Musica
Il flauto di Mozart. Trattato su tutte le opere per flauto di Wolfgang Amadeus Mozart
Gian-Luca Petrucci
Libro: Libro rilegato
editore: Zecchini
anno edizione: 2019
pagine: VI-126
Wolfgang Amadeus Mozart in una lettera del 14 Febbraio 1778, indirizzata al padre, riferendosi al flauto, scrive “divento abbastanza impotente quando sono obbligato a scrivere per uno strumento che detesto”. Questa frase, spesso ripetuta senza contestualizzarla nel particolare momento in cui fu dettata, è divenuta come una sorta di sentenza senza appello sulla considerazione di Mozart nei confronti dello strumento. Tuttavia la silloge delle opere scritte per flauto contiene capolavori e soluzioni geniali così come funzionale ed efficace, anche da un punto di vista tecnico, appare il vasto utilizzo dello strumento nelle compagini orchestrali mozartiane. Nel presente lavoro ho raccolto una serie d'informazioni, che potranno riuscire utili sia ai flautisti i quali si avvicineranno per la prima volta a Mozart sia a quelli maggiormente esperti. Dall'ipotizzata insofferenza per il flauto alla genesi delle composizioni conosciute e quelle andate perdute. Dall'apporto di Brahms alla prima realizzazione del Concerto in Re Maggiore K314, all'intenso rapporto che Mozart ebbe con il flautista Johann Baptist Wendling. Dagli aspetti concernenti gli abbellimenti, alle Cadenze per i concerti, alle esecuzioni e incisioni storiche di riferimento. La musica di Mozart ha necessità d'essere affrontata avendo la consapevolezza che la capacità di restituirla nel miglior modo possibile muterà in relazione alle nostre acquisizioni culturali. Considerando comunque che qualcosa, della profondità e del magico gioco di proporzioni, continuerà sempre ad affascinarci.
Recitar suonando. La didattica pianistica del Duemila
Piero Rattalino
Libro: Libro rilegato
editore: Zecchini
anno edizione: 2019
pagine: VI-236
Nel corso dell'Ottocento piovvero sul mercato centinaia di metodi per lo studio del pianoforte. Metodi che venivano banalmente intitolati Metodo. Charles Hanon, nato nel 1819, da piccolo genio della psicopubblicistica ebbe invece l'idea di intitolare il suo metodo “Il Pianista virtuoso”. Il messaggio subliminale era che con i metodi si diventava pianisti e che con Hanon si diventava virtuosi. E così i metodi dell'Ottocento, anche i più reputati come quelli di Clementi, di Hummel, di Czerny, di Lebert e Stark fanno oggi parte della storia, mentre il Pianista virtuoso è ancora ben radicato nell'attualità e i suoi esercizi vengono martellati da legioni di principianti e di professionisti. I metodi sono trattati di tecnica pura, cioè della morfologia e della sintassi che in passato precedevano e condizionavano lo studio delle lingue straniere. Oggi l'apprendimento delle lingue non inizia più con la morfologia e la sintassi ma con la conversazione, come avviene del resto nell'apprendimento della lingua materna, e la morfologia e la sintassi sono riservate a un momento successivo dello studio. La tecnica pura continua invece a precedere o per lo meno ad accompagnare cocciutamente l'apprendimento della musica. E questo è un segno della mancata evoluzione della didattica, un segno che non è il solo ma sicuramente uno dei motivi della progressiva rarefazione dei dilettanti che la musica dovrebbero studiarla da dilettanti. In una didattica del pianoforte che volesse scrollarsi di dosso un po' della polvere che la ricopre e che la soffoca il Pianista virtuoso di Hanon non sarebbe in realtà del tutto inutile ma costituirebbe un punto di arrivo, un testo di perfezionamento, non di base. E lo stesso sarebbe per il legato, per le posizione della mano, per l'andare a tempo, ecc. ecc. ecc. “Recitar suonando” propone un approccio allo strumento basato su questo principio. Non è però un metodo di diverso conio. È una raccolta di materiali che, sgombrato il campo dalle credenze e dalle superstizioni, invita i catecumeni a creare per loro uso, cercando e sperimentando, un metodo personalizzato, un cammino che permetta loro di raggiungere i risultati alla loro portata e di godere della musica senza farsi martirizzare dalla tecnica pura (e dal solfeggio parlato) sul cui altare la didattica tradizionale brucia ancora incensi e profumi.
Manuale di sopravvivenza per il musicista classico. Volume Vol. 2
Alessandro Zignani
Libro: Libro in brossura
editore: Zecchini
anno edizione: 2019
pagine: 264
Il mito e il sacro in Richard Wagner. Sacrificio e redenzione nell'opera d'arte totale
Pietro Tessarin
Libro: Libro in brossura
editore: Zecchini
anno edizione: 2019
pagine: 248
Severino Gazzelloni. Il flauto protagonista
Gian-Luca Petrucci
Libro: Libro in brossura
editore: Zecchini
anno edizione: 2018
pagine: 186
Il galempio. Ovvero fauna e flora del teatro lirico
Piero Rattalino
Libro: Libro in brossura
editore: Zecchini
anno edizione: 2018
pagine: 202
II convegno compositori musica sacra. La composizione di musica per la liturgia all'inizio del nuovo millennio
Libro: Libro in brossura
editore: Zecchini
anno edizione: 2018
pagine: 118
Soviet piano. I pianisti dalla rivoluzione d'ottobre alla guerra fredda
Luca Ciammarughi
Libro: Cartonato
editore: Zecchini
anno edizione: 2018
pagine: 368
Le opere di Antonio Smareglia
Paolo Petronio
Libro: Copertina rigida
editore: Zecchini
anno edizione: 2018
pagine: 348
Nato a Pola in Istria, suddito austro-ungarico, venne a studiare a Milano, come del resto fecero in tanti. Ma qui, pur facendosi benvolere dalla editrice Giovannina Lucca si schierò decisamente con i filowagneriani entrando in rotta completa con il potente editore Giulio Ricordi. La sua musica è priva di una nazione, perché le terre di cui è stato il cantore sono state ferocemente contese da opposti nazionalismi, dei quali in sostanza rimase vittima, diventando per la storia dell'opera italiana quasi un intruso. Paolo Petronio, musicologo triestino, fin da giovane si è sempre interrogato sulla incredibile vicenda di Antonio Smareglia, stimolato dalla scoperta in un vecchio cassettone di casa di un ingenuo libriccino scritto dal compositore triestino Gastone De Zuccoli nel 1923 dove, con Smareglia ancora vivo, si incitavano i giovani a rendere giustizia allo sfortunato compositore. Non trovando mai una risposta, o persino trovandone tante ma tutte contrastanti, Petronio ha voluto vederci chiaro, non solo in senso musicale ma pure in senso storico e politico.
Una musica per gli occhi. Musica e paesaggio nella Germania tra Sette e Ottocento
Claudio Bolzan
Libro: Libro in brossura
editore: Zecchini
anno edizione: 2018
pagine: VI-170
Nella Germania a cavallo del XVIII e XIX secolo la diffusione delle teorie del sublime e quella del giardino all’inglese, oltre ad una nuova sensibilità resa possibile dalla diffusione di svariate opere letterarie e filosofiche dovute ad alcuni nuovi movimenti, determinò un grande interesse per la natura e per il paesaggio, interesse che non mancò di influire in tutti i settori della produzione artistica: dalla poesia paesaggistica alla pittura di paesaggio, dal romanzo all’architettura e alla musica. Tali riflessioni suggerirono motivi di matrice spiritualistica, influendo in modo determinante anche sulla produzione musicale, specialmente quella liederistica, ove testo e musica risultano strettamente legati anche sulla base delle più svariate tematiche, con particolare riguardo per quelle paesaggistiche.
Giulio Briccialdi. Il principe dei flautisti
Gian-Luca Petrucci
Libro: Libro rilegato
editore: Zecchini
anno edizione: 2018
pagine: X-430
Il Principe dei Flautisti, Giulio Briccialdi, fu una poliedrica personalità artistica, alternò il sublime al pratico, l’ispirato al manierato riuscendo a sorprenderci sia nelle sventure che nei momenti di massima gloria. Scrivendo di sé non cita i trionfi nelle maggiori capitali europee ma l’aspirazione ad una vita calma e serena, proprio egli che, pregno di ideali risorgimentali, devolse i guadagni di diversi concerti alla causa dei Mille. La figura di Giulio Briccialdi è sostanzialmente legata, nella memoria collettiva degli addetti ai lavori, alla sua attività di concertista eccelso e generoso estensore di ampie serie di studi per flauto tuttora praticati assiduamente. Assai più marginalmente si conosce la sua attività di raffinato compositore ed ancor meno quella di organologo inventore di un nuovo modello di flauto che per anni contese la celebrità a quello costruito da Theobald Böhm.
Sediziose voci. Appunti di viaggio nel magico mondo del melodramma
Davide Steccanella
Libro: Libro in brossura
editore: Zecchini
anno edizione: 2018
pagine: VIII-184
Bohème o Aida sono due immensi capolavori ma se una volta in scena un soprano bellissimo maltratta vocalmente la partitura di Mimì o un tenore quella di Radames gran parte dell'effetto drammaturgico previsto da Puccini e Verdi va perduto, perché solo grazie al magistero delle grandi voci possiamo apprezzare il genio dei musicisti del passato. Voci che con la loro arte hanno saputo aggiungere ulteriore grandezza allo spartito. Da Maria Callas a Renata Tebaldi, da Giuseppe Di Stefano a Luciano Pavarotti, da Renata Scotto a Sherrill Milnes, da Ghena Dimitrova a Mariella Devia, fino agli ultimi divi del terzo millennio, Juan Diego Flórez, Natalie Dessay e Jonas Kaufmann, un viaggio appassionato nel magico mondo del melodramma con il racconto di serate storiche e consigli discografici per chi pensa che la musica lirica sia noiosa e che all'opera non ci si possa divertire e provare emozioni straordinarie.