia, prima e dopo la missione di Calipari dal quale si comprende la straordinaria capacità di diffusione della mafia calabrese, anche rispetto alle "consorelle" italiane più famose, come mafia siciliana e camorra, che in Australia sono del tutto assenti. Al contrario, la presenza della 'ndrangheta è continua, invasiva e pericolosa, tanto da costringere il governo australiano ad una serie di interventi investigativi e repressivi, di grande rilievo, che tuttavia non produssero risultati definitivi. Enzo Ciconte affronta una analisi dettagliata del materiale documentale allegato alla relazione di Nicola Calipari, ed in particolare degli esemplari manoscritti di "codici della 'ndrangheta" rinvenuti dagli investigatori australiani nelle abitazioni di uomini d'onore calabresi.
Mussolini e il generale. Pietro Gazzera, ministro della guerra lungo le tragedie del Novecento
Giuseppe Novero
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2009
pagine: 191
Nei cinque anni in cui fu alla guida del dicastero della Guerra, Gazzera, due volte la settimana, varcava il portone di Palazzo Venezia con una cartellina contenente i fogli su cui erano riportati i problemi da sottoporre al Presidente del Consiglio dei Ministri. Dopo qualche mese dall'inizio degli incontri Mussolini invitò il Generale a non prendere più appunti durante quei colloqui. Fu allora che cominciò a lasciarsi andare a giudizi e commenti. Gazzera, uscito da quei colloqui, si fermava nell'anticamera della sala del Mappamondo e riapriva la sua cartellina per annotare quello che, al cospetto del Duce, non aveva potuto fare. Emerge da questi appunti - molti inediti -il quadro di un Mussolini che alterna lucidità politica e giudizi sferzanti, sarcasmo e assoluta mancanza di scrupoli, cecità diplomatica e desiderio di avventure. Come quando, nel 1933, un esercito di 300.000 uomini avrebbe dovuto invadere a sorpresa la Francia. Il Ministro della Guerra espresse subito il suo parere decisamente contrario scrivendo nel diario: "I gerarchi hanno intuito che Mussolini desidera fare un colpo di testa e si affannano a presentargli proposte". E fu proprio la saldatura tra frange dei vertici militari e il regime a provocare la caduta del Ministro. Si può dunque riconoscere a Pietro Gazzera il titolo di ultimo tra i generali responsabili della guida militare del nostro Paese che abbia perseguito una politica di efficienza e tenuto a bada il fascismo?

