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Franco Angeli: Storia-Studi e ricerche

Don Juan Vivas de Cañamas. Da ambasciatore spagnolo in Genova a viceré del Regno di Sardegna

Don Juan Vivas de Cañamas. Da ambasciatore spagnolo in Genova a viceré del Regno di Sardegna

Antonello Mattone

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2019

Quella del nobile valenzano Juan Vivas de Cañamás (1581-1625) è una biografia emblematica di quello che Cervantes definiva il «secolo di ferro». Ricoprì la carica di ambasciatore spagnolo presso la Repubblica di Genova (1600-1623), allora vero e proprio crocevia della politica europea, dove seguì tutte le complesse operazioni finanziarie delle banche liguri sul debito pubblico spagnolo, e si adoperò per scongiurare l’alleanza tra il duca di Savoia e la Francia e per reprimere i moti antispagnoli genovesi. Allo scoppio della Guerra dei Trent’anni seguì le fasi dell’occupazione spagnola della Valtellina, camino decisivo per i collegamenti tra l’Italia e le Fiandre. Nel 1622 chiese la nomina a viceré del Regno di Sardegna: la sua carica si innestava nel nuovo corso del conte-duca di Olivares. A Cagliari si mostrò un fedele esecutore di quella politica “assolutista” tesa a comprimere le istanze particolaristiche locali. Lo scontro tra il viceré e i ceti privilegiati sardi si verificò nel Parlamento del 1624, quando Vivas in contrasto con gli ordini cetuali volle far approvare l’istituzione della flotta delle galere e dei provvedimenti antibaronali nell’agricoltura. La nobiltà cagliaritana inviò a Madrid numerosi memoriali tesi a screditare la politica autoritaria del viceré. Egli tuttavia, utilizzando le contrapposizioni campanilistiche, riuscì a far approvare i provvedimenti. Le inchieste amministrative a suo carico lo scagionarono da ogni addebito, ma solo dopo la morte di Vivas avvenuta a Sassari nel 1625. Negli ultimi mesi del suo viceregno predispose un piano di difesa militare della Sardegna da un possibile attacco della flotta francese.
53,00

Torino fuorilegge. Criminalità, ordine pubblico e giustizia nel Risorgimento

Torino fuorilegge. Criminalità, ordine pubblico e giustizia nel Risorgimento

Andrea Bosio

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2019

pagine: 450

Attraverso un ampio scavo tra le carte degli archivi del capoluogo torinese, l’autore ricostruisce le trasformazioni delle politiche giudiziarie e di gestione dell’ordine pubblico del Regno di Sardegna a partire dal ritorno dei Savoia in Piemonte nel 1814. Con la Restaurazione inizia infatti a delinearsi un processo di modernizzazione del sistema repressivo dello Stato sabaudo ispirato agli esempi istituzionali di origine napoleonica e volto a superare gli obsoleti modelli di Antico Regime: un processo lento e faticoso al quale la classe dirigente piemontese si adeguò con difficoltà e non senza ripensamenti, che, tuttavia, all’alba dell’Unità, portò alla creazione di organismi di polizia e di istituzioni giudiziarie pronte a essere estese al neonato stato pur con molti limiti e problematiche. Proprio nella capitale sabauda, oggetto di un’impetuosa crescita demografica durante tutta la prima metà dell’Ottocento, lo Stato sabaudo poté saggiare l’efficienza delle nuove istituzioni e delle sue politiche di controllo intervenendo contro quella “Torino fuorilegge” che, oltre alle classiche forme di emarginazione d’Antico Regime, incominciava a mostrare inquietanti segnali di evoluzione. Se ne è tratta così una storia delle istituzioni repressive del Regno di Sardegna e, allo stesso tempo, una storia della società torinese del Risorgimento, studiata attraverso le sue ricche fonti criminali.
48,00

Una nazione in commercio. Ebrei di Ancona, traffici adriatici e pratiche mercantili in età moderna

Una nazione in commercio. Ebrei di Ancona, traffici adriatici e pratiche mercantili in età moderna

Luca Andreoni

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2019

pagine: 344

Al centro di questo libro sono gli ebrei di Ancona. Le pagine che seguono si interrogano sulle forme di giustificazione e di realizzazione della presenza di questa minoranza in una città portuale di antico regime, nella più ampia cornice dello Stato dei papi. L’arco cronologico di riferimento va dalla metà del Seicento alla prima metà del Settecento. Tuttavia, gli aspetti peculiari dell’organizzazione economica ebraica nella città, laddove pertinente, sono indagati con uno sguardo di più lunga lena, che abbraccia l’età moderna. All’analisi dei rapporti istituzionali e alle forme di collaborazione interna ed esterna al nucleo ebraico viene affiancata la focalizzazione di alcuni casi specifici, di alcune storie individuali o familiari, al fine di comprendere più intimamente la sovrapposizione dei fattori culturali, religiosi e più latamente sociali che sottostavano alle scelte degli uomini e delle donne del passato, anche in campo economico. Lo studio si situa all’interno di un dibattito storiografico molto vivace, quasi febbrile, sul ruolo economico delle minoranze nella formazione dei moderni spazi di mercato. Scala locale di analisi e scala macro sono alternate e intersecate per dare maggiore risalto alle peculiarità prese in considerazione e per contribuire a spiegare il funzionamento articolato delle relazioni economiche fra periferie e centro dei commerci. Se i riferimenti alle vicende del più ampio Mediterraneo costituiscono un cardine, è nel quadrante geografico del medio Adriatico che le storie che qui vengono seguite trovano la loro esplicazione più completa. Prefazione di Ercole Sori.
45,00

Italia matrigna. Trieste di fronte alla chiusura del cantiere navale San Marco (1965-1975)

Italia matrigna. Trieste di fronte alla chiusura del cantiere navale San Marco (1965-1975)

Paolo Fragiacomo

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2019

pagine: 276

Il piano di riorganizzazione dell’industria cantieristica italiana elaborato nel 1966 dal governo e dall’Iri ha conseguenze profonde a Trieste e nella Venezia Giulia: modifica radicalmente l’assetto di uno dei settori portanti dell’economia locale, ma spacca anche le forze politiche e i sindacati, provoca le più gravi violenze di piazza del secondo dopoguerra, lascia nell’opinione pubblica un deposito velenoso di pregiudizi e risentimenti nei confronti dell’Italia. Ricostruita per la prima volta sulla base di un ampio scavo documentario, in particolare l’Archivio storico dell’Iri, questa vicenda si configura come una sorta di “rivelazione” di tutti i nodi della tardiva e difficile reintegrazione di Trieste nel Paese dopo gli anni dell’amministrazione anglo-americana: i caratteri di un’economia asfittica e assistita, i conflitti politici, i rapporti della classe dirigente triestina con Roma, lo spirito pubblico. Ma è una vicenda che anticipa anche in modo paradigmatico la degenerazione delle partecipazioni statali. L’esito del piano è infatti fallimentare: i pesanti condizionamenti politici finiscono per perpetuare e anzi rafforzare la funzione assistenziale dell’Iri a Trieste.
34,00

Una città, due imperi. Amministrazione pubblica e decurionato a Lodi tra Spagna e Austria (secoli XVI-XVIII)

Una città, due imperi. Amministrazione pubblica e decurionato a Lodi tra Spagna e Austria (secoli XVI-XVIII)

Sangalli Maurizio

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2018

pagine: 274

Una piccola città del Ducato di Milano, ma con un contado ricco di acque e di campi ubertosi: Lodi, con un ceto di aristocratici di antico e nuovo lignaggio e di professionisti aspiranti nobili, è il “microcosmo” al centro di questo studio. Attraverso un profondo scavo tra le carte degli archivi locali e di quelli del capoluogo lombardo, l'Autore ricostruisce lo scenario dell'amministrazione pubblica lodigiana sia nei rapporti, conflittuali ma anche solidali, all'interno del ceto decurionale che governa città e contado, sia nelle relazioni con Milano e con le più lontane capitali delle dominazioni che, in età moderna, si sono succedute sul territorio del Ducato. Madrid prima e Vienna poi restano sullo sfondo, ma sempre in dialogo, a volte non conciliante, con le autorità cittadine. Una politica spagnola che, alla luce delle rivisitazioni storiografiche degli ultimi decenni, riesce ad innovare e ad ottenere risultati, pur all'insegna del compromesso; e una austriaca che tenta di operare profondi cambiamenti, imponendo però, più che altro, una svolta facilitata da un ceto decurionale ormai estenuato demograficamente ed economicamente meno agguerrito.
34,00

Luigi Einaudi tra libertà e autonomia

Luigi Einaudi tra libertà e autonomia

Davide Cadeddu

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2018

pagine: 164

Il pensiero e l’azione politica di Luigi Einaudi, lungo un arco temporale di oltre mezzo secolo, sono caratterizzati singolarmente da una forte continuità. Tutto sembra ruotare sempre intorno a una certa idea di libertà, che considera la lotta tra gli individui e lo Stato – garante delle regole di questa stessa lotta – i due elementi determinanti del progresso sociale. Individuo e Stato, dunque, sono i due fuochi della sua visione liberale della libertà, che trova inveramento istituzionale attraverso il concetto di autonomia politica. Se «Via il Prefetto!» è la parola d’ordine più efficace e celebre per illustrare questa sintesi teorica, riflettere sull’invito di Luigi Einaudi a un «Self-Government in Italy», espresso durante la seconda guerra mondiale, può chiarire meglio l’ispirazione e la radicalità di una posizione autonomista – perlopiù trascurata dalla storiografia – che integra coerentemente la sua più ampia e più nota prospettiva europeista.
20,00

Terre di libertà. Padroni e schiavi nelle istituzioni politiche di Antico Regime (1685-1848)

Terre di libertà. Padroni e schiavi nelle istituzioni politiche di Antico Regime (1685-1848)

Massimiliano Santoro

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2018

pagine: 224

La ricerca, in corso da oltre vent’anni, di cui questo saggio costituisce l’ultimo e più aggiornato tassello, si snoda su tre assi cruciali: il potere, le istituzioni coloniali, le dottrine politiche. Il tutto all’interno di un quadro tematico che investe uno dei problemi decisivi della storia mondiale: il rapporto di eguaglianza tra gli uomini. I protagonisti di questa storia sono i coloni bianchi e gli schiavi neri. Inseguendo il filo rosso di un legame sottile che collega gli uni e gli altri a interessi economici, istituzioni, movimenti abolizionisti e ideologie rivoluzionarie ci s’imbatte in navi negriere, piantagioni, città coloniali, avvocati, magistrati, filosofi, tutti impegnati ad agevolare la schiavitù o a contrastarla, nelle lontane isole dei Caraibi. In queste terre si gioca, nel Settecento, una partita senza esclusione di colpi per mantenere la schiavitù e le immense ricchezze che questa produce, o per abolirla in nome dei diritti dell’uomo e della libertà universale. Queste stesse terre di schiavitù e di libertà diverranno, durante la Rivoluzione Francese, il teatro per la più grande rivolta di schiavi della storia. Ricostruire queste vicende non ha solo un valore storiografico: è anche un atto dovuto ai milioni di esseri umani che, ancora oggi, sono costretti al lavoro forzato e privati di quella libertà naturale di cui troppo spesso, per assuefazione, dimentichiamo l’immenso valore.
29,00

Il potere dell'evoluzione. Il dibattito sulla variabilità delle specie nella Torino dell'Ottocento

Il potere dell'evoluzione. Il dibattito sulla variabilità delle specie nella Torino dell'Ottocento

Fabio Forgione

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2018

pagine: 482

Nel corso del XIX secolo Torino fu la principale sede di elaborazione e discussione delle teorie evoluzionistiche in Italia, proprio negli stessi decenni in cui la città fu il fulcro di eventi decisivi per la storia del nostro paese. A partire da tale duplice centralità, questo studio ricostruisce le vicende dell'evoluzionismo torinese mettendo in evidenza le interferenze tra gli indirizzi di ricerca dei naturalisti e le fasi della trasformazione politico-sociale. Nel quadro di una lunga continuità di studi, dapprima orientati dal trasformismo di Lamarck e poi approdati al paradigma darwiniano, si distinguono le figure di Franco Andrea Bonelli, Filippo De Filippi e Michele Lessona. I tre zoologi, autorevoli sostenitori dell'evoluzionismo, furono protagonisti dei momenti chiave della sua affermazione e lo promossero anche al di fuori della cerchia accademica. Attraverso l'analisi di fonti manoscritte e a stampa, l'Autore esplora la produzione e l'uso delle tesi sulla variabilità delle specie alla luce dei contemporanei orientamenti politici e religiosi. La tradizione di pensiero torinese si rivela così un significativo esempio degli scontri e delle alleanze tra ricerca scientifica e potere, che furono determinanti nella storia delle dottrine evoluzionistiche.
51,00

Il Mediterraneo delle Costituzioni. Dalla Repubblica delle Sette Isole Unite agli Stati Uniti delle Isole Ionie 1800-1817

Il Mediterraneo delle Costituzioni. Dalla Repubblica delle Sette Isole Unite agli Stati Uniti delle Isole Ionie 1800-1817

Rosa Maria Delli Quadri

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2017

pagine: 224

L'Eptaneso ionio è formato dalle isole di Corfù, Cefalonia, Zante, Itaca, Santa Maura, Cerigo e Paxò, nel Mediterraneo levantino. Dal trattato di Costantinopoli del 1800, che dà vita alla Repubblica delle Sette Isole Unite, al Congresso di Vienna del 1815 quando, sotto il protettorato britannico, nascono gli Stati Uniti delle Isole Ionie, per circa un ventennio l'arcipelago costituisce uno spazio intorno al quale gravitano tutte le Potenze euromediterranee, il pomo della discordia, un crocevia di interessi contrapposti. Un luogo che, grazie alla Costituzione del 1803, rappresenta il primo nucleo di formazione di uno Stato autonomo, anche se posto sotto la protezione russo-ottomana; essenzialmente il primo Stato greco e il primo laboratorio costituzionale non solo dell'area levantina, ma di tutto il mare Interno di inizio Ottocento. Il libro ripercorre le vicende politiche delle sette isole alla luce delle trasformazioni dovute all'arrivo dei francesi dopo la caduta di Venezia nel 1797 e, in seguito, degli inglesi, fino alla Costituzione del 1817. La nuova Carta, pensata e plasmata dal lord alto commissario Thomas Maitland, che in sette capitoli concentra i suoi principi, priorità e intenzioni, pone tutti i poteri nelle mani del governo britannico e dello stesso alto funzionario, costringendo l'Eptaneso a un evidente passo indietro rispetto al documento del 1803.
29,00

Napoli 1848. Il movimento radicale e la rivoluzione

Napoli 1848. Il movimento radicale e la rivoluzione

Viviana Mellone

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2017

pagine: 308

La rivoluzione napoletana del 1848 è stata una tappa cruciale nello sviluppo delle forme della politica moderna nel Regno delle Due Sicilie e nella definizione delle correnti politiche del Risorgimento. L'autrice si concentra sulla mobilitazione a Napoli durante la rivoluzione, discutendo il topos storiografico di un Mezzogiorno d'Italia marginale nelle rivoluzioni europee ottocentesche. Il fenomeno è indagato, attraverso una estesa ricerca archivistica, nei suoi aspetti minuti: le manifestazioni e le feste costituzionali, le aggressioni agli uomini delle istituzioni, i conflitti nelle amministrazioni, e, ancora, la socialità di strada insieme ai personaggi che la animarono. Dal libro emerge l'affresco di un momento di intensa partecipazione popolare, nel quale lo scontro ideologico si intrecciò alle lotte di fazione. Affiora, al contempo, la formazione di un gruppo democratico «forte», che diede priorità a riformare le istituzioni del Regno delle Due Sicilie rispetto alla battaglia per l'indipendenza e l'unificazione italiana.
40,00

Mario Berlinguer. Avvocato, magistrato e politico nell'Italia del Novecento

Mario Berlinguer. Avvocato, magistrato e politico nell'Italia del Novecento

Massimiliano Paniga

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2017

pagine: 420

Seppur meno noto dei figli Giovanni e soprattutto Enrico, storico segretario del Partito comunista italiano, Mario Berlinguer è stata una figura importante nella storia d'Italia e, ancor di più, della Sardegna del secolo scorso. Nato a Sassari nel 1891, Berlinguer ha attraversato, da avvocato e uomo politico, alcuni dei momenti cruciali del lungo periodo intercorso tra la fase finale dell'età liberale e il primo ventennio della repubblica. Una storia cominciata negli anni Dieci nella cosiddetta “democrazia sassarese” e conclusasi, mezzo secolo dopo, nelle file del Partito socialista. La sua biografia, ricostruita tramite una considerevole mole di fonti archivistiche e a stampa, ci proietta direttamente nelle drammaticità della Grande guerra e dell'ascesa al potere del fascismo, affrontato con estrema convinzione a fianco di Amendola, Turati, Cianca ed altri durante la battaglia aventiniana, nello slancio ideale della Resistenza e negli anni che dalla ricostruzione, caratterizzata da uno scontro acceso tra la Democrazia cristiana e le sinistre, condussero sino al centro-sinistra. Nel mezzo, l'esperienza probabilmente più significativa della propria carriera politica e professionale: la carica di alto commissario aggiunto per la punizione dei delitti fascisti, ricoperta dal maggio 1944 al luglio 1945. L'attività presso la struttura capeggiata da Carlo Sforza fu contrassegnata da un'altalena di sentimenti, molteplici resistenze e difficoltà, che portarono in più d'un occasione Berlinguer vicino alle dimissioni. L'anno trascorso al Viminale fu comunque un periodo molto importante, che gli consentì di allargare il cerchio delle amicizie, di stringere relazioni e di frequentare ambienti diventati poi determinanti nell'ascesa nazionale della sua persona. Mario Berlinguer morì a Roma nel luglio 1969, pochi mesi dopo l'elezione del figlio Enrico alla vicepresidenza del Partito comunista.
40,00

Il ritorno del giglio. L'esilio dei Borbone tra diplomazia e guerra civile 1861-1870

Il ritorno del giglio. L'esilio dei Borbone tra diplomazia e guerra civile 1861-1870

Alessia Facineroso

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2017

pagine: 250

Attraverso l'intreccio di una vasta documentazione archivistica, il volume ricostruisce le strategie operative messe in atto dal governo borbonico in esilio, una compagine ministeriale presieduta dal re Francesco II, che ha sede a Roma e che si avvale di un'estesa rete diplomatica ancora fedele alla dinastia e di numerosi contatti con i comitati antiunitari creati all'indomani del 1860 sia in Italia (soprattutto nel Mezzogiorno continentale e in Sicilia) sia in Europa (tra i più importanti quelli di Malta, Marsiglia, Parigi, Londra, Vienna, Barcellona). A lungo trascurate – o comunque sottovalutate – dalla storiografia “risorgimentista”, le trame cospirative dei Borbone dopo l'Unità rappresentano una prospettiva eloquente attraverso cui leggere il difficile processo di State e Nation building italiano e il controverso incontro tra il Nord e il Sud della penisola: al di là degli esiti fallimentari dei tentativi di revanche della dinastia decaduta, gli strumenti di cui essa si avvale riescono a toccare i punti deboli dell'unificazione, facendo leva sulle istanze frustrate che promanano dal Mezzogiorno e contribuendo a creare un “discorso pubblico” di opposizione alla Destra storica, che di lì a qualche anno, sfrondato delle sue connotazione eversive, darà corpo alla spinosa Questione Meridionale.
33,00

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