Passigli: PASSIGLI POESIA
La mappa dell'amore. Poesie e prose. Ediz. italiana e inglese
Dylan Thomas
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 176
Terza raccolta di Dylan Thomas, dopo “18 Poems” (1934) e “Twenty-Five Poems” (1936), “La mappa dell’amore” venne pubblicata nel 1939, proprio a ridosso dello scoppio della guerra. Il suo sottotitolo, “Verse and Prose”, specifica subito che non si tratta, come per le precedenti, di un libro di sola poesia; in realtà, la raccolta comprende sedici poesie e sette racconti, costituendo così anche il primo libro di prose del grande poeta gallese. D’altra parte, e questa raccolta ne è una testimonianza, non si deve accentuare troppo la distinzione, pur ben visibile, tra prosa e poesia: grande affabulatore, Dylan Thomas non rinuncia mai all’intensità della sua scrittura, quel suo «chiedere troppo alle parole» – come egli stesso ebbe a dire – che da sempre costituisce uno dei motivi di maggior fascino, ma anche di maggior mistero, della sua opera poetica. Nelle prose assistiamo a un’analoga «compressione» (ancora Thomas), anche se forse è proprio partendo da queste ultime che il poeta arriva a rimodulare la sua stessa poesia, nel senso di una maggiore adesione a una realtà, a un «flusso vitale» di cui anche la lingua non è più monarca assoluta. E in questo suo nuovo approdo nel mondo, l’opera di Thomas inizia ad “aprirsi”, persino a “schiarirsi”. Come scrive Federico Mazzocchi nella prefazione che accompagna questa sua prima traduzione integrale italiana di “The Map of Love”, «Thomas non rifiutava un contatto col mondo e con gli altri, e così come è un luogo comune che la sua poesia sia delirante – quando è semmai vero l’opposto: che la forma la contiene tutta nel suo solco, in un gioco di immagini orchestrato sino al minimo dettaglio –, allo stesso modo la presenza del mondo è accolta senza distinzioni gerarchiche, senza contrapposizioni tra macrocosmo e microcosmo, tra storia ufficiale e privata».
Il gemello sulle nuvole. Ediz. italiana e russa
Boris Pasternak
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 144
“Il gemello sulle nuvole” (1914), l’opera con cui Boris Pasternak fa la sua prima apparizione sulla scena poetica del Novecento, nasce sotto il segno del futurismo russo e soprattutto della figura di Vladimir Majakovskij, come ricorderà lo stesso autore nel “Salvacondotto” (1931): «Quando mi proponevano di raccontare qualcosa di me stesso, cominciavo a parlare di Majakovskij. E non era un errore. Io l’adoravo. E lui impersonava per me il mio orizzonte spirituale». Fin dall’inizio, la poesia di Pasternak si caratterizza per un marcato sperimentalismo linguistico, come sottolinea Paola Ferretti nella prefazione a questa sua prima traduzione italiana integrale dell’opera: «Con la raccolta di esordio Pasternak inaugura una scrittura poetica concepita come un intrepido baloccarsi sulle montagne russe dei registri della lingua, dei più scoscesi tornanti sintattici, tra metonimie disarmanti e plurali inaspettati». Inoltre, già compaiono in questi versi alcuni dei tratti salienti della poesia più matura di Pasternak, a cominciare dal suo rapporto empatico con la natura, che fece scrivere a Marina Cvetaeva: «Qualsiasi poeta può identificarsi, supponiamo, con un albero. Pasternak albero si sente». Tornando su queste sue prime prove poetiche a distanza di quindici anni (in “Tempo d’inizio”, 1928), Pasternak apporterà variazioni in qualche caso drastiche: questa nostra edizione dà conto in appendice anche di queste poesie “rinnovate”, evidenziando nell’originale russo e nelle accuratissime “Note ai testi” il lavoro di revisione messo a punto dal poeta.
Post Ulixem scriptum. Poesie occasionali. Ediz. italiana e inglese
James Joyce
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 136
«Non è raro che un narratore inizi la sua produzione con una raccolta di poesie; questo è accaduto, per fare un esempio, con Stefan Zweig, o, per ricordare un grande autore italiano, Luigi Pirandello. Lo stesso è avvenuto con James Joyce, il cui esordio letterario (1907) è rappresentato dalla raccolta di trentasei poesie di tema amoroso "Chamber Music" ("Musica da camera"). Non solo: Joyce pubblicò anche un’altra più breve silloge: "Pomes Penyeach" ("Poesie un soldo l’una") vent’anni più tardi, quando già aveva raggiunto una celebrità internazionale con il suo capolavoro narrativo, "Ulysses" (1922): queste due raccolte sono già apparse in questa nostra collana. Se da un lato non ci furono altre pubblicazioni di poesia da parte del grande scrittore irlandese, dall’altro questi non abbandonò mai la pratica dei versi, anzi, furono numerose le poesie che scrisse durante la sua vita, quasi sempre in forma “occasionale”, ad appuntare certi suoi risvolti biografici. Non a caso, è stato soprattutto Richard Ellmann, il suo grande biografo, a riportare l’attenzione degli appassionati di Joyce su questo aspetto della sua produzione, in molti casi rendendolo pubblico per la prima volta. Questa nostra edizione, che prende il titolo da una delle poesie raccolte, "Post Ulixem Scriptum", quasi a collegare questi due versanti della produzione joyciana, propone un’ampia scelta di queste poesie rimaste per lo più inedite durante la vita del loro autore. Come nota Alessandro Gentili, che chiude così questo suo ciclo di traduzioni dell’opera poetica di Joyce: "Si tratta di poesie di carattere privato, quasi diaristico, principalmente satiriche, burlesche, immediate e pungenti nei toni, ispirate da vicende ed episodi vissuti, da persone vere, figure di ambienti letterari e culturali": un altro modo per penetrare il mondo di uno scrittore che ha fatto della sua stessa vita un costante esperimento letterario».
Corpo contro
Daniela Pericone
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 112
«La poesia di Daniela Pericone è contrassegnata da una profonda raffinatezza della voce, ottenuta attraverso una forma di temperanza che si situa tra l’espressione chiara ed espressiva di ciò di cui parla e il nascondimento, l’allusività dettata dalla discrezione della stessa voce. Non si arriva mai alla definizione precisa e lampante del fondamento che muove il testo, neppure quando il riferimento è chiaro come, ad esempio, il riecheggiare di Eliot o Montale, oppure la straordinaria, estesa èkphrasis caravaggesca della quinta sezione; eppure è sempre come se si sapesse che un’occasione esatta esiste, un suggerimento sorgivo che potremmo definire addirittura materiale, da cui ha inizio la sua voce e che rappresenta il vero interesse del canto. È la stessa temperanza che dà equilibrio al ritmo e alla riservata musicalità di una poesia che sembra lungamente meditata, fino a centellinare i singoli vocaboli e accenti…» (Dalla prefazione di Gianfranco Lauretano)
Luce del tempo
Marco Onofrio
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 136
«È difficile sfuggire alla percezione che il titolo di quest’ultima, intensa raccolta di Marco Onofrio, "Luce del tempo", condensi, in un sintagma che pare quasi una cellula germinale, non solo temi e immagini ricorrenti, ma, di più, alcuni assi portanti della sua scrittura poetica, che mettono radici un po’ dovunque nei suoi testi. Comincerei dalla prima di queste fertili ossessioni: la luce, che si accende nella frequenza di immagini solari, di mattine, ma anche di scorci paesaggistici e di scorci siderali, persino quando è notte. Luce, starei per dire, è la nostra stessa presenza, la percezione del proprio esistere, l’aprirsi della coscienza nell’infinito buio dell’essere. Esserci è luce perché coincide con l’atto stesso di aprire gli occhi: se vediamo c’è luce, se vediamo è perché ci siamo. E viceversa: il buio è il non esserci. Ma per ora ci siamo. Finché dura. Ed ecco subito che la presenza, immediatamente, coincide di necessità con il dispiegarsi, coordinato e conseguente, della durata, che nel tempo della vita azzera provvisoriamente la stessa eternità, consegnata al rango di sfondo, se non di ipotesi, mentre ciò che si staglia, si afferma, fragile e irrefutabile, è proprio l’esserci come stare nel tempo, il vivere come essere “durante” qualcosa. In qualche modo, tutto accade dentro queste coordinate: la luce, conditio sine qua non dell’esserci, e il tempo, sostanza fragile della trama dell’esistere, dove ciò che accade e ciò che c’è sono nel tempo, nel movimento...» (dalla prefazione di Gianni Turchetta)
I versi del Capitano. Testo spagnolo a fronte
Pablo Neruda
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 208
"'I versi del Capitano' apparvero, anonimi, a Napoli nel 1952. La storia della raccolta l'abbiamo appresa dalla bocca di Neruda: queste poesie sono il documento agitato del suo amore per Matilde Urrutia, sbocciato a Capri durante la residenza del poeta nell'isola; l'anonimo sotto cui l'opera apparve si dovette al fatto che l'autore non volle ferire pubblicamente la donna alla quale allora era ancora legato... 'I versi del Capitano' rappresentano un momento decisivo nell'evoluzione spirituale del poeta. In essi sta il migliore Neruda, il più delicato e il più irruente, il più dolce e il più appassionato, il sommo artista, sempre nuovo e sorprendente in ogni momento della sua vastissima opera." (dalla prefazione di Giuseppe Bellini)
Seracchi e morene
Mauro Ferrari
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 104
«La poesia su cui va a chiudersi il nuovo libro di Mauro Ferrari presenta una caratteristica che colpisce per la sua eccezionalità, un caso pressoché unico – a mia memoria – nel panorama poetico contemporaneo. In essa sono infatti presenti i titoli delle cinque raccolte finora pubblicate dall’autore: Forme (1989), Al fondo delle cose (1996), Il bene della vista (2006), Vedere al buio (2017), La spira (2019). Così bene integrati nel tessuto dei versi, da rischiare l’invisibilità; ma così squillanti nella loro sequenza (che rispetta, con la sola inversione dei primi due titoli, l’ordine cronologico), da costituire una chiave interpretativa dell’intero libro, quasi Ferrari volesse invitare il lettore a retrocedere nelle raccolte precedenti, o meglio ancora a considerare tutta la sua produzione entro una prospettiva unica, di cui Seracchi e morene costituisce l’ultimo tassello (…). I versi di Mauro Ferrari – i suoi lettori ben lo sanno – sono sempre stati percorsi, fin dalle origini, da un rigore di indagine che riguarda non solo l’uomo e la sua coscienza, ma anche l’uomo e l’habitat, naturale e sociale, in cui vive. E il lettore non faticherà a rinvenire, nelle sette parti di questa nuova versione de La spira, alcune delle parole decisive del suo pensiero poetico: Storia, Sogno (entrambe con la maiuscola), utopia, vita, poesia, bene, male. Parole pressoché sconosciute alla poesia italiana contemporanea, ma che danno l’idea di quanto l’autore abbia a cuore il senso di quello che un tempo aveva nome “civiltà”. Colpisce nondimeno, nel nuovo libro, sia l’ampiezza del discorso, sia la forza di rappresentazione cui è giunto il pensiero dell’autore. E colpisce soprattutto, nella prima sezione della raccolta (Sotto le bombe), l’elemento di speranza che il poeta può consegnare ai “commercianti di luce”, contrapposti ai “ciechi che il nulla chiamano / vita”…» (dalla prefazione di Giancarlo Pontiggia)
Milioni di immensi amori puri. Poesie d'amore 1913-1922
Vladimir Majakovskij
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2023
pagine: 176
Tra i massimi poeti russi del primo Novecento, Majakovskij è apparso subito quello che meglio di tutti incarnava gli ideali della sua epoca, tanto che la sua vicenda personale, fino al tragico suicidio, è venuta a rappresentare una sorta di archetipo di quegli anni di grandi speranze e di drammatiche delusioni. Ma Majakovskij è stato soprattutto un grande poeta, ben prima e ben oltre la rivoluzione d’ottobre, di cui è stato il più accreditato cantore e che forse ne ha restituito un’immagine troppo parziale; e questa nostra antologia lo dimostra ancora una volta, scegliendo poesie e poemetti che definire semplicemente “d’amore” è certo riduttivo – come del resto per tutta la grande poesia d’amore –, ma che ci mostrano l’aspetto più intimo della sua ispirazione. Come scrive Marilena Rea nella prefazione che accompagna questa sua nuova traduzione: «Sfogliando queste pagine avremo l’impressione di solcare la materia dell’amore, cioè quelle emozioni primarie come gelosia, rabbia, bramosia, attrazione, che fanno scalpitare il poeta, lo fanno girovagare insonne per la città in piena notte, lo fanno urlare al cielo dalla frustrazione. Come tante finestre aperte sul cuore, le poesie ci mostrano senza veli il fuoco che alimenta la sua anima: le amanti con i boa di strascichi di comete, le signorine dai modi ora pudichi ora civettuoli, l’amata che si macchia di tradimento, la dolce signorina americana che affila lamette Gillette in mezzo all’indifferenza dei ricchi passanti capitalisti, un amore negato che scatena una funesta tempesta che sovverte l’ordine universale delle cose…».
Frammenti di nobili cose
Massimo Morasso
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2023
pagine: 120
Si potrebbe parlare di poesia metafisica se non fosse per la fervida adesione a una realtà insieme materiale e spirituale che caratterizza il dettato di Massimo Morasso a partire, almeno, da La caccia spirituale (Jaca Book, 2012). Nel rimando a contrario al Rerum vulgarium fragmenta di petrarchesca memoria, questo libro prosegue lungo la linea della poesia alta di taglio dantesco-visionario che animava di già il pluripremiato L’opera in rosso – uscito in questa stessa nostra collana nel 2016 – e conferma il poeta genovese fra le figure più marcanti della sua generazione. Le cinque sezioni di cui è composta la raccolta danno corpo a un percorso articolato ma unitario, che si impone nella verticalità di una parola ricca di echi e sapienza artigianale, coltivata interiormente con pathos vibrante e radicalità di pensiero sensibile. Sulla pagina è qui in scena un continuo anelito alla conoscenza del reale, nelle forme di una calibrata e letteratissima antiretorica, che si risolve in cifra d’autenticità.
Il cuore innumerevole. Testo francese a fronte
Anna De Noailles
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2023
pagine: 256
Figlia di un principe rumeno, vedette incontrastata dell’effervescente Parigi aristocratica della Belle Époque, Anna de Noailles non è stata soltanto un carismatico personaggio mondano della sua epoca, ma anche e soprattutto una scrittrice, in primo luogo una poetessa, di larga popolarità, amica e corrispondente dei più insigni intellettuali a lei contemporanei, da Marcel Proust, cui la legava un affetto fraterno, a Rainer Maria Rilke, che le dedicò pagine penetranti («Mai cuore di donna è stato aperto sopra tanta natura»). “Il cuore innumerevole” (“Le Coeur innombrable”, 1901) rappresenta la sua raccolta d’esordio, l’opera che la consacrò, non ancora venticinquenne, stella letteraria di prima grandezza: fu infatti un trionfo di pubblico e di critica inaspettato, plenario e internazionale, ancor più sbalorditivo perché femminile (François Mauriac ebbe a scrivere: «Questa illustre giovane donna ha prestato la propria voce a un’intera gioventù tormentata. La sua poesia è stata il grido della nostra adolescenza»). Fremente inno alla natura, il volume rispecchia una sensibilità creaturale del tutto scevra da pregiudizi antropocentrici che, in tempi di ecologismo e animalismo avanzanti, colpisce per la sua sorprendente modernità. Questa nostra edizione, curata con passione e competenza da Marzia Minutelli, presenta per la prima volta ai lettori italiani un grande poeta che la Francia ha recentemente riaccolto tra i suoi classici e la cui riscoperta è in atto anche in paesi non francofoni quali Stati Uniti, Inghilterra, Romania, Spagna e Germania.
Poesia e verità 1942. Testo francese a fronte
Paul Éluard
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2023
pagine: 104
Accade spesso con i poeti che il loro nome, la loro popolarità, venga associata a poche poesie o anche a una sola poesia in particolare. Nel caso di Paul Éluard questa poesia è senza dubbio Liberté, un testo di ventuno strofe, più il verso chiave finale, che si snoda come una litania. Questa bellissima poesia, apparsa per la prima volta nella raccolta clandestina Poésie et verité 1942, quando la Francia si trovava già da due anni sotto il giogo dell’occupazione tedesca, ha immediatamente rappresentato il grido di liberazione di un intero popolo, tanto da arrivare in quello stesso anno a essere paracadutata in migliaia di esemplari dalla Royal Air Force britannica sul suolo francese. A quell’epoca, Paul Éluard era già uno dei poeti più importanti di Francia, fin dall’inizio strettamente legato all’esperienza surrealista. Lo scoppio della Seconda guerra mondiale e l’invasione della Francia lo hanno costretto alla clandestinità e ha cominciato a collaborare con la resistenza anti-nazista. Scrive Fabio Scotto nella prefazione che accompagna questa sua traduzione: «La bellezza e l’efficacia di questa poesia, una delle non poi così frequenti poesie “civili” riuscite e non inficiate dalla retorica e dalla rigidità ideologica, è dovuta principalmente al ricorso all’immagine surrealista, che lavora per associazioni d’idee sorprendenti e imprevedibili costruendo una crescente tensione che di quartina in quartina, con l’effetto litanico del refrain, e la fluidità legata alla mancanza di punteggiatura (lezione apollinairiana), produce una modulazione vocale da preghiera laica». E questa vocazione civile è ben presente anche nelle altre poesie che completano questa breve, ma fondamentale, raccolta, il cui titolo ripropone quello della famosa autobiografia di Goethe, vale a dire del più grande scrittore di quella stessa Germania di cui la Francia soffriva l’occupazione, quasi a testimoniare che esiste uno spirito di fratellanza ben al di sopra delle miserie umane.
Antologia personale
Sergio Zavoli
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2023
pagine: 290
Le poesie raccolte in questa antologia sono frutto della scelta personale compiuta da Sergio Zavoli negli ultimi anni della sua vita, e rappresentano quanto l’autore ha ritenuto essere il frutto migliore delle sue opere, tutte pubblicate da Mondadori: Un cauto guardare (1995), In parole strette (2000), L’orlo delle cose (2004), La parte in ombra (2009), L’infinito istante (2012) e La strategia dell’ombra (2017).