Società Editrice Fiorentina: Biblioteca di letteratura
L'io dell'ottantanove a altre scritture
Marziano Guglielminetti
Libro: Libro rilegato
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2009
pagine: 460
Lettere 1933-1984
Mario Luzi, Carlo Betocchi
Libro: Libro rilegato
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2008
pagine: 120
Questo libro raccoglie le lettere che Mario Luzi e Carlo Betocchi si scambiarono lungo un arco di tempo molto ampio: dal 1933 al 1984. È un colloquio epistolare che corona una salda amicizia e un affettuoso legame, accesi dalla comune passione per la poesia. Ma è anche un documento prezioso per ricostruire la vita intellettuale, la rete di relazioni intessute dai due corrispon-denti, le sorti delle case editrici e delle riviste letterarie cui collaborarono. A un tempo, guida il lettore nell'operoso laboratorio poetico di due grandi protagonisti del Novecento. In appendice si ripubblica la stupenda Lettera a Carlo Betocchi dall'immediata posterità, scritta da Luzi a dieci anni dalla morte del suo "umile maestro".
Studi su Tasso
Carla Molinari
Libro: Libro rilegato
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2007
pagine: 312
Dal carcere di S. Anna Tasso, scrivendo a C. Ardizio di non conoscere "miglior albergo" del valore "che la corte, e niun miglior giudice o maestro, che il principe", esprimeva il senso della vocazione encomiastica del suo spirito, di uomo (altra volta diceva) "nato e allevato in corte", imbevuto dell'idealizzazione cortigiana propria della mitologia politica del suo tempo e condizionato dall'irresoluto ma necessitante legame coi potenti. Questo aspetto, emergente da un paio dei saggi qui raccolti, sottende anche i restanti, centrati sullo studio della riflessione epica tassiana, che è colta nel suo intrecciarsi alla prassi scrittoria della Liberata e revisoria delle Lettere poetiche ed è seguita lungo la parabola tracciata da diversi testi teorici fino al tardo argomentare del Giudicio e all'approdo della Conquistata, con riguardo particolare al rapporto fondativo tra vero storico e invenzione poetico-filosofica e alla dispositio, anche indagata nei suoi risvolti stilistici, in forza del nesso tra cose, concetti e parole.
My dear Bob. Variazioni epistolari tra Settecento e Novecento
Elisabetta De Troja Checcacci
Libro: Libro rilegato
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2006
pagine: 198
La scrittura epistolare come genere che muta negli anni e che, docile strumento dell'io, si apre a motivazioni diverse: amore, discussione filosofica, meditazione sociale, riflessione su sé e sugli altri. Questo insieme di saggi ripercorre, dal Settecento al Novecento, attraverso protagonisti non di primo piano e scrittori di grande fama, la natura della lettera: se Madame Riccoboni scrive a Robert Liston lettere d'amore, quelle che Alfieri invia a Mario Bianchi si rivelano tra le più belle della nostra letteratura settecentesca dedicate all'amicizia. La lettera può essere pungente e indiscreta, come nel caso di Matilde Serao rivale di d'Annunzio. Anche un romanzo può risolversi in una lunga, appassionante lettera: quella di Alexis a Monique nell'opera "giovanile" di Marguerite Yourcenar. Le lettere che diventano la forma della scrittura privata per eccellenza possono essere un concreto documento di osservazione socio-politica che sceglie appunto la complicità della forma epistolare come divulgazione ideologica; Vincenzo Martinelli ed Emmanuele Duni diventano interpreti della "polemica" filosofica che si apre alla lettera come combat in piena regola.
Aforismi e autoschediasmi. Riflessioni sparse su cultura e politica degli ultimi cinquant'anni (1958-2004)
Antonio La Penna
Libro: Libro rilegato
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2004
pagine: 324
I tre filosofi di Giorgione
Willi Hirdt
Libro: Copertina rigida
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2004
pagine: 192
"I tre filosofi" di Giorgione, il dipinto più misterioso del Rinascimento, è oggetto di sempre nuove e diverse interpretazioni; una chiave per decifrare simili enigmatiche allegorie pittoriche può venire da un efficace connubio tra storia dell'arte e storia della letteratura. Il volume di Hirdt indaga visione del mondo e mondo visivo nel pittore di Castelfranco; individua le colonne portanti del suo orizzonte artistico nella poesia dantesca, nella filosofia neo-platonica e nell'officina veneziana di Giovanni Bellini; inscrive il quadro in un triangolo di formidabili referenti culturali e lo interpreta nell'intersezione tra filosofia, poesia e pittura, quale opera che volta le spalle al passato e intraprende con coraggio il cammino verso la modernità.
Studi cavallereschi
Riccardo Bruscagli
Libro: Libro rilegato
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2003
pagine: 256
Cultura degli scrittori. Da Petrarca a Montale
Angelo Fabrizi
Libro
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2009
pagine: 224
Tra Rinascimento e barocco. Dal petrarchismo a Torquato Tasso
Arnaldo Di Benedetto
Libro: Copertina rigida
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2007
pagine: 130
È un giudizio diffuso quello secondo cui il petrarchismo lirico cinquecentesco sarebbe solo un sinonimo di noia, di passiva acquiescenza al grande poeta scelto a modello, di assenza d'ogni originalità e vera interiorità. Tale è il giudizio formatosi su di esso nel secondo Settecento e nell'Ottocento; e che, a dispetto di non poche successive e felici pagine critiche, continua a prevalere tra i lettori di poesia. Un involontario supporto recano a quel giudizio più recenti interpretazioni volte a circoscrivere il fenomeno entro un perimetro meramente sociologico o storico-culturale. Alcune linee di lettura del petrarchismo lirico del XVI secolo si propongono o ripropongono qui, accanto a pagine dedicate alle liriche di Torquato Tasso (che meglio d'altre segnano il passaggio a un nuovo gusto, ad altri orientamenti); a uno degli episodi-chiave della Gerusalemme liberata; e all'attribuzione e collocazione culturale di un importante dialogo critico, posto all'insegna dello stesso Tasso e dedicato alla poesia di Giovanni Della Casa.
Che ho a che fare io con gli schiavi? Gobetti e Alfieri
Angelo Fabrizi
Libro: Copertina morbida
editore: Società Editrice Fiorentina
anno edizione: 2007
pagine: 68
Nella folgorante, intensissima, e purtroppo breve, esperienza intellettuale di Piero Gobetti l'eredità ideale di Vittorio Alfieri fu e resta un elemento privilegiato. La riproposta di Alfieri come esponente del "liberalismo immanentistico", ovvero laico e privo di condizionamenti confessionali, si inseriva nella attenzione di Piero al Settecento, all'Illuminismo, e nella sua aspirazione ad aprire la cultura italiana a quella europea. Piero tenne Alfieri come autore eminente della nostra letteratura (da lui però riletta con attenzione specifica a sue elevate motivazioni civili e politiche). Questo volume considera due aspetti dell'alfierismo gobettiano: la fondazione di una nuova critica alfieriana (che annovererà poi i nomi di Mario Fubini, Luigi Russo, Walter Binni, Natalino Sapegno, e attraverso questi, dei loro allievi e prosecutori) e la storia del motto greco - Che ho a che fare io con gli schiavi? - che, tratto da una lettera di Alfieri del 1801, fregerà le edizioni gobettiane dalla fine del 1923 fino al 1929. Molti si sono posti il problema della sua origine. Esso (qui si intende mostrare) non fu suggerito da nessuno scrittore greco antico, ma fu creazione alfieriana, nata dagli studi di greco e dagli spiriti misogallici del maturo poeta.

