Pequod: Pequod
Il Balotelli letterario
Francesco Savio
Libro: Copertina morbida
editore: Pequod
anno edizione: 2021
pagine: 80
A causa di una squalifica, Mario parte in ritardo, imbrigliato sul finire dell'estate nell'attesa di esordire con la maglia della squadra della sua città. Durante la stagione autunnale, catalizza interesse e riflette illusioni, ascolta il suo cuore di tenebra ed è tentato di esistere. L'inverno però porta canti orfici e uno scrittore russo che vive in un vagone abbandonato alla stazione ferroviaria, desiderando non di essere utile, ma di essere urgente. Allora Mario cerca consolazione nella polenta con il gorgonzola e in Søren Kierkegaard, ma scompare, dissipa se stesso seguendo le orme del protagonista di Dissipatio H.G., ultimo romanzo di Guido Morselli. L'ennesima caduta, la promessa non mantenuta, insegna che la vita è breve, che esistono colline dei sogni e primavere nere. Lavorare in fondo stanca, e l'interruzione del campionato provocata dal maledetto virus diviene per Balotelli la fine del viaggio, il termine della notte. Mario si ritrova così ad avere un imprevisto debito letterario nei confronti dell'autore di questo inconsueto romanzo interrotto. Lo estinguerà? Proprio questa incompiutezza tuttavia, finisce con il rappresentare al meglio le incertezze e le insoddisfazioni di un personaggio reale e mascherato, pronto a fallire di nuovo, se necessario, come a voler dimostrare che il talento, la vocazione è una pietra preziosa che alcuni cercano, senza trovarla. E altri hanno in dote, senza riuscire a conviverci.
Le contemplanze
Daniele Gorret
Libro: Libro in brossura
editore: Pequod
anno edizione: 2021
pagine: 170
"Casa nel Novecento" potrebbe essere il sottotitolo di questo libro singolare. Protagonista assoluta, la Casa de Le contemplanze viene evocata, alla fine del secolo scorso, dalla voce narrante di chi l'ha abitata durante la propria infanzia e giovinezza. Evocazione che magicamente permette di strappare alla morte - per il tempo di una notte - le "figure" (di umani, animali, semplici oggetti) che nella Casa hanno vissuto o nella Casa sono stati ospitati succedendosi tra le sue mura per quasi cent'anni. Con loro è il secolo stesso ad essere richiamato in vita con le piccole storie individuali e la sua grande drammatica storia collettiva: una notte di tempo sottratto alle leggi del Tempo per evocare le generazioni di un secolo che volge alla fine. Nelle stanze oggetto della riapparizione, i dialoghi tra l'evocatore e gli evocati si susseguono in una dimensione insieme inafferrabile e concretissima fatta di ricordi, aneddoti, affetti, mitologia familiare, comicità e tragedia. La Casa risulta essere mondo vastissimo in cui tutto si corrisponde e si fonda, pieno di segni e segnali, di segreti e destini, di sensi e ferite, capace di reincarnarsi per dovere di testimonianza e per la forza dell'amoroso appello che l'ha ricreato: universo unico e chiuso nella propria irripetibile realtà ma proprio per questo sensibile al dramma del cosmo. Viaggio allo stesso tempo terreno e ultraterreno attraverso un luogo privilegiato contenitore di vite e di accadimenti, la visione de Le contemplanze è resa possibile per la condizione di solitudine assoluta ma anche di fratellanza universale da cui questa scrittura si origina e si dipana. L'uomo cui tutto questo è concesso è l'autore, riportato - come in molti altri testi di Gorret - al suo ufficio primigenio di responsabile testimone e di cantore del Tutto.
La solitudine del catalogatore
Angelo D'Adda
Libro: Libro in brossura
editore: Pequod
anno edizione: 2021
pagine: 107
"Il catalogatore se ne sta solo e tapino nel suo ufficio, circondato da decine di scatole di libri da descrivere, soggettare e classificare. Per lui non c'è differenza e dedica, pazientemente, la stessa attenzione ai classici e alle puttanate contemporanee. Ogni tanto parla tra sé e sé, bofonchiando qualcosa, maledicendo il programma che non funziona o l'argomento del libro che, con tutta la sua buona volontà, non si capisce di che parli. Chiunque è stato catalogatore sa però qual è il vero dramma a cui, prima o poi, andrà incontro e cioè l'imbarazzo che si prova alla domanda: - Che lavoro fai ? - Il catalogatore - rispondi e lo sguardo di sorpresa con cui ti guardano non lascia dubbi. - Catalogatore? Ma che cazzo di lavoro è?". Disincantato e incantato assieme, assieme caustico e sereno. Commovente all'occorrenza, all'occorrenza irriverente. Un libro di piccoli quadretti per nulla innocui, sicuramente spiazzanti, talora indimenticabili.
Buttati!
Beniamino Cavalli
Libro: Libro in brossura
editore: Pequod
anno edizione: 2020
pagine: 323
Fino a che punto siamo disposti a spingerci pur di realizzare i nostri obiettivi? Cosa siamo in grado di sacrificare, ed eventualmente chi? Primo Scarfati è l'ex cantante di un gruppo discretamente famoso negli anni novanta, L'Ozio dei Sensi. Oggi è un critico musicale e uno scrittore. Gli è sempre mancata l'opportunità, quello che nel senso comune viene chiamato "il treno delle occasioni", che se Primo non ha mai visto passare, il suo ex amico ed ex chitarrista della band, Davide Marra, ora cantautore e scrittore di successo, sembra aver preso alla grande grazie a una serie interminabile di colpi di fortuna. A distanza di sedici anni dal controverso scioglimento del gruppo, i conti tra i due sono ancora in sospeso e la notizia dell'ennesima consacrazione di Davide come scrittore ha per Primo il tragico risultato di un blocco. Un casuale incontro con il vecchio bassista dell'Ozio, Sandro, sembra risvegliare qualcosa di così prezioso per uno scrittore: un'intuizione. In cambio di una piccola somma per andarsene senza debiti, si butterà da un palazzo con il romanzo di Primo, dandogli finalmente l'occasione promozionale che non ha mai avuto. Ogni morale farebbe rifiutare a chiunque un'idea del genere. O quasi. In un'escalation di scelte poco convenzionali e scorrettezze, d'incontri con personaggi emblematici, di circostanze imbarazzanti e tragicomiche, nel tentativo rocambolesco e poco ortodosso di riscattare una carriera, Primo affronterà un percorso che lo porrà davanti al vero valore della scrittura, della musica, delle passioni e delle relazioni umane, spingendolo a mettersi in discussione, arrivando a comprendere definitivamente quanto sia importante il suo rapporto d'amore con Anna. Tutto questo, mentre Davide Marra continua la sua inesorabile scalata al successo.
Il prossimo compleanno
Lorenzo Mercatanti
Libro: Copertina morbida
editore: Pequod
anno edizione: 2020
pagine: 107
Avrei voluto tutto
Michele Monina
Libro: Copertina morbida
editore: Pequod
anno edizione: 2019
pagine: 408
Michele Monina, in questo avventuroso racconto della sua gioventù, "Avrei voluto tutto" - che ricalca la grinta rivoluzionaria di Nanni Balestrini -, getta luce sulla sua personale condizione di vita vissuta ai limiti della cosiddetta "normalità", lungo la linea di frontiera, come in trincea. Ancona è lo scenario dal fascino un po' dei "belli e dannati" di chi vi è nato, delle furibonde scorribande dei nostri eroi animati dall'ardore e dallo spirito ribelle della contestazione giovanile. La sua voce fuori dal coro trova espressione in "Questa volta il fuoco", nell'impeto di rivolta delle manifestazioni politiche e nel furore delle tifoserie degli stadi; nel secondo, "Anime @ losanghe", nella parabola discendente delle disavventure di una band musicale. Nell'ultimo volume, "Una notte lunga abbastanza", dopo una "dolente" esperienza di volontariato presso un dormitorio per senza tetto, queste esuberanti intemperanze lasciano il posto all'età matura che s'affaccia, nella consacrazione del suo ruolo di scrittore e di padre di famiglia. "Storia di un'anima", si potrebbe parafrasare, citando parodisticamente la grande santa - visto che qui di santità non ce n'è neanche l'odore e, se se ne parla, è solo a rovescio. Di qui gli sproloqui surreali suoi e degli amici, le pittoresche evocazioni - talora venate di nostalgia -, da quel "Limbo" che ormai, come "L'isola di Arturo" dell'utopia giovanile, si è abbandonato per sempre. Lo stile è divertito e irriverente, dal ritmo tumultuoso, in cui la descrizione scanzonata declina, a tratti, nell'immaginario grottesco, per poi sconfessarne, alla fine, la credibilità, e approdare salvificamente alla sapienza di "una vita che, Dio volendo, non sta andando verso un finale, ma verso un nuovo inizio gioioso". Infatti, al di là dei rigurgiti velleitari di questi "ragazzi di strada", è proprio la vita ad avere l'ultima parola attraverso la festosa notizia della nascita di due gemelli, ciò che ricuce "lo strappo originario" - per dirlo con la Morante - dell'autore. Proprio da questo dichiara aver preso forma la sua vocazione alla scrittura: il trauma di aver perduto il suo gemello quando lui è venuto al mondo e l'affronto di una lama che un ospite del dormitorio affonda nel suo braccio, a manifestare ciò che egli, fin dall'inizio, ha etichettato senza mezzi termini come un "fallimento", che invece poi si rivela essere la svolta positiva della sua esistenza.
Terre emerse
Leonardo Guzzo
Libro: Copertina morbida
editore: Pequod
anno edizione: 2019
pagine: 122
"Incanto. Non esiste parola migliore per definire la scrittura di Leonardo Guzzo. Il suo libro d'esordio, 'Le radici del mare', dipingeva plasticamente un orizzonte mitico e dolorosamente inattuale: atmosfere rarefatte uscite dalla fantasia di chi crede profondamente nella forza della letteratura e, attraverso una lingua densa, calorosa, la reimpasta, inventandola e rilanciandola a ogni pagina. Qualcosa di molto simile avviene sulle sponde di queste 'Terre emerse'. Anche qui ci sono racconti di mare, incursioni nel cuore dormiente dell'Italia rurale; ci sono rivisitazioni di miti, giochi metaletterari, storie di altri secoli sospese tra realtà e sogno, immaginazioni oceaniche; ci sono, da prospettive inedite, confronti con la storia maiuscola del fascismo, della resistenza, degli 'anni di piombo' e omaggi intriganti a grandi scrittori del passato (non vi dirò quali). Torna, rivisitato, tutto il mondo di Leonardo Guzzo: si viaggia da un'epoca a un'altra, ci si immerge in storie di miseria e riscatto, si rivivono battaglie e grandi momenti collettivi e poi, nel racconto dopo, si entra nel dramma intimo di qualcuno, per seguirlo con commozione. In qualche caso, Guzzo gioca con la lingua, destruttura le sue narrazioni, danza sulle parole dimostrando che se, da una parte, 'Terre emerse' è la naturale continuazione de 'Le radici del mare', dall'altra ne rappresenta un'evoluzione, la prova dell'ulteriore crescita di un autore nato maturo. La pubblicazione del secondo libro è un momento assai delicato: ogni scrittore sa che i lettori aspettano conferme e non gli perdoneranno un'eventuale delusione. A quattro anni dall'esordio Leonardo Guzzo ripropone con forza la sua sfida. Al mare subentra il 'marasma', specchio dei tempi fuori di sesto; dal marasma emergono tredici nuove storie cariche di simboli e di bellezza: spicchi di mondo interiore o scorci del mondo di tutti, come isole per passare il guado. Il risultato, atteso eppure inedito, è ancora, e più travolgente, l' incanto." (Andrea Tarabbia)
Novissimo viene il giorno
Clio Pizzingrilli
Libro: Copertina morbida
editore: Pequod
anno edizione: 2019
pagine: 144
«"Novissimo viene il giorno" è l'elegia narrativa di un 'malus hospes' indicato come piegatore, e pieghe in verità questi pratica su un tessuto ordito da mitemi, tramato da una lingua morta rivivita - in ciascuna piega il piegatore complica le proprie ispirazioni, la sua cattività solitudinaria, condizione esperienziale della 'vita brevis' tallonata dalla morte. La condizione moltitudinaria, cifra poetico-politica della contemporaneità, è d'altra parte il grande problematizzatore che insiste sotto mutevoli forme nel dispiegamento drammaturgico - il piegatore ne è attratto, tuttavia dei molti, dello spartachismo o viceversa del 'situationnisme' che li rappresenta, vittimizzati e al tempo stesso minacciosi, quegli non disconosce la debolezza, ciò che invero ne comunica la potentia, e però li inclina a ricostituirsi in sempre nuovi piani di estraneazione ontologica. Profugo in una camera, accudito da un camerierino per lo più sfuggente, disadatto alla cura, il piegatore, svariato da un amore inarrivabile, fatto 'de dreit nien', informa interrogazioni fondamentali intessute nella filatura lirica del libro, le cui imbastiture contrappuntano il racconto.» (C.P.)
L'ospite di Olga
Angelika Riganatou
Libro: Copertina morbida
editore: Pequod
anno edizione: 2019
pagine: 173
Per anni, Olga ha trascorso la sua vecchiaia in soddisfatta solitudine, unica cittadina di un borgo disabitato. All'inizio dell'inverno, però, uno sconosciuto viene a vivere in una delle case che le sono intorno, provocandole disagio e sospetto. I rapporti, tuttavia, sono di buon vicinato e l'anziana donna finisce col convincersi di poter stare sufficientemente tranquilla. Quando una straordinaria nevicata isola il borgo dal resto del mondo, le cose cambiano. L'uomo non è quello che vuole sembrare e Olga, nella necessità di affrontarlo senza perdere la testa e arrabbiarsi, si scopre a riandare con la memoria al suo passato di donna che ha attraversato alcuni dei grandi mali del Novecento, interrogandosi senza sentimentalismi sui moventi dell'essere umano ma finendo adesso, nella brutalità dell'isolamento, a interrogare involontariamente se stessa. Non è mai il caso di farsi domande, sembra volerci dire l'autrice, ma, se proprio diventa inevitabile, sarebbe meglio inventarsi delle buone risposte.
Manuale di sopravvivenza alla musica demmerda
Michele Monina
Libro: Copertina morbida
editore: Pequod
anno edizione: 2018
pagine: 369
"...Come direbbe Marcello Marchesi, parafrasando, ascoltate merda, milioni di mosche non possono sbagliare."
Giostra primavera
Alessandro Tamburini
Libro: Copertina morbida
editore: Pequod
anno edizione: 2018
pagine: 200
I protagonisti: Valeria e Alfredo. Il luogo: una cittadina balneare della riviera adriatica. Il tempo: un anno del terzo millennio, nei mesi che vanno dalla primavera al culmine della stagione estiva, in cui la riviera si popola e cambia volto insieme ai protagonisti. La storia: lei, 35 anni, riflessiva e giudiziosa, il che rende i suoi slanci istintivi ancora più seducenti, si è trovata di colpo sulle spalle la responsabilità economica e morale dì un albergo di famiglia, per cui deve prendere un'incresciosa decisione. Ha un fratello che la osteggia, mentre le amiche di sempre le sono di poco aiuto. Lui, quarantenne, sceneggiatore, in passato anche troppo sicuro di sé ma adesso molto meno, ha da poco subito un lutto di cui si sente colpevole, e per questo soffre di una assurda ossessione. La figlia che studia all'estero è il suo unico vero affetto. Valeria e Alfredo sono sotto scacco, imprigionati ciascuno nelle proprie angustie. Fino a quando si incontrano, e da quel momento cominciano a intravedere uno spiraglio, una possibilità di svolta. Il contrastato sentimento che li avvince sembra la sola forza capace di liberarli, ma hanno contro un nemico che marcia nelle loro stesse scarpe... Possibile chiave di lettura: una dichiarazione di guerra al cinismo.
Disinganni senili di Anselmo Secòs
Daniele Gorret
Libro: Copertina morbida
editore: Pequod
anno edizione: 2018
pagine: 162
Dopo quelli intitolati alle Malattie infantili ed agli Errori giovanili, questo libro chiude la trilogia che l'autore ha dedicato al suo valoroso antieroe Anselmo Secòs, ora martire dei propri estremi disinganni. Il protagonista - qui seguito dai quarant 'anni alla morte - ribadisce i tratti distintivi che il lettore già conosce: assoluta inettitudine alla vita (specialmente nelle sue forme "moderne"), solitudine tra gli umani suoi "simili", vicinanza e quasi trapasso al mondo dei "nonumani". Se mai, tali caratteri vengono condotti agli ultimi effetti dall'avanzare dell'età, a conferma della natura "contro" (contro l'omologazione, contro la norma dei più) propria della sua indole e del suo destino. E questo in situazioni ed episodi dal sapore spesso tragicomico, penosi e sulfurei insieme, commoventi e grotteschi. Da inetto timido e gentile Anselmo affronta i suoi doveri di insegnante, le beffe dei colleghi, la convivenza con la madre inferma, le maldicenze dei compaesani, l'odio del fratello, la propria vecchiaia con il corteo dei suoi mali. Ma affronta anche - con gioia e infinito amore - il mondo altro delle altre creature: umili oggetti, piante, monti, boschi, animali, uomini umiliati perdenti o solitari... Così, la fine di Anselmo è quella che gli si addice: quasi si trattasse di ridurre di un'unità (la sua!) il peso che il pianeta sopporta per l'umana presenza su di esso, il protagonista vive la propria morte come un volontario e volenteroso "togliere il disturbo" a Madre Terra tanto lordata ed affaticata. La forza della scrittura "leopardiana" di Gorret - sempre in bilico tra stupefazione infantile, tensione lirica e respiro metafisico - conforta il sospetto che Anselmo Secòs altro non sia che una metafora viva del Poeta inevitabilmente marginale nelle nostre società del Profitto e del Consumo ed esule nel mondo contemporaneo così ostile alla sua voce ed alla sopravvivenza stessa di Poesia.