Arcana: Musica
The Doors. Lo spirito di un'epoca e l'eredità di Jim Morrison
John Densmore
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2013
pagine: 335
Sul finire degli anni Sessanta, la musica dei Doors non si limitò a fare da sfondo all'America in rivolta, ma fece da megafono a un'epocale rivoluzione politica e culturale, dando voce alle speranze e agli ideali di un'intera generazione. Dentro un garage di Venice, in California, i quattro membri della band strinsero un patto senza precedenti: i diritti d'autore sarebbero stati divisi sempre in parti uguali e ciascuno avrebbe avuto identico potere di veto sulle decisioni. Tutti per uno, uno per tutti. E per quasi quarant'anni, anche dopo la morte del cantante Jim Morrison, tutte le scelte dei compagni della band furono guidate da quella ferrea etica progressista. Fincbé un giorno lo spirito del rock'n'roll non si scontrò con la sua nemesi suprema - il denaro e così il rapporto leggendariamente egualitario tra i restanti membri dei Doors cominciò a sgretolarsi. In "The Doors", John Densmore, che della band fu batterista dal principio alla fine, racconta la verità sul processo che ha trascinato l'eredità di Jim Morrison in tribunale e ha diviso la band in due fazioni: il tastierista Ray Manzarek e il chitarrista Robby Krieger da una parte, lo stesso Densmore e la famiglia di Morrison dall'altra. Fu proprio Densmore a citare in tribunale i suoi due ex soci, dopo che questi avevano "venduto" una canzone dei Doors per una pubblicità televisiva e avevano formato una nuova band chiamata The Doors (scritto in grande) of the 21st Century (scritto in piccolo) con Stewart Copeland dei Police alla batteria...
One too many mornings
Jenny Fabian, Johnny Byrne
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2013
pagine: 332
Quarant'anni dopo lo scandaloso "Groupie", Jenny Fabian torna sulle sue memorie di "pupa della band", "consolatrice di artisti" o "starfucker" che dir si voglia. Oggi, costumata sessantenne, la scrittrice inglese con un turbolento passato da autentica groupie concepisce un nuovo "romanzo a chiave" raffinato e maturo, certamente più meditato e profondo del suo scabroso predecessore. Come in "Groupie", anche in "One Too Many Mornings" (espressione idiomatica per "un altro giorno è passato", ma soprattutto titolo di una celebre canzone di Bob Dylan) i personaggi reali si celano sotto nomi fittizi, in un gioco di ambiguità e chiaroscuri che intriga e coinvolge dalla prima all'ultima pagina. Se Ben è Syd Barrett, come ormai noto, chi sarà Theo? E Gisela? E Pentron? Ma non c'è altro modo per scoprire le vere identità di Maxwell McKewen, Shultz e Billy che arrivare in fondo alla storia, quando si sarà consumato un altro di quei baccanali di sesso, droga e rock'n'roll che solo negli anni a cavallo tra i Sessanta e i Settanta si potevano sperimentare. "One Too Many Mornings" lambisce i bordi di quell'epoca estrema e irripetibile, quando l'amore libero si avviava al crepuscolo e non restavano che macerie, rimpianti e oblio.
Stripped. I Depeche Mode messi a nudo
Jonathan Miller
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2013
pagine: 670
Quattro ragazzini di provincia, tre tastiere e un microfono sono i semplici ingredienti dell'ultimo vero big bang della storia della musica contemporanea. Estate del 1980: tutto iniziò allora, con un piccolo concerto alla Nicholas School di Basildon: da allora i Depeche Mode sono diventati "i Beatles delle produzioni indipendenti", ottenendo l'enorme successo di pubblico e di critica che dura fino a oggi. Ma la strada verso l'olimpo musicale non è stata indolore: dall'abbandono del fondatore del gruppo Vince Clarke, alla dipendenza da eroina che ha quasi ucciso il frontman, Dave Gahan, la storia dei Depeche Mode è costellata di ascese e cadute, che questa biografia definitiva del gruppo racconta con puntualità. Utilizzando testimonianze e interviste inedite con Vincent Clarke e i membri della band, con produttori e musicisti, e attingendo a ogni tipo di materiale, "Stripped" tiene fede alla canzone omonima, riuscendo a mostrare i campioni del synth pop "nudi fino all'osso". Oltre che una storia della grande band, il volume offre una carrellata sulla scena musicale inglese ed è soprattutto la storia di quattro ragazzi il cui trionfale successo, da "Personal Jesus" a "Enjoy the Silence", ha sempre avuto a che fare con l'autenticità.
Quante strade. Bob Dylan e il mezzo secolo di «Blowin' in the wind»
Alberto Crespi
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2013
pagine: 192
La canzone più celebre di Bob Dylan fu pubblicata nel 1963 sul suo secondo album, "The Freewheelin' Bob Dylan". Nel giro di poche settimane divenne popolarissima, grazie anche alle fortunatissime cover di Joan Baez e dal trio folk Peter, Paul & Mary. Si affermò come la canzone simbolo del movimento per i diritti civili, dopo che Dylan la eseguì davanti a Martin Luther King durante un'epocale manifestazione di protesta a Washington. Poi scomparve o quasi dal repertorio live di Dylan negli anni della sua clamorosa svolta elettrica, che suscitò entusiasmi e polemiche oggi difficilmente immaginabili. Riapparve alla ribalta sul palco del concerto per il Bangladesh, nel 1971, dove Dylan tornò a suonare dal vivo dopo il misterioso incidente di moto del 1966 ed eseguì di nuovo il suo "inno", su richiesta di George Harrison. Da allora, Dylan l'ha eseguita centinaia di volte, cambiandone spesso l'arrangiamento; e le versioni di altri artisti si sono moltiplicate, da Stevie Wonder a Neil Young, da Marlene Dietrich a Duke Ellington, facendone una delle canzoni più "reinterpretate" nella storia della musica pop. Al tempo stesso, la fama di "Blowin' In The Wind" si è intrecciata ripetutamente alla storia del XX e del XXI secolo. Basti pensare che ha provocato una disputa politico-teologica fra due Papi e ha incrociato le vittorie di Barack Obama nelle elezioni presidenziali Usa.
Lettere a Kurt
Eric Erlandson
Libro: Libro rilegato
editore: Arcana
anno edizione: 2013
pagine: 187
Il destinatario di queste lettere è Kurt Cobain, il leader dei Nirvana morto suicida nel 1994 e assurto col tempo a icona transgenerazionale di una gioventù disillusa, apatica, disperatamente introversa e incapace di trovare il proprio posto nel mondo. Eric Erlandson, uno dei musicisti chiave della scena grunge di Seattle, ha conosciuto da vicino Cobain, è stato testimone diretto del suo tormentato rapporto con Courtney Love e ha sofferto della sua violenta dipartita elaborando il lutto attraverso la catarsi della scrittura. "Lettere a Kurt" è una dolente, rabbiosa e delicata meditazione sulle azioni e le emozioni più estreme del rock'n'roll: sesso, droga, suicidio, fama, collera. È parte Dream Songs di John Berryman, parte Bukowski, Ferlinghetti e Ginsberg, e parte Clash. Invettive, riflessioni e colpi d'arma da fuoco riempiono le pagine di questi 52 poemi in prosa. Sono scritti crudi, intensi, tristi e inquisitori, e tutto ciò li rende belli per chiunque ami i Nirvana e gli Hole e i tempi e i luoghi in cui la loro musica ha prodotto un cambiamento. In definitiva, queste lettere sono un'elegia a Kurt e agli "idoli suicidi" che non sono riusciti a trovare la salvezza nelle loro meravigliose canzoni.
The dark side of the moon. Genesi, storia, eredità del capolavoro dei Pink Floyd
John Harris
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2013
pagine: 190
A quarant'anni dalla pubblicazione, The dark side of the moon rimane uno degli album più acclamati di tutti i tempi. Ha venduto circa trenta milioni di copie in tutto il mondo e continua a venderne, ogni anno, circa 250mila. Appena uscito, rimase nelle classifiche americane per ben 724 settimane; secondo una stima recente, una famiglia inglese su cinque ne possiede una copia. Tuttavia, come rivela il resoconto non ufficiale di John Harris, questa è solo una piccola parte della storia, The dark side of the moon è uno dei concept album più riusciti e raffinati della storia del rock, un disco che indaga a fondo sulla pazzia, l'inquietudine e l'alienazione radicate nella storia della band, in particolare nel tragico racconto del leader di un tempo, Syd Barrett. Basato su una serie di interviste al bassista e principale compositore del gruppo Roger Waters, al chitarrista David Gilmour, al batterista Nick Mason e alle varie personalità che hanno reso possibile la realizzazione dell'album, questo libro è un must per tutti coloro che vogliono saperne di più su uno dei dischi più venduti, più affascinanti e più misteriosi della discografia mondiale.
Una cantina piena di rumore. L'autobiografia dell'uomo che inventò i Beatles
Brian Epstein
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2013
pagine: 189
Con i se e i ma non si fa la storia. E nulla è più vero rispetto alla storia dei Beatles. Cosa sarebbe successo se John Lennon non avesse formato i Quarrymen? Se questi non fossero andati ad Amburgo dove registrarono insieme a Tony Sheridan il disco "My Bonnie"? E se quel disco non fosse stato richiesto a Brian Epstein nel suo negozio di dischi di Liverpool? Richiesta che fece scattare in lui l'interesse e la curiosità su quei quattro Teddy-Boys che si facevano chiamare Beatles e che al pub/cantina chiamato Cavern cominciavano a farsi conoscere e apprezzare dai giovani della loro città natale. In questo libro si deduce, senza ombra di dubbio, che se Brian Epstein non fosse stato così intraprendente e caparbio, e si fosse fermato davanti ai tanti, anche importanti, dinieghi alle sue presentazioni degli ancora sconosciuti Beatles, probabilmente il mondo della musica sarebbe più povero e minore la gioia di milioni di persone nel mondo. Epstein sapeva di avere qualcosa di buono da offrire, non si sarebbe arreso se non dopo aver proposto i Beatles a tutte le etichette musicali esistenti in Inghilterra... e forse, chissà, anche al di fuori. Un insegnamento di vita oltre che l'autobiografia dell'uomo che ha creato i Beatles scoprendoli, convincendoli a modificare il loro look senza in alcun modo cambiare il loro sound, e che li ha messi sulla rampa di lancio da cui, con la collaborazione e l'esperienza di George Martin, sarebbero partiti per un favoloso viaggio fino a collocarsi nel firmamento musicale. Per sempre.
Io vagabondo. 50 anni di vita con i Nomadi
Beppe Carletti, Andrea Morandi
Libro: Libro rilegato
editore: Arcana
anno edizione: 2013
pagine: 191
Quando avevo nove anni il mio eroe non era Tex Willer, ma il maestro della banda di Novi di Modena. Posso dire di aver iniziato a suonare la fisarmonica perché volevo diventare come lui, anche se non potevo certo pensare che avrei trascorso la mia intera vita su un palco. Ho cominciato a esibirmi all'oratorio e alle feste di paese, e in breve tempo sono diventato una sorta di giradischi ambulante: prendevo mille lire a esibizione, a patto che suonassi i successi del momento. Erano gli ultimi mesi del 1959, alla radio mamma ascoltava Domenico Modugno, mentre papà sfogliava le pagine dell'Unità cercando di capire gli oscuri motivi che avevano spinto il segretario generale del Partito comunista dell'Urss, Nikita Kruscev, a incontrare il presidente americano Eisenhower. Io vivevo tutto come una continua scoperta, con le stagioni che si alternavano senza sosta e l'attesa della primavera quando, di nascosto, mi affacciavo per ascoltare l'orchestra della sala da ballo di Novi. Si chiamava Pian delle Stelle e per me aveva lo stesso profumo dei sogni. Poi, una sera di nebbia del gennaio del 1963, in un locale di Trecenta, in provincia di Rovigo, feci la conoscenza di un tipo magro come un chiodo, con un accenno di barba e un paio di occhialoni sul naso. Il suo nome era Augusto.
Così nuda così violenta. Enciclopedia della musica nei mondi neri del cinema italiano
Alessandro Tordini
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2012
pagine: 382
Da alcuni anni, il cinema di genere italiano dei Sessanta e Settanta vive una seconda giovinezza. Proliferano articoli, fanzine, ristampe in digitale di film, siti Internet, rassegne ed eventi dedicati alla commedia più o meno erotica dei Pierini, allo storico-mitologico dei Macisti, al western dei Sartana, allo spionistico degli agenti 077, all'avventuroso dei vari Sandokan, all'esotico di Emanuelle, alla fantascienza di serie B e soprattutto ai cosiddetti Mondi Neri, ampio sottogenere che include il gotico-horror, il giallo-thriller e il noir-poliziesco. Tali prodotti, nati spesso dalla fantasia di arguti mestieranti, riscuotono consensi popolari inimmaginabili, e così molti, da oscuri gregari, diventano oggetto di riscoperta e rinnovato interesse. Questo cinema "artigianale" beneficia di un vero e proprio valore aggiunto e spesso risolutivo: la colonna sonora musicale, frutto del lavoro di compositori, direttori d'orchestra, musicisti, solisti e strumentisti, noti e meno noti. Chi non ha provato brividi ascoltando le inquietanti note dei Goblin per Profondo rosso di Dario Argento o non ha trattenuto il fiato sulle partiture jazz-funk di Franco Micalizzi o Stelvio Cipriani per i polizieschi di Umberto Lenzi e Stelvio Massi? Chi non ha mai sentito parlare di Piero Piccioni, Riz Ortolani, Armando Trovajoli, Piero Umiliani, Giorgio Gaslini e i premi Oscar Ennio Morricone e Luis Bacalov, per citare solo i più famosi?
Jailhouse rock. 100 musicisti dietro le sbarre
Patrizio Gonnella, Susanna Marietti
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2012
pagine: 287
Dal concerto di Johnny Cash nella prigione di Folsom all'arresto della Allman Brothers Band al completo, da Greg Lake che finisce al fresco per aver nuotato nudo in piscina a Chet Baker che viene lasciato a svernare nel carcere toscano della città di Lucca, da Bon Scott entrato in riformatorio da ragazzino per un furto di benzina a Johnson Righeira che si è fatto cinque mesi di carcere preventivo a Padova prima di essere scagionato da ogni accusa di droga. Storie di musicisti che hanno attraversato i cancelli della prigione, da colpevoli o da innocenti, per un lungo o per un breve periodo, una volta o tante volte. Racconti che vivono sullo sfondo di accadimenti storici spesso epocali. Le carceri statunitensi, quelle inglesi, francesi, italiane, giapponesi, le carceri sudamericane o quelle africane. Chi ha vissuto tra gli scarafaggi e chi è stato trattato come si conviene a una rockstar, chi ha avuto clemenza e chi è stato torturato dai propri carcerieri. E ancora i Sex Pistols che sbeffeggiano la regina, Joan Baez che si batte contro la guerra in Vietnam, Victor Jara che nello stadio ridotto a prigione dai militari golpisti verrà brutalizzato a morte. E poi James Brown, Aretha Franklin, Keith Richards, Roberto Vecchioni, Tupac Shakur, i Dead Kennedys, Fela Kuti, Jimi Hendrix e molti altri grandi artisti finiti in carcere di qua e di là dell'oceano a seguito di tante vicende rappresentative dell'ambiente più trasgressivo del nostro mondo.
Delitti rock. Da Robert Johnson a Whitney Houston, 200 indagini sulla scena del crimine
Ezio Guaitamacchi
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2012
pagine: 476
Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison: quattro grandi star della "musica che ha cambiato il mondo" muoiono (in circostanze misteriose) nel giro di soli due anni. Tutti avevano una J nel nome. Tutti avevano 27 anni. Quella del "Club J27", purtroppo, non è un'anomalia della storia del rock. Prima e dopo Brian, Jimi, Janis e Jim, altre stelle luminose del firmamento musicale vedono le loro giovani vite troncate da incidenti improvvisi, overdose vigliacche, atti violenti, veri e propri omicidi. Sempre, un alone di mistero circonda queste "morti celebri". Da Elvis Presley a Kurt Cobain, da Marvin Gaye a Jeff Buckley, sono decine i "casi irrisolti" (a volte, ancora aperti) di una catena inquietante di delitti rock. Quarant'anni dopo le morti di Hendrix e Joplin e a trenta dall'omicidio Lennon, questo libro accurato e puntuale racconta i casi più scottanti, le storie più scabrose, gli avvenimenti più scioccanti cercando di far luce sui misteri che aleggiano (ancora oggi) attorno ai nomi di alcuni dei più grandi miti del Novecento. La scena del crimine viene analizzata nel dettaglio così come minuziosamente sono approfonditi tutti gli accadimenti che accompagnano la tragica fine di ciascun personaggio. Il racconto trasporta l'ascoltatore in una zona "ai confini della realtà" nella quale si possono assaporare le varie storie quasi le si stesse rivivendo in diretta.