Zecchini
Soviet piano. I pianisti dalla rivoluzione d'ottobre alla guerra fredda
Luca Ciammarughi
Libro: Cartonato
editore: Zecchini
anno edizione: 2018
pagine: 368
Le opere di Antonio Smareglia
Paolo Petronio
Libro: Copertina rigida
editore: Zecchini
anno edizione: 2018
pagine: 348
Nato a Pola in Istria, suddito austro-ungarico, venne a studiare a Milano, come del resto fecero in tanti. Ma qui, pur facendosi benvolere dalla editrice Giovannina Lucca si schierò decisamente con i filowagneriani entrando in rotta completa con il potente editore Giulio Ricordi. La sua musica è priva di una nazione, perché le terre di cui è stato il cantore sono state ferocemente contese da opposti nazionalismi, dei quali in sostanza rimase vittima, diventando per la storia dell'opera italiana quasi un intruso. Paolo Petronio, musicologo triestino, fin da giovane si è sempre interrogato sulla incredibile vicenda di Antonio Smareglia, stimolato dalla scoperta in un vecchio cassettone di casa di un ingenuo libriccino scritto dal compositore triestino Gastone De Zuccoli nel 1923 dove, con Smareglia ancora vivo, si incitavano i giovani a rendere giustizia allo sfortunato compositore. Non trovando mai una risposta, o persino trovandone tante ma tutte contrastanti, Petronio ha voluto vederci chiaro, non solo in senso musicale ma pure in senso storico e politico.
Una musica per gli occhi. Musica e paesaggio nella Germania tra Sette e Ottocento
Claudio Bolzan
Libro: Libro in brossura
editore: Zecchini
anno edizione: 2018
pagine: VI-170
Nella Germania a cavallo del XVIII e XIX secolo la diffusione delle teorie del sublime e quella del giardino all’inglese, oltre ad una nuova sensibilità resa possibile dalla diffusione di svariate opere letterarie e filosofiche dovute ad alcuni nuovi movimenti, determinò un grande interesse per la natura e per il paesaggio, interesse che non mancò di influire in tutti i settori della produzione artistica: dalla poesia paesaggistica alla pittura di paesaggio, dal romanzo all’architettura e alla musica. Tali riflessioni suggerirono motivi di matrice spiritualistica, influendo in modo determinante anche sulla produzione musicale, specialmente quella liederistica, ove testo e musica risultano strettamente legati anche sulla base delle più svariate tematiche, con particolare riguardo per quelle paesaggistiche.
Giulio Briccialdi. Il principe dei flautisti
Gian-Luca Petrucci
Libro: Libro rilegato
editore: Zecchini
anno edizione: 2018
pagine: X-430
Il Principe dei Flautisti, Giulio Briccialdi, fu una poliedrica personalità artistica, alternò il sublime al pratico, l’ispirato al manierato riuscendo a sorprenderci sia nelle sventure che nei momenti di massima gloria. Scrivendo di sé non cita i trionfi nelle maggiori capitali europee ma l’aspirazione ad una vita calma e serena, proprio egli che, pregno di ideali risorgimentali, devolse i guadagni di diversi concerti alla causa dei Mille. La figura di Giulio Briccialdi è sostanzialmente legata, nella memoria collettiva degli addetti ai lavori, alla sua attività di concertista eccelso e generoso estensore di ampie serie di studi per flauto tuttora praticati assiduamente. Assai più marginalmente si conosce la sua attività di raffinato compositore ed ancor meno quella di organologo inventore di un nuovo modello di flauto che per anni contese la celebrità a quello costruito da Theobald Böhm.
Sediziose voci. Appunti di viaggio nel magico mondo del melodramma
Davide Steccanella
Libro: Libro in brossura
editore: Zecchini
anno edizione: 2018
pagine: VIII-184
Bohème o Aida sono due immensi capolavori ma se una volta in scena un soprano bellissimo maltratta vocalmente la partitura di Mimì o un tenore quella di Radames gran parte dell'effetto drammaturgico previsto da Puccini e Verdi va perduto, perché solo grazie al magistero delle grandi voci possiamo apprezzare il genio dei musicisti del passato. Voci che con la loro arte hanno saputo aggiungere ulteriore grandezza allo spartito. Da Maria Callas a Renata Tebaldi, da Giuseppe Di Stefano a Luciano Pavarotti, da Renata Scotto a Sherrill Milnes, da Ghena Dimitrova a Mariella Devia, fino agli ultimi divi del terzo millennio, Juan Diego Flórez, Natalie Dessay e Jonas Kaufmann, un viaggio appassionato nel magico mondo del melodramma con il racconto di serate storiche e consigli discografici per chi pensa che la musica lirica sia noiosa e che all'opera non ci si possa divertire e provare emozioni straordinarie.
La sconcertante storia del «concerto delle dame». Potere, amore, intrighi, delitti, nella Ferrara del tardo Rinascimento
Francesco Calcaterra
Libro: Libro in brossura
editore: Zecchini
anno edizione: 2018
pagine: VIII-152
Il percorso tragico della vita di quattro donne d’alto lignaggio, con straordinarie qualità canore e musicali, offre lo spunto all’autore per un’adeguata quanto amara riflessione sul Potere e sulla condizione della donna nel tardo ’500, sugli effetti umani dell’incipiente economia monetaria, sul progressivo degrado della società di corte, indegna evoluzione della linfa vitale del primo, splendido Rinascimento. Donne belle e raffinate, le Nostre, accolte, per queste ragioni, e con buon trattamento, alla corte di Ferrara; donne, pertanto, tra le prime ad essere provviste di reddito personale e di consistenti doti, e, perciò stesso, accasate prontamente (dai duchi) nelle primarie famiglie della città estense. Donne celebrate da poeti, musici e filosofi — dal Tasso al Patrizi, passando per G. de’ Bardi e L. Luzzaschi —, la cui reputazione supera le Alpi e arriva persino in Giappone. Percorso infelice, ricostruito — non senza indignato trasporto — su documenti originali degli Archivi del Vaticano, di Modena e di Ferrara.
Storia del Conservatorio di musica "Santa Cecilia" di Roma
Domenico Carboni
Libro: Libro rilegato
editore: Zecchini
anno edizione: 2017
pagine: 848
Giuseppe Di Stefano. Voglio una vita che non sia mai tardi
Gianni Gori
Libro: Libro rilegato
editore: Zecchini
anno edizione: 2017
pagine: 170
Martha Argerich. L'enfant et les sortilèges. Ediz. italiana e francese
Olivier Bellamy
Libro: Libro rilegato
editore: Zecchini
anno edizione: 2017
pagine: 356
“Genio del pianoforte”, “miracolo della natura”, “ciclone argentino”, o ancora “leonessa della tastiera”: non mancano certo le definizioni per evocare la personalità di Martha Argerich. Nata nel 1941, la leggendaria pianista argentina, applaudita sulle scene internazionali da vari decenni, affascina per la potenza delle sue esecuzioni e per il mistero della sua personalità. Il suo temperamento indomabile, il carattere libero e indipendente ne fanno un personaggio davvero atipico nel mondo della musica classica. In una narrazione costellata di aneddoti inediti e di sorprendenti rivelazioni, Olivier Bellamy dipana le fila di una vita ricca di eventi e di sviluppi imprevedibili: dall’infanzia in Argentina, quand’era bambina prodigio a Buenos Aires, passando per gli studi di perfezionamento dapprima a Vienna con Friedrich Gulda e quindi ad Arezzo e Moncalieri con Arturo Benedetti Michelangeli, per arrivare all’esplosivo debutto ad Amburgo, ai trionfi del Premio Busoni di Bolzano e del Concorso “Chopin” di Varsavia, fino agli anni più recenti, caratterizzati anche da momenti di crisi, da rinunce ai concerti e ancora da trionfali ritorni... Di città in città (Buenos Aires, Vienna, Bolzano, Amburgo, New York, Ginevra, Bruxelles, Londra, Rio de Janeiro, Mosca...), attraverso i suoi colleghi musicisti, gli amori, le amicizie, il libro delinea il ritratto intimo di un’artista dalla profonda umanità.
Lo sguardo riflesso. Nuovi segni per il teatro d'opera all'aperto
Claudio Orazi
Libro
editore: Zecchini
anno edizione: 2017
pagine: 160
All’Arena di Verona e allo Sferisterio di Macerata, tra i più famosi e celebrati teatri all’aperto del mondo, Claudio Orazi dedica una riflessione sulla creatività della scena contemporanea nel Teatro d’opera. Con il contributo del critico musicale Enrico Girardi, e gli interventi dei registi Henning Brockhaus, Denis Krief e Graham Vick e un affascinante apparato fotografico, il libro ripercorre l’ideazione artistica ed i progetti registici e scenografici di alcune produzioni operistiche che hanno configurato una “nuova stagione” per i teatri musicali all’aperto, luoghi capaci di conservare il senso primigenio di theatron, con le rinnovate pulsioni dell’uomo contemporaneo. Certa concentrazione magnetica ed enigmatica di queste assemblee teatrali, composte da migliaia di spettatori, si discioglie nella visione istantanea dei nuovi Segni dell’opera. Come autentici fantasmi appaiono i riflessi dello specchio e la bambola-feticcio per Violetta, il mare di Lucia su di un telo, il vascello di Rigoletto sul fiume sospeso nel vuoto, la sfera nera come meteorite per Turandot, l’incombente montagna rosso sangue di Butterfly, l’albero di ulivo per il mondo arcaico di Cavalleria. Ed ancora, il volto dell’Angelo innalzato su Floria Tosca, il giardino dell’amore per Figaro, la ferrigna biblioteca-prigione-nave di Nabucco. Il resto sono pietre come sedili, montagne di carne, un aereo stilizzato che squarcia la notte sull’oceano e le mille immagini-pensieri di Giacomo che risalgono in superficie come da un Acheronte della memoria. Si tratta di “nuovi segni” inclini al linguaggio interdisciplinare, capaci di scolpire le pietre ed i muri degli antichi monumentali teatri, ove attraverso lo sguardo riflesso del pubblico con la scena si rigenera l’antico rito collettivo del teatro. Oggi con nuove immagini l’ideatore è in cammino verso altri siti, progetti e avventure. Tra i capitelli in pietra degli antichi monasteri, dentro le grandi basiliche, negli ampi spazi dei teatri greco-romani così come in quelli piccoli settecenteschi. Nei luoghi dove le nuove forme dell’arte contemporanea siano capaci di superare le tradizionali separazioni tra autore e pubblico, tra produttore e spettatore, a favore di un ininterrotto fluire della creazione artistica. Come sostiene Bill Viola verso i veri luoghi «in cui esiste l’opera d’arte, la mente e il cuore della persona che l’ha vista».