Quodlibet: Elements
Genius loci. Anatomia di un mito italiano
Stefano Chiodi
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2021
pagine: 139
Nel corso del Novecento l'Italia è andata alla ricerca di un centro di gravità identitario, capace di superare la difficoltà in cui la sua cultura si è trovata rispetto a una modernità avvertita in forma schizofrenica insieme come forza disgregatrice e come componente indispensabile alla propria autodefinizione. Il richiamo a un'eredità impareggiata quanto malferma e contraddittoria ha trovato un punto di saturazione nella nozione di genius loci, che ha finito per rappresentare una sorta di soluzione immaginaria alla questione dell'identità dell'arte prodotta in Italia. Il libro ricostruisce una genealogia del genius loci attraverso alcuni momenti della vicenda italiana, dalla fondazione postunitaria di una storia dell'arte nazionale al fascismo, dagli anni Ottanta all'attualità, puntando a fornire una ricostruzione della sua fortuna e una sua nuova lettura critica. Una genealogia non lineare di discorsi, memorie, immaginazioni che hanno avuto e continuano ad avere come posta in gioco l'autoriconoscimento in senso culturale quanto inevitabilmente politico dell'Italia contemporanea.
Quando la logica va in vacanza. Sulle fallacie comiche in letteratura
Edoardo Camassa
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
pagine: 96
La letteratura di ogni tempo, genere e luogo è piena di fallacie comiche: argomentazioni ad personam, circoli viziosi, sillogismi scorretti. Questo saggio passa in rassegna i modi in cui autori come Aristofane e Boccaccio, Shakespeare e Cervantes, Voltaire e Carroll, Jarry e Stoppard hanno messo in scena ragionamenti viziati, bizzarri; per farci ridere di chi trasgredisce la logica aristotelica, ma anche per solidarizzare con lui. Il potenziale della grande letteratura è sempre in parte liberatorio. Le fallacie ce ne offrono una gustosa controprova.
La guerra al buio. Céline e la tradizione del romanzo bellico
Pierluigi Pellini
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
pagine: 96
Il libro esplora, nell’opera di Céline, le risonanze del trauma originario dell’autore: quello della Grande Guerra. È l’esperienza biografica che segna la sua vita; ed è il tema da cui prende le mosse il suo capolavoro, Viaggio al termine della notte. Troppo spesso, però, la critica si è limitata a sottolineare il carattere autobiografico della prima parte del Voyage, senza studiarne le strategie narrative o dar conto delle motivazioni ideologiche. In realtà, le ambientazioni notturne, i numerosi anacronismi, i riferimenti (espliciti o impliciti) alla grande tradizione del romanzo bellico dell’Ottocento rispondono a un preciso disegno compositivo. Il disperato pacifismo di Céline è ciò che emerge da questo disegno e per capirne le profonde radici culturali è necessario prima di tutto interpretare correttamente Casse-Pipe, l’incompiuto romanzo di caserma che offre una chiave inedita per accedere all’universo immaginario dello scrittore. Sotto questa nuova luce le pagine del Voyage dedicate alla guerra, se lette con attenzione, propongono una visionaria, dissacrante riflessione su erotismo e istinto di morte, eroismo e immaginazione, qui per la prima volta viene studiata analiticamente, in tutte le sue inquietanti implicazioni.
Cronotopi novecenteschi. Intrecci di spazio e tempo in poesia
Luca Lenzini
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
pagine: 96
Quando la poesia sa distendersi e articolarsi in chiave narrativa, gli strumenti forniti da Michail Bachtin per l'analisi dei romanzi si prestano a individuare momenti, situazioni e topoi in cui spazio e tempo diventano vettori di senso, assumendo un ruolo decisivo nell'organismo dei testi. È il caso del concetto di «cronotopo», qui impiegato per attraversare una serie di testi significativi del primo e secondo Novecento: da Gozzano a Sereni, Palazzeschi, Bertolucci e Fortini, la Casa e la Strada, i Ritorni e gli Incontri coagulano motivi storici ed esistenziali, tensioni utopiche e scacchi epocali. Un percorso fatto di letture rapsodiche ma collocate nel paesaggio ogni volta diverso del «Secolo breve».
L'«Orlando furioso», l'Italia (e i turchi). Note su identità, alterità, conflitti
Matteo Di Gesù
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
pagine: 96
Poema della crisi del Rinascimento, l'Orlando furioso risente delle vicende tumultuose e drammatiche dell'epoca in cui venne composto, licenziato ed emendato: la catastrofe degli Stati italiani e la fine della loro indipendenza, lo scontro con la potenza ottomana e la sua cultura. È risaputo che un persistente motivo di inquietudine trascorra le ottave dell'Orlando furioso, pur senza venire apertamente tematizzato; il "poema della crisi del Rinascimento", infatti, risente delle vicende tumultuose e drammatiche dell'epoca in cui venne composto, licenziato ed emendato: la catastrofe degli stati italiani e la fine della loro indipendenza. Ma persino la rappresentazione del musulmano, quand'anche complessa e articolata, non è affatto pretestuosa, quasi fosse nient'altro che un mero espediente narrativo avulso dal contesto storico e dalla realtà politica del proprio tempo: rimanda, piuttosto, alla minaccia della penetrazione ottomana in Europa e al concretissimo conflitto che si andava prospettando. Nel capolavoro ariostesco, dunque, le topiche sull'Italia e le rappresentazioni dell'alterità turca e musulmana, pur aderendo entrambe alle forme, ai modi, alle retoriche e ai modelli previsti dagli statuti letterari del classicismo civile, rivelano le implicazioni dell'opera con la storia, i conflitti, gli scontri di potere e di civiltà del proprio tempo e sembrano dar voce a una sorta di inconscio politico collettivo. In questo saggio si prova ad abbozzare qualche ulteriore percorso di lettura e ad aggiungere qualche notazione interpretativa a quanto già acquisito dalla critica, la quale ha ormai da tempo messo in discussione la proverbiale armonia ariostesca, insistendo sugli aspetti contraddittori e conflittuali del poema.
Cesare Pavese controcorrente
Riccardo Gasperina Geroni
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
pagine: 112
Questo saggio comincia con un ricordo del santuario di Crea, dove Cesare Pavese svelò di aver compreso l'essenza del mito e di averla riversata nella prosa di «Feria d'agosto» e nei «Dialoghi con Leucò». Tra quest'ultima opera e la traduzione di «Moby Dick» si distingue un filo che in Pavese tiene insieme e, allo stesso tempo, distingue la vita dalla morte: è il problema dell'origine, il momento di passaggio tra la trascendenza e l'immanenza, tra il non essere e l'essere: chi sono? Da dove vengo? Queste domande che siamo soliti ricondurre all'enigma della vita mascherano, nel loro fondo, il problema della morte. Ciò che nasce, perisce. Indagando questa comunanza di vita e morte, Pavese incentra un'ampia parte della propria dimensione estetica sul problema dell'originario, soprattutto con l'aiuto dell'antropologia e alla psicoanalisi del primo Novecento. Attraverso un percorso originale, l'autore affronta alcune delle opere chiave di Cesare Pavese.
Literarische Bilder und Vorbilder der Ewigen Wiederkunft
Vivetta Vivarelli
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2019
pagine: 107
Postcritica. Asignificanza, materia, affetti
Mariano Croce
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2019
pagine: 96
Questo libro non è contro la critica, perché uno scritto del genere, a ben vedere, non avrebbe alcuna importanza. Solo importa ciò che crea concetti capaci di tracciare nuove linee. La postcritica è piuttosto un maggese del pensiero: esalta la capacità di fendere il linguaggio, la superficie ricca della materia e la forza compositiva degli affetti.
Techno-Thoreau. Aesthetics, ecology and the Capitalocene
David Lombard
Libro
editore: Quodlibet
anno edizione: 2019
pagine: 96
L'impensé du regard. Trois études sur Gianni Celati et les arts visuels
Matteo Martelli
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2019
pagine: 112
La Comune di Parigi e l'Europa della comunità? Briciole di immagini e di idee per un ritorno della «Commune de Paris» (1871)
Luciano Curreri
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2019
pagine: 144
Questo libro è una scommessa, è una specie di corda tesa tra due momenti-monumenti diversi della nostra storia moderna, che abbiamo celebrato e celebreremo di recente, ovvero il Trattato di Roma, del 1957, e la Commune de Paris, del 1871: è un filo quasi invisibile, allungabile, su cui l'autore, come un saltimbanco, cerca di camminare avanti e indietro, recuperando un certo numero di corrispondenze immaginarie e ideali tra la Comune di Parigi e l'Europa della Comunità. Sono briciole di immagini e di idee che provano a "inventare" - tra noticine d'utopia e sassolini nelle scarpe - un ritorno della Commune.
Come il gesso sulla lavagna. Curzio Malaparte polemista e teorico della politica
Giuseppe Panella
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2019
pagine: 78
Curzio Malaparte non si è mai sentito un intellettuale italiano (anche all'epoca di Strapaese si sentiva pratese o toscano, mai appartenente all'Italia in senso culturale). La sua cultura, anche considerando il numero notevole di lingue che parlava (dal francese all'inglese al tedesco di famiglia al russo che masticava così come il polacco), era decisamente europea. Lo stesso si può dire delle sue letture che andavano dai maggiori poeti francesi (tradusse Eluard e Pierre-Jean Jouve) alla À la recherche du temps perdu di Proust (cui ha dedicato un singolare quanto ammiccante pastiche teatrale, Du côté de chez Proust, messo in scena nel 1948 a Parigi) e alla produzione letteraria anglo-americana del tempo. Ma, ancora più importante come riscontro oggettivo della precedente affermazione, è il fatto che Malaparte scrisse per l'editore Grasset di Parigi, tra il 1931 e il 1932, due saggi direttamente in francese che poi ripubblicò nel 1948 traducendoli in italiano con l'apporto di traduttrici professioniste: Technique du Coup d'État e Le Bonhomme Lenine.