Marsilio: Saggi. Polis. Architettura e urbanistica
Architettura e città in Veneto tra fine Ottocento e primo Novecento. Il caso di Padova
Stefano Zaggia
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2013
pagine: 176
Il libro tratta alcuni nodi della storia architettonica e urbanistica di Padova tra fine '800 e primi decenni del '900. Dopo una lunga fase di immobilità della struttura urbana, gli interventi messi in campo in quegli anni determinarono il destino successivo dell'assetto urbano di Padova. Una vicenda non lineare ma connotata da frammentarietà e antinomie. Le contraddizioni insite in alcune decisioni attuate, pur connotate da una volontà di modernizzazione, imposero un drastico cambiamento nell'organizzazione funzionale e formale urbana. Padova, in questo, è un caso studio emblematico di un più generale atteggiamento progettuale che coinvolse molte città italiane tra Regno d'Italia e avvento del fascismo.
Origini e sviluppo della città moderna
Carlo Aymonino
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 1999
pagine: 109
Nel rinnovato interesse teorico per i problemi della città l'autore illumina il rapporto tra urbanistica e teoria politica soffermandosi sulle enunciazioni della teoria socialistica relative all'assetto della società futura, e in particolare alla polemica tra i socialisti utopisti e il socialismo scientifico. Carlo Aymonino prospetta nel quadro della dialettica marxista, una concezione nuova della città basata sulla rottura del diaframma che separa la vita pubblica dalla vita privata, il lavoro dai consumi, la cultura dal tempo libero. E dove l'architettura abbia di nuovo una sua autonoma forma espressiva. (Prefazione di Guido Canella)
Parigi anni Venti. Marcel Poëte e le origini della storia urbana
Donatella Calabi
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 1997
pagine: 148
Questo libro ha due protagonisti: Marcel Poete, uno storico del Medioevo che ha fatto dello studio di Parigi la ragione fondativa di un nuovo ambito disciplinare, e la stessa Parigi, che nei primi decenni di questo secolo ha attraversato uno dei periodi più ricchi di fermenti culturali della sua storia. Infatti, attraverso la biografia di Poete, l'autrice scioglie l'importante nodo della nascita della storia urbana del Novecento. Il volume ricostruisce così quel filo che, lungo tutto il secolo, ha portato dapprima alla teorizzazione di storici (quali Pirenne e Bloch) e di architetti (come Le Corbusier e Giovannoni) fino ai teorici della tipomorfologia (come Aymonino e A. Rossi).
Architettura della transizione: il Werkbund tedesco
Antonio D'Auria
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2017
pagine: 160
Per una messa a fuoco della rilevanza del Deutscher Werkbund come fenomeno integrale e instaurativo nella storia del Movimento moderno, l’attenzione si è concentrata su alcuni aspetti meno indagati: la ricostruzione del sostrato ideologico e l’analisi del discorso militante di artisti e intellettuali, sincronico all’azione progettuale. L’ambizione del D.W. di promuovere una nuova Bildung si affermò, contestualmente, attraverso la ridefinizione del significato da attribuire a parole-chiave come forma, tecnica, scopo, bellezza, qualità e, su tutte, oggettività. Dalla rilettura del processo innovatore del Werkbund emerge un itinerario problematico e viene illuminata l’idea stessa, controversa in sede storiografica, di transizione.
Architettura e arti applicate negli anni Cinquanta. La vicenda italiana
Antonio D'Auria
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2012
pagine: 288
Al centro di questo libro c'è il passaggio decisivo degli anni Cinquanta, il fare e ripensare l'architettura nella temperie del secondo dopoguerra e, contestualmente, l'apparizione sulla scena del design italiano, vale a dire di un prodotto e di un modello di produzione affatto nuovi e fortemente caratterizzanti. Il contraccolpo è costituito dalla riformulazione, sui diversi livelli e versanti disciplinari, del discorso pertinente, tra recuperi e soluzioni di continuità rispetto al ventennio, tra rinascite e antiche inquietudini, infine tra prassi organica alla modernità e riflessione critica. La soglia considerata è il biennio 1949-50, come utile postazione per cogliere i nessi tra le argomentazioni della politica e le responsabilità intellettuali di architetti e 'ideologues' delle nuove forme. Di qui la scelta, certo rischiosa, di un approccio sincronico tale da sventare la facile retroattività sul passato di idee che si sarebbero affermate in seguito e perciò capace, forse, di dar conto della compresenza di eventi progettuali, tutti in un certo momento dotati di futuro. Ne risulta un quadro assai mosso di elaborazioni teoriche sottese e/o generate dai progetti, nella dialettica con la ricezione da parte di un pubblico che, nei termini di una sociologia delle forme artistiche alla Bourdieu, andava costituendosi come tale e che è dunque esso stesso concetto dinamico.
Lo stile dell'ingegneria. Architettura e identità della tecnica tra il primo modernismo e Pier Luigi Nervi
Riccardo Dirindin
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2010
pagine: 224
Cogliere forme nei prodotti della tecnica, soprattutto in quelli dell'ingegneria strutturale, percepirli e valutarli in termini estetici, sono per noi azioni spontanee, immediate. E un automatismo sorprendente, se si pensa alla radicale alterità che fino all'inizio del Novecento opponeva quasi universalmente arte e tecnica, cultura umanistica e civiltà industriale. Il modo in cui oggi le realizzazioni della tecnica appartengono al mondo delle cose dipende da una diversa situazione di pensiero, che è stata essenzialmente determinata dalla cultura del modernismo architettonico. Questo saggio descrive un assestamento culturale e offre una duplice prospettiva. Seguendolo nel suo sviluppo, esso permette di ripercorrere la complessa elaborazione che causa un'espansione dell'arte e dell'architettura, l'ampliamento del dominio estetico in cui è inscritta la nostra visione della tecnica e dei suoi prodotti. Ma la prospettiva può essere invertita e l'osservazione può iniziare dallo studio monografico cui il libro approda: qual è la sostanza culturale di Pier Luigi Nervi? Nervi incarna il compimento della vicenda che viene descritta: egli è, a livello internazionale, il primo ingegnere le cui opere nascano anche come espressione d'arte, nella ricezione della critica come nelle intenzioni del progettista.
Daniele Donghi. I molti aspetti di un ingegnere totale
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2007
pagine: 415
Docente presso la Facoltà di Ingegneria di Padova dal 1913 al 1935, Daniele Donghi è una figura importante nell'Italia del primo Novecento. Autore del primo "Manuale dell'architetto", edito e diffuso in Italia dal 1905 al 1930, è ricordato come uno dei primi ad impiegare il calcestruzzo armato nelle costruzioni civili. A lui si devono molte opere di pregio realizzate a Torino, a Venezia, a Padova, a Rovigo e a Bassano e in altri centri dell'Italia settentrionale.
Degli archi e delle volte. Arte del costruire tra meccanica e stereotomia
Antonio Becchi, Federico Foce
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2002
pagine: 355
Il volume si inserisce in un ampio progetto internazionale denominato "Between mechanics and architecture" dedicato ai rapporti tra architettura e meccanica. I due saggi qui raccolti, "Chambre H. Per una storia del costruire" di Antonio Becchi e "Sulla teoria dell'arco murario. Una rilettura storico-critica" di Federico Foce, esaminano alcuni aspetti della storia delle costruzione voltata in muratura e prendono in considerazione testi ormai celebri e altri del tutto ignorati, nell'intento di offrire revisioni critiche e nuove chiavi di lettura per i problemi connessi alla meccanica degli archi e al rapporto tra meccanica e stereotomia.
La città aperta. Storia delle teorie urbanistiche moderne
Francesco Finotto
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2002
pagine: 240
L'idea che il benessere sociale si radichi nella libertà di ciascuno di utilizzare il proprio bene economico come meglio crede, che tutto il suolo sia ugualmente e naturalmente edificabile, che ogni limitazione di questo diritto naturale debba essere legittimata e indennizzata si pone in radicale opposizione con la natura della città che è fatta di differenze spaziali profonde, di laceranti segregazioni funzionali e tipologiche tra spazio costruito e non costruito, tra tipologie edilize intensive e estensive, tra utilizzi ammessi e vietati. La storia dell'urbanistica moderna è la storia di questo conflitto, delle teorie chiamate a dirimerlo, delle politiche destinate a gestirlo.
Piazza Maggiore. Studi su Bologna nel Cinquecento
Richard J. Tuttle
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2002
pagine: 245
Questo libro raccoglie dieci saggi pubblicati separatamente e nel corso di circa vent'anni su ambedue le sponde dell'Atlantico. Al centro delle ricerche dell'autore è la Bologna del Rinascimento e, in primo luogo, il suo forum civico: piazza Maggiore, riconosciuta come il teatro della produzione artistica e delle iniziative politico-rappresentative dei papi e dei loro legati. In questi saggi si riesaminano le storie di edifici monumentali, ampi tracciati stradali, vaste piazze, particolari espressioni decorative o celebrative, tenendo d'occhio il ruolo delle nuove istituzioni politiche e assumendo molteplici quanto originali punti di vista.
Acustica e architettura. Spazio, suono, armonia in Le Corbusier
Amedeo Petrilli
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2001
pagine: 126
Nel mettere a fuoco lo stretto rapporto tra acustica e architettura in Le Corbusier, Petrilli esplora in modo diffuso la vera essenza e il significato profondo dell'opera dell'architetto ma, al tempo stesso, propone una lettura innovativa di molta progettazione architettonica del Novecento che si caratterizza non tanto per essere un'attività specialistica quanto piuttosto un'esperienza dai molteplici intrecci, capace di seguire percorsi inediti e variegati, caratterizzati da imprevedibili intuizioni poetiche.
Progetti di città sullo schermo. Il cinema degli urbanisti
Leonardo Ciacci
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2001
pagine: 190
Quali possono essere le ragioni che hanno spinto gli urbanisti a utilizzare gli strumenti, immaginifici ed emozionali, del linguaggio cinematografico? Tra gli anni Venti e gli anni Sessanta, urbanisti come Ernst May, Maximillian von Golbeck, Piero Bottoni, Marcel Poete, Lewis Mumford, Giancarlo De Carlo, Carlo Doglio, Ludovico Quaroni, Edoardo Detti e Giovanni Astengo, in Europa e negli Stati Uniti, hanno realizzato film-documentari dedicati alla storia, all'interpretazione e alla progettazione della città moderna. Gli autori del "cinema degli urbanisti" hanno reso i loro film in un modo ben più complesso di quanto non fosse richiesto a cortometraggi di documentazione.