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Johan & Levi

Le gioie di collezionare

Le gioie di collezionare

J. Paul Getty

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2021

pagine: 93

J. Paul Getty è stato uno dei più famosi imprenditori petroliferi americani e “l’uomo più ricco d’America” nel periodo 1950-70, ma soprattutto un vorace collezionista d’arte e di antichità. Getty iniziò a collezionare negli anni trenta del Novecento e continuò, con un meccanismo compulsivo, fino agli ultimi giorni della sua vita, nonostante nella sua autobiografia As I See It abbia dichiarato di aver provato varie volte, inutilmente, a smettere. "Le gioie di collezionare" è un volume dal tono fondamentalmente didattico nel quale J. Paul Getty racconta aneddoti personali, parla della sua filosofia collezionistica, dispensa consigli e rievoca i suoi maggiori successi, incoraggiando i neofiti ad affrontare con coraggio i pericoli e le insidie del collezionismo d’arte e a sperimentare in prima persona, a prescindere dal capitale disponibile, le emozioni, la passione e il richiamo dell’avventura che lui stesso aveva provato. Se il piacere personale delle “conquiste” emerge forte da questi racconti, è fondamentale ritrovarvi anche la genuina convinzione di Getty circa l’influenza civilizzatrice delle grandi opere d’arte e l’importanza di condividerle con il pubblico: «Per quanto possa sembrare banale in quest’epoca fragile e superficiale, la bellezza che si trova nell’arte è purtroppo uno dei pochi lasciti reali e sempiterni delle imprese umane. La bellezza sopravvive anche quando le nazioni e le civiltà crollano e le opere d’arte vengono trasmesse di generazione in generazione e di secolo in secolo, incarnando una continuità storica di valore immenso». Dalla sua collezione privata è nato, per sua stessa volontà, il J. Paul Getty Museum di Malibu.
13,00

I gatti nell'arte

I gatti nell'arte

Desmond Morris

Libro: Libro rilegato

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2018

pagine: 208

Il gatto — la più elegante, cocciuta e scaltra delle creature — è stato un soggetto prediletto da artisti di ogni cultura ed epoca, fin dalla notte dei tempi. La spettacolare incisione rupestre realizzata in Libia settemila anni fa è forse la più antica testimonianza di una zuffa tra felini, da cui prende avvio una lunga e ininterrotta tradizione visiva. Una profusione di immagini cui non sempre corrisponde un sentimento univoco verso il gatto che, se oggi è fra gli animali domestici più venerati, nei secoli è stato spesso vittima di odio e persecuzione. Da animale sacro nell'antico Egitto a deterrente contro i roditori nella civiltà babilonese, alleato dell'uomo contro gli aspidi dal morso letale, apprezzato per la tecnica venatoria e immortalato come valido compagno di caccia, il gatto si affranca via via dalle attività pratiche diventando l'indolente amico dell'uomo, che gli spalanca le porte della propria casa. La convivenza però non dura a lungo e la sua fortuna conoscerà ancora alti e bassi. Tanto che sul finire del Medioevo prevale l'immagine di malefico sodale del demonio, sprezzo che coincide con il ruolo sinistro cui è relegato nei dipinti. Quasi mai protagonista nelle tele dei grandi maestri ma mero accessorio raggomitolato ai piedi di una figura femminile, bisognerà attendere il sentimentalismo vittoriano perché torni in auge e un radicale cambio di status lo faccia ritrarre, insieme ai suoi compari, in intimistiche scene famigliari. È questo il periodo più propizio per essere gatto, un'età dell'oro sia per l'amorevole relazione con il compagno umano sia per il ruolo centrale che conquista nell'opera d'arte, dove finalmente la fa da padrone. Sensibile a ogni sfumatura felina, il più grande zoologo dei nostri tempi ci racconta la storia dell'arte attraverso la lente degli artisti gattofili. Simbolo di violenza spietata per Pablo Picasso che lo rappresenta in veste di predatore feroce, emblema supremo della sessualità femminile in Balthus, soggetto molto popolare tra vignettisti satirici e caricaturisti fino a diventare volano di denuncia politica con Banksy, il gatto è un'inesauribile fonte per esplorazioni visive e voli pindarici.
28,00

Il surrealismo come tergicristallo. Scritti critici 1943-1984

Il surrealismo come tergicristallo. Scritti critici 1943-1984

Robert Lebel

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2018

pagine: 256

Robert Lebel (1901-1986) è stato al contempo poeta e romanziere d'eccezione, fine critico d'arte, esperto di pittura antica e collezionista eccentrico. Oggi è ricordato principalmente per la celebre monografia su Marcel Duchamp apparsa nel 1959 dopo dieci anni di intensi scambi con l'artista da una sponda all'altra dell'Atlantico. Definirlo un esegeta di Duchamp, tuttavia, rischia di oscurare le molteplici sfaccettature di un importante testimone della cultura del suo tempo. Questa prima raccolta di scritti sul Surrealismo, composti da Lebel fra il 1943 e il 1984, intende compensare una visione parziale del suo percorso e rendere conto della complessità e dello spessore dei suoi legami con il movimento fondato da André Breton. Una selezione di testi teorici, saggi monografici e note critiche accompagnate da fotografie perlopiù inedite ricompone il profilo proteiforme di un intellettuale che indossa, di volta in volta, le vesti di adepto riluttante, spettatore ostinato e commentatore imparziale delle avventure surrealiste, di cui restituisce le fasi alterne e le relazioni controverse dei suoi protagonisti a partire dagli anni dell'esilio americano. Lebel appare come un cane sciolto capace - per mezzo dell'umorismo e della dissacrazione - di mantenere un'indipendenza di vedute imposta da una viscerale avversione verso ogni forma di militanza o di azione collettiva. Tale distacco non gli impedisce però di condurre il proprio occhio "iperlucido" a scavare in un universo artistico gremito di anime genuinamente sovversive - da Roberto Matta a Isabelle Waldberg, da Yves Tanguy a Jean-Pierre Duprey - attestando le sue passioni in una scrittura sontuosamente classica e libera. Nel rivelarci gli aspetti splendidi e insieme terrificanti di un movimento capitale del XX secolo, Lebel è animato dalla volontà non solo di mostrare il lato meno noto delle opere di artisti quali per esempio Lam, de Chirico o Ernst, ma anche di rispondere, in ogni fase della propria esistenza, a una domanda che un giorno gli è stata rivolta e che oggi ritorniamo a porci: a che punto siamo con il Surrealismo?
25,00

Un sogno fatto a Milano. Dialoghi con Orhan Pamuk intorno alla poetica del museo

Un sogno fatto a Milano. Dialoghi con Orhan Pamuk intorno alla poetica del museo

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2018

pagine: 208

Milano è città cara a Orhan Pamuk, premio Nobel per la letteratura nel 2006 e autore nel 2008 del "Museo dell'innocenza", romanzo concepito in assoluta simultaneità con l'omonimo museo di Istanbul, aperto al pubblico qualche anno dopo l'uscita del libro. In entrambi, realtà e finzione si intrecciano in un progetto che sfida le categorie e sollecita a interrogarsi non solo sulle relazioni tra scrittura e realtà e tra manufatto artistico e oggetto d'uso, ma sullo statuto stesso dell'opera d'arte e quello del suo contenitore, il museo. Centro focale della duplice impresa è il rapporto che si instaura tra parola, immagine e rappresentazione, intendendo per "immagine" tutto ciò che pertiene al visuale. La giovanile aspirazione di Pamuk a diventare artista - con disegni che non riproducevano la natura, gli oggetti e le strade ma le forme della sua mente - ha nutrito la raffinata sensibilità visiva dell'autore che permea l'intero romanzo, in cui la stessa Milano gioca un ruolo significativo. È in questa città che muore il protagonista Kemal, dopo aver visitato per l'ultima volta il Museo Bagatti Valsecchi, ed è sempre a Milano che nel gennaio del 2017 l'Accademia di Brera ha conferito a Pamuk il diploma honoris causa, dedicandogli un convegno i cui contenuti sono raccolti in questo volume. Insieme alla lectio magistralis di Pamuk, alla laudatio di Salvatore Settis e ai contributi di studiosi di diversi ambiti disciplinari intorno all'"operazione" Museo dell'innocenza, sono qui presentati alcuni testi dello scrittore turco sulla sua poetica museale, fra cui uno inedito scaturito proprio dai dialoghi delle giornate meneghine. L'importanza e l'attualità del pensiero di Pamuk, in relazione non solo alle più recenti concezioni museografiche e museologiche, ma anche alla ricerca di artisti contemporanei che concepiscono la collezione come forma d'arte, sono così fortemente ribadite: la sua opera di letterato-artista si fa espressione di una precisa volontà non di raccontare la "Storia", ma di far rinascere "storie" all'interno di una visione che è utopistica e reale insieme.
30,00

Archivi impossibili. Un'ossessione dell'arte contemporanea

Archivi impossibili. Un'ossessione dell'arte contemporanea

Cristina Baldacci

Libro: Copertina morbida

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2016

pagine: 222

Ben prima che la diffusione dei social network e dei mezzi di registrazione ci rendesse tutti potenziali archivisti, gli artisti contemporanei hanno ripensato le forme di catalogazione usando linguaggi e media a loro disposizione, spesso ispirandosi a compendi visivi e "musei portatili" di illustri antecedenti novecenteschi, come il "Bilderatlas" di Warburg e il museo immaginario di Malraux. Dall'atlante di Gerhard Richter, una collezione di migliaia di immagini utilizzate come fonti iconografiche per la pittura, all'album di Hanne Darboven, una monumentale cosmologia che condensa storia personale e memoria collettiva, al museo di Marcel Broodthaers, un sagace strumento di critica istituzionale, allo schedario di Hans Haacke, un mezzo di indagine e di impegno sociopolitico, il furore archivistico si è ormai impossessato della pratica artistica. Che dietro ogni slancio tassonomico ci sia desiderio di ordine, ricerca identitaria, insofferenza verso la tradizionale organizzazione della conoscenza e del potere o un mero horror vacui che spinge i disposofobici a realizzare dei veri santuari della banalità, alla base c'è sempre il bisogno di restituire una logica più profonda a relitti e tracce: prelevati, assemblati e reimmessi in un nuovo contesto, si caricano di un valore inatteso. Ecco allora che l'archivio non è più solo un cumulo inerte di documenti da cui scaturisce quel turbamento che Derrida associa al processo mnestico, ma diventa, in senso foucaultiano, un dispositivo critico capace di rigenerare le consuete logiche di salvaguardia, utilizzo e diffusione del sapere, di riattivare la memoria e la coscienza politica. In quest'ottica, l'artista diventa attore primario del cambiamento sociale e culturale. Cristina Baldacci ripercorre in questo volume la lunga e articolata storia dell'interesse per la pratica archivistica ricomponendo il ricco mosaico dei ruoli e dei significati che l'archivio ha assunto nel corso del tempo e la sua rilevanza come opera d'arte, quindi come sistema classificatorio atipico e, per certi versi, impossibile.
22,00

Dominique Laugé. Bestiary

Dominique Laugé. Bestiary

Philippe Daverio, Eugenio Bitetti

Libro: Libro rilegato

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2016

pagine: 64

20,00

Mezzo secolo di arte intera. Scritti 1964-2014

Mezzo secolo di arte intera. Scritti 1964-2014

Tommaso Trini

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2016

pagine: 352

Se sappiamo quello che sappiamo sulla straordinaria rivoluzione artistica della seconda metà degli anni sessanta, di arte povera, arte concettuale, arte processuale e land art; se oggi riconosciamo in Boetti, Pistoletto e Zorio alcuni tra i più importanti esponenti della loro generazione; se conosciamo le ultime dichiarazioni di Lucio Fontana o avevamo già letto di figure recentemente riscoperte come quelle di Agnetti, Baruchello, Dadamaino, Mulas e Griffa, lo dobbiamo anche alle cronache, alle recensioni, ai saggi, all'opera editoriale e educativa di Tommaso Trini (Sanremo, 1937). Questa antologia colma una lacuna durata troppo a lungo e contribuisce a disegnare una mappa più accurata del panorama critico italiano, al di là di un consunto schema bipolare. Attraverso un'attenta opera di ricerca e di confronto condotta da Luca Cerizza in dialogo con l'autore, il volume raccoglie per la prima volta una selezione dell'ampia produzione critica di Trini: dai testi pionieristici dedicati ai futuri protagonisti dell'Arte Povera, alla serie di approfondite letture di altre figure cardine del dopoguerra, fino alle cronache e le analisi che - tra le prime a livello internazionale - definiscono in tempo reale le caratteristiche dei movimenti artistici postminimalisti che agitavano la seconda metà degli anni sessanta. Attraverso questi scritti, Trini si rivela rapido testimone e allo stesso tempo acuto lettore di molta dell'arte m di questo mezzo secolo.
23,00

L'arte non evolve. L'universo immobile di Gino De Dominicis

L'arte non evolve. L'universo immobile di Gino De Dominicis

Gabriele Guercio

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2015

pagine: 138

Priva di radici accertabili, sganciata dalla sequenzialità di un prima e un dopo, l'opera d'arte abbatte le barriere del tempo e ci proietta in uno spazio estraneo al progresso. Che l'arte non evolva, cioè non proceda per via di un lineare sviluppo temporale ma sia invece capace di introdurre novità di cui non c'era sentore in precedenza, è la tesi di questo saggio sulla poetica dell'immortalità in Gino De Dominicis. Un'indagine su un mistero - quello della creazione ex nihilo - e una meditazione sull'origine di tutte le cose. Guercio prende le mosse dal lavoro più emblematico e controverso dell'artista, "la Seconda soluzione d'immortalità" (l'universo è immobile), esposto nel 1972 alla Biennale di Venezia in una sala che è la summa delle riflessioni di De Dominicis e che viene subito chiusa al pubblico per lo scalpore che desta. Motivo dello scandalo è la presenza di un giovane veneziano affetto dalla sindrome di Down. Posto davanti a tre oggetti sul pavimento - una pietra, una palla di gomma e il perimetro di un quadrato bianco - Paolo Rosa non rappresenta una mera provocazione come pensano i più reazionari, ma è il fulcro attorno al quale si dispongono gli altri elementi, la chiave di tutto l'insieme. Grazie alle molteplici dinamiche che questa figura innesca, l'artista conferisce all'opera una facoltà senza precedenti: aprire una breccia nell'eternità.
15,00

Brera in contemporaneo. Fabro, Garutti, Kounellis, Paolini. Catalogo della mostra (Milano, 10 luglio-27 settembre 2015). Ediz. italiana e inglese

Brera in contemporaneo. Fabro, Garutti, Kounellis, Paolini. Catalogo della mostra (Milano, 10 luglio-27 settembre 2015). Ediz. italiana e inglese

AAVV

Libro: Copertina rigida

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2015

pagine: 263

L'arte è sempre contemporanea. Da questo principio e dalla rinsaldata collaborazione tra la Pinacoteca e l'Accademia di Belle Arti nasce la mostra "Brera in contemporaneo. Fabro Garutti Kounellis Paolini", nel segno di quattro grandi artisti che in modi diversi hanno legato il proprio nome a Brera. Un'esposizione votata alla presenza attiva dell'arte contemporanea in un museo storico qual è la Pinacoteca è nello spirito di una tradizione che vede da sempre nell'intero Palazzo di Brera un laboratorio aperto al nuovo, e allo stesso tempo aggiorna il messaggio rivoluzionario di eventi come il "Processo per il museo", nella breve stagione degli anni settanta di Franco Russoli, spronando a viverlo come uno spazio dinamico e un luogo di continua rinascita delle arti. Per Luciano Fabro vengono riproposti "Groma per Spinoza, Io (L'Uovo)" e "Modo di mettere le lenzuola", mentre Alberto Garutti, Jannis Kounellis e Giulio Paolini hanno concepito appositamente le loro installazioni per gli spazi della Pinacoteca, dalle grandi sale napoleoniche alla cappella di San Giuseppe, a diretto contatto e "in simultanea" con i capolavori di Raffaello, Bernardino Luini e Bramantino. Nella compresenza di opere di epoche differenti l'allestimento ritrova e rinnova il senso della pratica espositiva e il ruolo che l'intero Palazzo di Brera vuole riacquistare: essere un luogo di ascolto, di sorpresa, di ricerca personale e interiore, capace di farsi continuamente contemporaneo.
35,00

Talenti e leggende. Il palazzo di Brera si racconta. Catalogo della mostra (Milano, 28 luglio-13 settembre 2015)

Talenti e leggende. Il palazzo di Brera si racconta. Catalogo della mostra (Milano, 28 luglio-13 settembre 2015)

AAVV

Libro: Copertina morbida

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2015

pagine: 139

Un solo luogo, tre progetti: il Palazzo di Brera si racconta, svelando la propria anima nelle sue diverse inclinazioni. In "Accademia aperta" protagonisti sono studenti e professori che aprono per la prima volta le aule delle dieci scuole dell'Accademia, offrendo ai visitatori l'inedita possibilità di osservare da vicino le attività quotidiane di studio e di laboratorio. Con "Ai confini del quadro. Brera anni sessanta-settanta" entrano in scena le figure storiche di un'epoca irripetibile che ha reso celebri in tutto il mondo Brera e il suo quartiere, quando il "fare arte" si sviluppava in un continuo scambio, dentro e fuori le mura del palazzo. Con "Bagnoli, Curran, Lim, Pistoletto, Richter. Installazioni nel Palazzo di Brera", si entra nella contemporaneità e l'intero edificio vive grazie alla sua secolare e naturale predisposizione a far dialogare e interagire con il nuovo i propri storici spazi - Accademia, Biblioteca Braidense, Orto Botanico, Osservatorio Astronomico e Pinacoteca -, alla ricerca di inedite consonanze e possibili intrecci.
20,00

Double portrait. Music-Barbarigo

Double portrait. Music-Barbarigo

Giovanna Dal Bon

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2015

pagine: 212

48,00

Arte ri-programmata. Un manifesto aperto-Re-programmed art. An open manifesto

Arte ri-programmata. Un manifesto aperto-Re-programmed art. An open manifesto

Libro: Libro in brossura

editore: Johan & Levi

anno edizione: 2015

pagine: 120

"Arte ri-programmata: un manifesto aperto" è un progetto di ricerca-azione sul tema dell'introduzione in ambito artistico dei metodi e degli approcci di hardware e software open source e dell'open design, che si pone come obiettivo lo sviluppo di artefatti fisici e tecnologici le cui informazioni e specifiche d'implementazione sono rilasciate pubblicamente con licenze libere. Il progetto ha coinvolto un gruppo di artisti digitali e designer nel processo di ri-programmazione di alcune opere del Gruppo T, che rappresenta un punto di riferimento di quella sperimentazione artistica italiana definita Arte Programmata. Tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta, sono stati realizzati - in nome di un'arte riproducibile, partecipata e interattiva - prototipi basati sull'uso della tecnologia e di algoritmi, poi riprodotti come serie di artefatti in costante variazione. "Ri-programmare" significa non solo ricostruire, capire di cosa e come le opere sono fatte, quali materiali sono stati utilizzati, quali algoritmi o stratagemmi impiegati per inserire il caso nel loro programma, ma anche qualcosa in più: farle rinascere aggiornandole da un punto di vista materiale e tecnologico. La scelta di partire da opere del Gruppo T trasformandole in artefatti nuovi e aperti, supportandone la riproducibilità, l'estensione e il completamento da parte di altre persone, rende omaggio a un'esperienza innovativa e fuori da ogni schema, collocata nel difficile territorio di confine tra arte e design...
20,00

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